Anche il Portogallo ha la sua Moggiopoli

di Redazione 4

Ogni campionato ha i suoi scheletri nell’armadio. In Italia abbiamo avuto Moggiopoli; in Inghilterra lo scandalo delle partite truccate per le scommesse; ora anche il Portogallo può “vantare” il suo scandalo: il cosiddetto “Fischietto Dorato“.

Le indagini sono andate avanti per un anno, e hanno coinvolto le due squadre di Oporto: il Porto e il Boavista. Lo scandalo si basava sul fatto che i dirigenti di queste società designassero personalmente gli arbitri da inviare nelle partite delle proprie squadre, con la complicità, non solo della classe arbitrale, ma addirittura del presidente del consiglio portoghese Barroso, attuale presidente della Commissione Europea. A far partire le indagini sono stati alcuni “rumors” provenienti dalla seconda divisione, dove queste cose evidentemente erano state fatte senza molta cautela, e indagando si è risalito a questi grandi club. La prova sarebbe un viaggio in Mozambico per tutto lo staff presidenziale, offerto generosamente dalla dirigenza del Boavista.

Le indagini sono arrivate alla fase finale, denominata “Fischio Finale“. Se il Boavista dovesse risultare colpevole, rischierà la retrocessione per corruzione, mentre il Porto, accusato solo di tentata corruzione in due partite soltanto, rischia di subire una penalizzazione di 6 punti da scontarsi in questo campionato, che potrebbero mettere in pericolo la vittoria dello scudetto. Il suo presidente, Pinto da Costa, invece rischia una squalifica di 4 anni.

Commenti (4)

  1. Tribunale di Napoli – Udienza del 16 febbraio 2010. Seconda audizione teste Auricchio.

    Napoli, processo calciopoli, è il giorno di Auricchio due “la vendetta”. La giornata inizia con la chiamata della causa De Santis (la posizione dell’ex arbitro romano era stata stralciata per un difetto di notifica).
    Casoria: «Sentite le parti, sentito il pm (che ne ha fatto un cavallo di battaglia), sentito l’avvocato Paolo Gallinelli (difensore di De Santis, ndr), che ha una ferma e fiera opposizione alla riunione, il tribunale dispone la riunione dei due procedimenti».
    Avanti un altro quindi, nel processo principale entra anche De Santis. Il processo subisce quindi un rallentamento per consentire alla difesa dell’ex arbitro romano di esercitare i suoi diritti. Bisognerebbe ricitare tutti i testi a meno che l’avvocato Gallinelli presti il consenso ad utilizzare le testimonianze fin qui acquisite. Il legale acconsente e questo agevola molto lo svolgimento del processo. Resta da vedere se vuol controesaminare alcuni dei testi precedentemente escussi.

    Conseguenza della riunione è l’ingresso delle parti civili costituite contro De Santis e cioè la U.S. Lecce Calcio.

    Esaurito l’appello delle parti chiede la parola l’avvocato Prioreschi che in relazione alla istanza presentata alla precedente udienza da Francesca Sanipoli, che tra l’altro chiede “una congrua somma a titolo di risarcimento danni”, sporge querela per calunnia in relazione ad alcune frasi utilizzate dalla suddetta nella propria istanza. In particolare, e nonostante il Presidente cerchi di sminuire la vicenda, il legale di Moggi ci tiene a sottolineare alcune frasi sottoscritte dalla giornalista RAI, frasi che costituirebbero a detta del legale «un atto di intimidazione nei confronti di un difensore…, integrano il reato di calunnia in quanto la signora Sanipoli pare affermi che il legale reiterebbe una condotta criminosa e favoreggerebbe un consorzio criminoso, la ingiurierebbe e diffamerebbe».

    Finalmente ritorna in aula il tenente colonnello Auricchio, il pm chiede di riprendere il racconto da un incontro “riservato” del 17 febbraio 2005 tra alcuni degli imputati Incontro che si svolse in un ristorante torinese. Alla faccia della riservatezza!
    Auricchio conferma un incontro a cui parteciparono Moggi, Pairetto, Lanese e Mazzei (quest’ultima presenza rappresentava una novità) e riporta i riferimenti ad una serie di telefonate che servirono per organizzare l’incontro.
    Narducci: «Quando in queste o altre conversazioni si fa riferimento a Moggi e Giraudo, vengono indicati con i loro nomi, o il riferimento a queste due persone viene fatto in modo diverso ed allusivo utilizzando altro tipo di termini?»
    Auricchio: «Generalmente i due designatori, Mazzei e Lanese fanno un riferimento diretto e nominativo alla persona. Molto spesso però si associa un riferimento diverso. Ad esempio per Moggi e Giraudo il riferimento è al loro ruolo nella struttura societaria: “numero uno” per Giraudo e “numero due” per Moggi».

