Pasquale Bruno: “O animale” contro il calcio moderno

di Redazione 1

O animale: tanto basta per descrivere Pasquale Bruno, roccioso difensore vecchio stile, che tanti attaccanti ha fatto piangere, nel corso della lunga carriera.

Esordio nel calcio che conta con la maglia del Lecce in serie B, dove giocherà per quattro anni prima di essere acquistato dal Como, con cui conquisterà una promozione nel massimo campionato. L’occasione di giocare in una grande squadra gliela offre la Juventus nel 1987, consentendogli di inserire nel suo palmares una Coppa Italia ed una Coppa Uefa. Tre anni con la maglia bianconera, prima del passaggio dalla parte degli odiati cugini. Poi la Fiorentina e ancora il Lecce, prima di concludere la carriera in Scozia, nell’Hearts, dove gioca per due stagioni.

Ha lasciato il segno in ogni club in cui ha militato, a causa del suo carattere duro e schietto, che spesso gli ha procurato antipatie e critiche. Ma i segni più forti li ha lasciati nelle gambe dei poveri attaccanti che nulla potevano contro il suo furore agonistico.


Ne sa qualcosa Florian Raducioiu, affidato alle cure di Bruno in un Torino-Brescia di qualche anno fa: era veloce il rumeno e spesso riusciva a scappare al difensore di turno e a buttarla dentro. Quel giorno il granata lo avvertì prima dell’ingresso i campo: “Guarda che oggi non ho voglia di correre!”. Battuta, sorriso, fischio di inizio e via alla partita. Ma Bruno non scherzava e il primo dribbing riuscito costò caro al bresciano, che si ritrovò con 20 punti di sutura ed uno stop di un paio di mesi!

Una carriera costellata da espulsioni, a causa di quella rudezza che non riusciva proprio a tenere a freno e che ne ha fatto uno dei difensori più cattivi che il calcio italiano ricordi. Se giocasse nel calcio di oggi, sarebbe fuori una domenica si ed una no, come ammette lui stesso.

Basta che tocchino un attaccante e questo si butta a terra, urla, piange come se avesse subito chissà quale fallo.

E con lui in marcatura avrebbero trovato terreno fertile, assicurandosi ogni domenica la superiorità numerica. Ma a lui piacciono le sfide e gli sarebbe piaciuto marcare i vari fenomeni del 2000. In particolare ce l’ha con Ibrahimovic considerato un provocatore, spesso impunito.

Io facevo paura a gente come Van Basten, Vialli e Serena…figuriamoci a uno come lui!

E meno male che l’ex granata non è nato una quindicina di anni più tardi, altrimenti sai quante tibie fratturate? Dormi tranquillo Zatlan, “O animale” ormai è in pensione!

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