Via gli americani, il Bologna resta a Cazzola

di Redazione 1

Gran delusione in casa Bologna. Gli investitori americani hanno perso l’occasione di rifarsi agli occhi dell’Italia intera dopo la brutta figura della vicenda Roma-Soros, e hanno perso anche l’affare per acquistare il Bologna Calcio.

A dir la verità non sono stati loro a ritirarsi dall’offerta, ma è stato lo stesso presidente Cazzola a rispedirli a casa, con la loro valigia che doveva essere piena di milioni, ma che in realtà si è rivelata vuota. Ieri doveva essere la giornata del passaggio di proprietà della squadra, e invece, di fronte al cda bolognese, anzichè Tacopina si è presentato il suo legale, Paul d’Emilia, che ha chiesto 20 giorni di tempo. Cazzola non c’è stato e ha interrotto le trattative.


Gli americani si erano già rivelati un partner poco affidabile, dato che dopo gli alti e bassi per acquistare la Roma, si erano accordati per chiudere l’affare col Bologna per il primo Luglio scorso. All’epoca fu chiesta una proroga di due settimane per far intervenire nella transazione alcuni uomini d’affari vicini allo stesso Tacopina, e considerati tra gli uomini più ricchi del mondo. Lì per lì il presidente Cazzola ha concesso la proroga, ma quando, scaduto il termine, la Tag Equity Partners ha chiesto altri 20 giorni di tempo, hanno dimostrato la loro poca serietà, e quindi sono mancati i presupposti per continuare la trattativa. E non ci saranno speranze di trattativa nemmeno in futuro, vista la volontà di non cedere più la squadra da parte della dirigenza, perchè per dirla con le parole del Presidente stesso: “Io e Menarini andiamo avanti insieme”.

Oltre al danno, anche la beffa. Infatti Cazzola ha citato la Tag per il danno d’immagine che ha causato alla società, e quindi adesso gli americani saranno costretti anche a difendersi in tribunale, oltre che a perdere i 2 milioni di euro già versati come caparra. Intanto il presidente ha deciso di dare un’accelerata alla stagione dei rossoblù, che procedeva a rilento per queste beghe societarie, e ha quindi deciso di immettere nuovo capitale nelle casse come fondo per il calciomercato, precisamente 3 milioni, da portare fino a 10 entro la fine dell’anno. Insomma alla fine anche l’ultimo baluardo a stelle e strisce è caduto, e almeno per ora il calcio italiano resta al 100% ancora italiano.

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