Quanto è stata benefica la tecnologia dei VAR per il calcio?

di Redazione Commenta

Questa è una di quelle domande che dipende molto dal risultato delle ultime partite della vostra squadra del cuore, e da come è stato influenzato da veri o presunti errori arbitrali. Sia in un caso che nell’altro, il VAR rappresenta una valida soluzione.

 

L’introduzione del VAR

L’introduzione del VAR è storia recente, dato che risale al 2016, ed è costellata da una lunga trafila di discussioni, che alla fine, hanno originato la soluzione attuale, basata su un utilizzo di telecamere, unita a un altro strumento, la GLT (Goal Line Technology) per assistere l’arbitro durante la sua gestione della partita. E questo è il punto importante: l’arbitro era – e resta – il protagonista indiscusso delle decisioni sul campo di gioco. Il VAR è uno degli strumenti al suo servizio – e non è certo l’unico.

Il VAR non è che l’ultimo sistema che permette al gioco, e a chi lo controlla, di fare il suo mestiere perché sia giusto e corretto. È certo che episodi come quello di Maradona – la “Manina di Dio” – con il VAR diventeranno molto più rari, togliendo un po’ la patina eroica che continua ad avvolgere il “gioco più bello del mondo”, ma in fondo è giusto così.

L’esigenza di etica del calcio

Moltissimi interessi si muovono intorno al risultato di una partita. Pensiamo ai bookmakers, le cui quote serie A o altre competizioni sono indissolubilmente legate all’onestà del gioco e al suo fair-play, proprio perché assegnate partendo da modelli matematici basati su statistiche: un “cigno nero”, come la famosa “manina”, fa parte delle imprevedibilità del gioco del calcio (e ricordiamolo – neanche il VAR è perfetto), ma sconvolge i rapporti in campo e assegna un risultato che a volte non esprime correttamente i valori in campo.

Il compianto Gianni Brera affermava – giustamente – che la palla è rotonda, e che quindi il risultato avverso ci sta nel bilanciamento cosmico del gioco: ma a nostro modo di vedere, bisogna andare oltre a quest’atteggiamento un po’ romantico e guascone per rispetto delle squadre e del loro pubblico. Questa è la sintesi di quello che pensiamo del VAR, e riteniamo che la sua introduzione, nonostante i mille piccoli errori fatti finora nella sua messa a punto, rappresenti una grande evoluzione per rendere il gioco del calcio più bello e soprattutto più giusto.

Il VAR, per fortuna, è uno strumento umano

Esiste un aspetto del VAR che non è molto commentato, ma riteniamo importante: il VAR è un sistema di telecamere che viene monitorato da una terna di assistenti dell’arbitro, che comunica con lui tramite interfono per segnalargli eventuali azioni controverse così da prendere una decisione informata. Non c’è alcuna interferenza da parte delle squadre o delle panchine: il VAR è come il guardalinee che segnala un fuorigioco.

Soprattutto, le nuove generazioni di arbitri – in formazione dal momento della sua introduzione – passeranno da un periodo di apprendimento sul VAR prima di calcare il campo e arbitrare. E sapranno che dall’altra parte del loro microfono ci sono persone che potranno aiutarli nel loro compito più difficile: prendere una decisione.

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