Vittoria doveva essere e vittoria è stata. La Roma cercava la posta piena in terra svizzera per restare in corsa in Champions League e continuare a cullare sogni di gloria. La gara contro il Basilea non era delle più facili da disputare, sia per le defezioni pesanti nell’undici di Ranieri che per il risultato umiliante della partita di andata, quando gli svizzeri avevano fatto il buono e il cattivo tempo sul terreno dell’Olimpico.
Ma stavolta la Roma è riuscita a ritrovare la grinta e la voglia di vincere, sebbene la testa fosse già alla stracittadina della prossima domenica. E se Menez si mette a segnare, se Totti ritrova il gol dopo mesi di digiuno e se anche un rincalzo come Greco mette il sigillo sulla gara, allora è facile portare a casa i punti che tengono ancora in corsa per la qualificazione al prossimo turno.
Quarta giornata Champions League gruppo E
Stadio St. Jakob-Park, Basilea: Basilea-Roma 2-3 Reti: 17′ pt Menez (R), 24′ pt rig. Totti (R), 24′ st Frei (B), 31′ st Greco (R), 39′ st Shaqiri (B)
I tre punti in classifica (tanti quanti il Basilea e il Cluj) impongono alla Roma di uscire dal St. Jakob-Park con almeno il pari. Di contro, gli svizzeri (già vittoriosi all’Olimpico) vivono una condizione di forma eccellente e con il successo si candiderebbero quale concreta outsider dei tedeschi del Bayern Monaco (primi del girone, 6 lunghezze avanti al terzetto). Claudio Ranieri, inoltre, ha necessità di capire quale sia l’effettiva forza dei giallorossi: altalenanti in campionato, insufficienti in Europa.
Al testaccino, tuttavia, tocca saggiare la forza dela rosa senza l’apporto di pedine importanti quali Pizarro, Taddei, Mexes, Brighi e – non bastasse – Borriello, acciaccato e in panchina. I capitolini se la giocano con Vucinic al fianco di Totti e l’innesto di Menez in fascia. De Rossi e Simplicio in mediana, Perrotta è l’altro esterno di centrocampo. Fin dalle prime battute, si intuisce la chiave dell’incontro: è il transalpino al rientro, Menez.
Spina nel fianco della retroguardia ospite, motivato come poche altre volte, cinico e concreto come difficilmente lo si ricorda: suo il primo spunto (3′) con una conclusione in diagonale che manda il pallone un metro sopra la traversa. La replica svizzera arriva dopo 4′: Stocker al tiro dalla distanza, la sfera sorvola sulla testa di Julio Sergio. L’estremo ospite è decisivo al 12′, quando gli tocca respingere una conclusione ravvicinata di Huggel sugli sviluppi di una mischia. Dal 15′ al 16′ Juan si immola in un paio di circostanze, poi il tridente giallorosso cambia marcia e va a siglare il vantaggio: è il 17′ quando Totti tocca per Vucinic e il montenegrino appoggia per Menez.
Era il 18 aprile scorso e sotto il Cupolone andava in scena la stracittadina. La Roma era lanciata all’inseguimento dell’Inter, mentre la Lazio viveva una stagione di dolori e proprio in quei giorni vedeva da vicino la possibilità della discesa nella serie cadetta. Ma, come spesso accade nei derby, non è detto che squadra favorita riesca ad avere la meglio e capitava che alla fine del primo tempo la Lazio fosse in vantaggio.
A inizio ripresa, poi, gli uomini di Reja potevano contare sul calcio di rigore che poteva scrivere la parola fine sui sogni giallorossi. Sul dischetto si presentava Sergio Floccari, ma il suo tiro non ebbe fortuna e la Lazio – demoralizzata – finì per perdere quella gara.
Comincia oggi il ritorno della fase a gironi della Champions League e dell’Europa League con una situazione per le italiane non proprio rosea. Tutte e 7 le nostre squadre sono ancora in corsa per la qualificazione, ma nessuna di esse può dormire sonni tranquilli. Se vogliono continuare a disputare le gare europee, devono vincere, e nessuna può permettersi di rallentare il passo.
La situazione migliore al momento ce l’ha l’Inter, che dopo la vittoria con brividi contro il Tottenham è l’unica delle italiane al primo posto del suo girone. Ma la partita di oggi in terra inglese sarà molto difficile da giocare, dato che il Tottenham vorrà restituire i 4 gol subiti a Milano, ed inoltre i nerazzurri scenderanno in campo con una specie di “squadra B”, visti i tantissimi infortuni a cui Benitez deve trovare rimedio. In caso di vittoria l’Inter potrà festeggiare la qualificazione matematica, ma se l’altra partita, Werder Brema-Twente, dovesse finire in parità, avrebbe già mezzo passaggio del turno in tasca.
