Peter Shilton, il recordman del calcio!

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Dura la vita del portiere, lì in mezzo ai pali, a sopportare i rigori invernali (nel senso del freddo) e il solleone che picchia. Sempre solo, destinato a guardare gli altri mentre si divertono e a raccogliere la palla in fondo alla rete. Pochi applausi, molte critiche, in un ruolo in cui è impossibile non sbagliare almeno una volta e quella volta che diventa una macchia sul curriculum, una papera difficile da cancellare, sottolineata più dell’errore di qualunque altro calciatore.

Si comincia a giocare in porta perché si hanno i piedi scarsi e poca attitudine al gol, poi si può crescere e migliorare, dimostrando di poter trasformare in professione, quella che all’inizio era una forzatura. E si può diventare campioni, grandi campioni, in grado di raggiungere record invidiabili, soprattutto nel numero di presenze, perché il portiere, si sa, può allungare la carriera fino alla maturità.

Chiedete a Peter Shilton, per esempio, vero recordman del calcio internazionale e detentore di un primato difficilmente raggiungibile: 1390 partite giocate, dicono le statistiche! Fate due conti, considerando quante gare si possono giocare in anno, e vi renderete conto che il suo nome resterà stampato sul libro dei Guinness per l’eternità.


Esordì a 17 anni nel Leicester e giocò fino a 48 anni suonati, passando attraverso diversi club: due carriere in una sola, praticamente, e se non fosse capitato nel periodo più nero per la nazionale inglese, staremmo qui a parlare di un alieno, tante sono le gare in più che avrebbe potuto disputare.

Nella sua scheda ricorre spesso il nome di Gordon Banks, primo portiere del Leicester, quando Peter arrivò nel club poco più che ragazzino. Il numero uno lo notò negli allenamenti delle giovanili, segnalandolo alla società come suo erede naturale. Un vero talent-scout Gordon, che però di lì a quattro anni dovette pentirsi per quella “raccomandazione”, perché Peter chiese di inserire una clausola nel suo primo contratto da professionista: “firmo solo se mi garantite la maglia numero uno”. E così fu e il povero Banks fu costretto ad emigrare altrove, prendendosi però la soddisfazione di alzare la Coppa del Mondo, subito dopo il benservito del suo club.

Dualismo tra i due anche in nazionale, con Gordon portiere titolare e Peter costretto ad aspettare qualche disavventura del collega, per avere la maglia numero 1. E la “fortuna” (per lui) ci mise una mano, quando Banks perse la vista da un occhio e la possibilità di giocare ad alti livelli.

Ma la storia di Shilton con la maglia dell’Inghilterra non fu costellata di successi e, nonostante le 125 presenze, non riuscì ad andare oltre il quarto posto nel Mondiale del ’90. Colpa, come detto, degli scarsi risultati ottenuti dagli inglesi nei primi anni di carriera del portiere, tanto che fece il suo esordio in un campionato del mondo alla veneranda età di 33 anni.

Nazionale a parte, si deve ammettere che Peter Shilton si è tolto le sue belle soddisfazioni tra i pali ed ancora oggi è ricordato come il più grande portiere che il popolo inglese abbia mai ammirato e tra i più forti in assoluto della sua epoca.

In genere lo ricordiamo come colui che difendeva la porta contro l’Argentina di Maradona (ricordate la “mano de dios” e la serpentina ubriacante del Pibe de Oro?), ma sarebbe riduttivo parlare di lui solo in merito a quella partita. Nessuno come lui, almeno in quanto a longevità calcistica, e nessuno che possa raggiungerlo! Un uomo che ha fatto la storia, un vero nuemro 1!

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