Covid, i cluster nei ritiri preoccupano anche in Serie C

di Daniele Pace Commenta

Le numerose preoccupazioni che riguarda il Covid presso i Giochi Olimpiadi di Tokyo stanno chiaramente mandando in tilt anche il mondo del calcio. E, tra le altre cose, a partire dal calcio internazionale fino ad arrivare a tutte quelle categorie minori, il concetto non è differenti. Infatti, si sono moltiplicati i casi di positività che sono stati rilevati nei vari ritiri, non solamente tra i vari giocatori, ma anche tra coloro che fanno parte dello staff. Insomma, ci sono ancora tanti, troppi professionisti che hanno detto di no alla vaccinazione.

Per il momento, il caso che è balzato agli onori della cronaca è indubbiamente quello dello Spezia, che ha dovuto prendere decisioni certamente importanti, come quella dell’auto-solamente nel corso del ritiro che si sta svolgendo in quel di Prato dello Stelvio. La colpa è legata a ben 14 membri della squadra che sono stati risultati positivi, di cui un calciatore e tre persone che fanno parte dello staff.

La squadra ligure, che è allenata da parte di Thiago Motta, che ha preso il posto di Italiano, che è volato a Firenze per la prima grande occasione della sua carriera in panchina, ha messo in evidenza come proseguirà nel percorso di allenamento, limitandosi a svolgere solo ed esclusivamente delle sedute individuali.

All’estero il caso che ha fatto più scalpore è rappresentato dall’Arsenal, che è stato letteralmente inghiottito da parte dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, al punto tale da dover dire di no all’amichevole che era stata organizzata contro l’Inter. Anche in nerazzurri hanno preso la decisione di far saltare, a malincuore, la tournée che era stata organizzata negli Stati Uniti. 

Un problema, messo in evidenza sopratutto dal professor Salini, il medico dello Spezia, che aveva ammesso come la presenza di vari giocatori contrari alla vaccinazione sta diventando un vero e proprio problema, che potrebbe diventare ben presto una mina vagante per tanti altri ritri delle squadre non solo della massima serie italiana, quanto di ogni categoria e livello.

I numeri spiegano alla perfezione come sia un fenomeno diffuso un po’ in tutta la Serie A, ma le preoccupazioni si sono diffuse sempre di più anche nelle categorie inferiori. Ad esempio, il presidente del Lecce ha ammesso di che questa vicenda si ripercuoterà a cascata nei prossimi mesi e, proprio per tale ragione, è fondamentale che la FIGC provveda a disciplinare il prima possibile tale situazione all’intento del prossimo protocollo sanitario. La proposta è nota: i no-vax devono pagare per i danni e i trattamenti terapici affrontati per colpa della positività al Covid. 

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