    Il pm ricorda che il 14 di quello stesso mese ci fu la rielezione alla presidenza della FIGC di Franco Carraro e chiede al teste di ricostruire il traffico telefonico intervenuto nei giorni precedenti e successivi tra Moggi, Mazzini (riconfermato alla Vicepresidenza), Lotito e altri imputati. In quel periodo «oltre alla riconferma di Carraro, l’altro obiettivo è la riconferma di Galliani alla presidenza della Lega Nazionale Professionisti».
    Su richiesta di Narducci, il tenente colonnello Auricchio ricostruisce alcune dichiarazioni dell’allora vicepresidente vicario Abete riguardo al sistema di designazione arbitrale e «circa la necessità di rivedere la struttura delle designazione a due, Pairetto e Bergamo».

    Giusto per non farsi mancare nulla, il pm interroga il teste circa le indagini inerenti gli «avvenimenti che si verificarono il 25 febbraio» e riguardanti attività giudiziarie in corso di svolgimento a Torino ad opera di Guariniello. Si tratta di attività di assunzione di informazioni da parte di Maria Grazia Fazi e Manfredi Martino.

    Roma – Juventus del 5 marzo 2005, arbitro Racalbuto, assistenti Pisacreta e Ivaldi, quarto uomo Gabriele.
    Narducci: «I sorteggi si svolgono il 4 marzo, vorrei saper se c’è una telefonata antecedente il giorno 4 in cui Moggi e Giraudo parlano di Racalbuto».
    Auricchio: «Sì, il contatto c’è ed è del 2 marzo. Giraudo fa riferimento ad un incontro istituzionale in cui ebbe modo di intrattenersi con i fratelli Della Valle e con Tronchetti Provera. Giraudo riferisce a Moggi, non ne ha capito bene la fonte, ma c’era un accostamento tra lo stesso Moggi e l’arbitro Racalbuto. «Accostamento che l’arbitro fosse vicino a Moggi Luciano». E quindi? «Questa telefonata è del 2 marzo in largo anticipo sulle successive designazioni che di lì a poco sarebbero avvenute. Al di là di questo il sorteggio “accosta” l’arbitro Racalbuto alla partita Roma – Juventus».
    Alla rettitudine del lettore trovare elementi probanti una combine.
    Narducci: «Ci sono elementi per affermare che prima della partita Mazzei è stato nel ritiro della Juve?»
    Auricchio: «il collegamento è indiretto, nel senso che è un de relato di Antonio Girelli riportato in una conversazione… La fonte di Girelli è Carlo Tavecchio presidente della lega dilettanti…». Gli ha detto Caio che Tizio gli ha detto che Sempronio…

    Narducci: «In relazione a questa partita ci sono conversazioni tra la Fazi e Bergamo?»
    Il teste riferisce che Bergamo darebbe istruzioni alla Fazi affinché dia ordine a Gabriele di potare con sé in occasione dell’incontro un telefono sicuro.
    Auricchio: «A riscontro dobbiamo dire che Gabriele in sede di indagine ci ha consegnato il telefonino sul qual e era ancora riportato il messaggino ricevuto a partita in corso».
    Trofino: «Chiedo scusa, volevo ricordare che Gabriele quel telefonino lo ha consegnato, per dimostrare che era il suo e non un altro. Tant’è che in quella inchiesta è stato prosciolto».
    Casoria: «E’ così, lo ha consegnato spontaneamente per dimostrare che era il suo?»
    Auricchio: «E’ una valutazione che fa l’avvocato».
    Trofino: «E’ un dato processuale. Lei cita l’episodio quasi a riscontro, invece lo ha dato semplicemente per dimostrare che era il suo».
    Viene chiesto il contenuto del messaggio.
    Auricchio: «Il messaggio è riferito a una situazione accaduta durante il primo tempo della partita, dove il primo gol della Juventus era in fuorigioco. Il testuale non lo ricordo, ma il senso era: “fate attenzione, il gol era in fuorigioco”. Il dato di interesse è che arriva poco prima delle 21, durante la partita».
    Anche per questa gara non mancano da parte del teste dichiarazioni da opinionista/polemista del lunedì, «il primo gol di Cannavaro è oggettivamente in fuorigioco e il secondo gol è realizzato su calcio di rigore concesso per fallo commesso oggettivamente fuori area».
    A margine di questa domanda c’è uno scontro Trofino-Narducci. I legali di Moggi per l’ennesima volta devono evidenziare che il teste fa delle valutazioni (“Infatti Moggi si attiva per tutelare Racalbuto da possibili inchieste della FIGC”).
    Il Presidente rivolta al teste: «Gliel’ho già detto l’altra volta: i commenti non li deve fare».

    Auricchio: «Posso anche dire su Racalbuto che è stato accertato l’utilizzo di schede telefoniche estere…»
    Prioreschi: «E’ stato ipotizzato, non accertato».
    Narducci: «Va bene, vada avanti, vada avanti» e sospira.

    Narducci: «Il 30 aprile si verifica una altro di quegli incontri tra alcuni imputati, dove si è svolto e tra chi si è svolto»
    Auricchio: «L’incontro viene programmato già dal 12 aprile e si svolge a Torino tra Moggi, Giraudo, Lanese e il designatore Pairetto».
    Dello stesso 30 aprile è una telefonata tra Bergamo e Mazzini e di cui il pm chiede il resoconto. La telefonata avviene in un momento delicato del campionato, Juve e Milan sono ancora appaiate in testa alla classifica. Il Milan ha giocato in anticipo e la Juve invece giocava la domenica. «Mazzini ricorda a Bergamo di mantenere alta l’attenzione». Il pm non è soddisfatto, e chiede anche della parte relativa a Moggi e Giraudo.
    Casoria: «Pubblico ministero perché lei insiste sulla lettura di queste telefonate? Noi abbiamo i riferimenti, poi le dobbiamo leggere…».
    Le difese a questo punto chiedono la lettura integrale della conversazione.
    Narducci: «No, ma non ho bisogno della lettura integrale».
    Casoria: «Ma l’intermediazione del teste non è possibile. Mi pare che abbiano ragion, non è consentita».
    Segue la lettura della telefonata da parte del teste. Nella telefonata Bergamo si lamenta della campagna di sostegno a proprio favore che Lanese sta cercando di imbastire sulle pagine della Gazzetta attraverso il giornalista Antonello Capone.
    Ascoltando la lettura dell’intercettazione non abbiamo sentito le raccomandazioni di Mazzini di cui sopra (“mantenere alta l’attenzione”).

  2. La procura della Federcalcio chiede al Tribunale di Napoli di acquisire «tutto il materiale probatorio prodotto dalle parti, ogetto di perizia che potrà essere disposta dal Tribunale
    ROMA, 21 aprile – La procura della Federcalcio ha aperto un’altra indagine su Calciopoli, in riferimento «al nuovo filone di intercettazioni», e chiede al Tribunale di Napoli di acquisire «tutto il materiale probatorio prodotto dalle parti, ogetto di perizia che potrà essere disposta dal Tribunale». Nelle prossime ore, il procuratore Stefano Palazzi invierà formalmente una richiesta al Presidente della nona sezione penale del Tribunale di Napoli Teresa Casoria, avviando così l’indagine con riferimento al nuovo filone di intercettazioni. Le squadre sotto inchiesta sono Inter, Milan, Palermo, Roma Chievo, Livorno e le altre società emerse dalle nuove intercettazioni. Dopo aver letto e studiato le trascrizioni che saranno a disposizione tra fine maggio e inizio giugno, Palazzi e la task force messa in piedi in questi giorni dovrebbe provvedere alle audizioni. A via Allegri sfilata estiva di dirigenti chiamati a rispondere sulle telefonate rimaste nascoste per quattro anni. Moratti, Pradè, Cellino, Campedelli, Spinelli, Spalletti, l’ arbitro Ayroldi e tutti i tesserati coinvolti a vario titolo nel nuovo scandalo.
    Ricordiamo altresì che incombe su questo procedimento la mannaia anti etica della prescrizione: per la norma sportiva tutti i reati commessi dopo il 30 giugno 2005 sono prescritti, per quanto riguarda i tesserati. Addirittura soli due anni il termine di prescrizione per l’incolpabilità dei club. Nelle scorse settimane, allo scoppio dello scandalo, però il presidente federale Abete aveva chiesto massima chiarezza su quanto accaduto e fatto presente che per una eventuale decisione sull’ipotesi di revoca del titolo 2006, si sarebbe potuto intervenire politicamente in seguito anche «ad una prescrizione motivata». Se Palazzi, infatti, al termine dell’indagine che prenderà vita e velocità in queste settimane, valuterà rilievi di violazioni della norma etica (art.1) nei contatti tra tesserati e designatori o arbitri, all’epoca dei fatti, si potrebbe procedere almeno per la revoca del titolo assegnato all’Inter nel 2006, proprio in virtu dell’asserita (dal commissario straordinario Rossi) completa estraneità dell’Inter a fatti «poco limpidi».

  3. Spiegatelo al caro moratti, con l’aborto giuridico di farsopoli 2006, la scusante di chi non è sportivo e non sa perdere (come lui), gli Sportivi Italiani sono stati presi in giro per più di 4 anni. “Piaccia o non piaccia”, un altro pochino è sapremo tutta la Verità, e vedremo chi ha rovinato il calcio in Italia. “Piaccia o non piaccia”.

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