Tre punti da portare a casa assolutamente, perché la piazza comincia a mugugnare dopo un inizio di stazione non certo entusiasmante. La situazione della Roma non era delle più semplici alla vigilia della gara con il Lecce, considerando anche la sfida delle sfide della prossima settimana, il derby con la capoclassifica Lazio.
La parola d’ordine era vincere ed arrivare alla stracittadina con l’umore alle stelle e con il consenso della piazza. E vittoria è stata, anche se la piazza ha avuto modo di sfogare la propria rabbia alla fine della prima frazione di gioco, riservando alla squadra di Ranieri un coro di fischi assordanti.
Anticipo della nona giornata di serie A.
Stadio Olimpico, Roma Roma-Lecce 2-0 Reti: 17′ st Burdisso (R), 31′ st Vucinic (R)
Prima frazione di gioco chiusa tra i fischi dell’Olimpico giallorosso che, nonostante la buona volontà dell’undici di casa, continua a non gradire l’incapacità di dare costanza alla manovra e di finalizzare le occasioni create. Non molte, per la verità, anche perchè il Lecce ci mette poco a trovare la giusta quadratura e imbrigliare le progressioni avversarie. Claudio Ranieri sa che, da qui in avanti, si vivrà alla giornata e, nella condizione di fare di necessità virtù (fuori Mexes, Taddei e Pizarro), sceglie di affidarsi agli elementi più affiatati.
I dieci undicesimi della Roma sono quelli della passata stagione, in più c’è Borriello ad affiancare Totti in attacco. Salentini formato tridente (Di Michele, Corvia e Olivera) e bravi ad affondare per primi: al 5′ Olivera calcia dai 22 metri, Julio Sergio para; all’11’ l’ex juventino mette il pallone sulla testa di Corvia che, dopo aver preparato il destro, calcia al volo ma il pallone si stampa sulla traversa; passano 3′ e l’estremo brasiliano è stavolta provvidenziale nell’evitare l’autogol di Juan (in anticipo su Corvia, palla svirgolata).
Parma-Roma va in scena all’ora di pranzo, ma mentre lo stomaco soddisfa i propri bisogni, gli occhi restano all’asciutto e non trovano soddisfazione nello spettacolo offerto dalle due squadre in campo.
Ranieri cercava punti utili in un a situazione più che mai pericolosa, dopo un inizio stagione che sta procurando non pochi problemi alle coronarie del pubblico giallorosso. Marino, da parte sua, si trovava nella condizione di dimostrare che questo Parma può lottare per una salvezza senza patemi d’animo, sebbene l’ultima posizione in classifica dica il contrario.
Ne esce una gara poco spettacolare, con entrambe le compagini che avrebbero l’opportunità di conquistare la posta piena, ma che alla fine devono accontentarsi di un punto striminzito, mentre le giornate continuano a correre.
Anticipo dell’ottava giornata di serie A
Stadio Tardini, Parma Parma-Roma 0-0
Claudio Ranieri si gioca tutto contro i ducali di Pasquale Marino i quali, tuttavia, hanno necessità di fare punti visto che la graduatoria parla chiaro: ultimo posto, per il Parma, in condivisione con Cagliari, Bologna e Udinese. Il testaccino recupera Mirko Vucinic e preferisce schierare Philippe Mexes al fianco di Juan, gialloblu con Bojinov e Marques in fase offensiva.
La prima frazione di gioco non eccelle per spettacolo e occasioni da rete. La Roma prova a fare la partita ma pare, con il passare dei minuti, sempre meno pericolosa e incapace di servire al meglio le punte. La prima occasione è per Vucinic, abile dopo 2′ di gioco a liberarsi dalla marcatura di Dzemaili e concludere a rete: palla lontano dallo specchio di Mirante.
Il Parma copre senza particolari patemi e, quando cerca di ripartire, lo fa grazie alla spinta della mediana: mentre Valiani fatica a trovare la posizione, Gobbi sembra in grado di macinare quantità e sfornare qualità. E’ dai piedi del centrocampista che, al 39′, parte l’azione più ghiotta della prima parte: il pallone arriva a Marques il quale, tutto solo davanti a Lobont, non avrebbe che da stoppare e concludere a botta sicura.
La Roma non c’è, non può essere quella ammirata questa sera sul prato dell’Olimpico, di fronte ad un Basilea generoso, ma – almeno sulla carta – inferiore ai giallorossi. Il tecnico degli svizzeri aveva dichiarato di voler vincere contro l’illustre avversaria, ma in pochi alla vigilia si sarebbero aspettati un’umiliazione simile, con la Roma incapace di reagire alle folate offensive degli avversari, che scendevano verso la porta di Lobont come un’orda di barbari alla conquista della Capitale.
Colpa delle assenze pesanti (De Rossi e Vucinic su tutti), delle poche idee o della scarsa condizione fisico-atletica, fatto sta che la Roma di stasera non ha entusiasmato, rimediando l’ennesima batosta della stagione. Non si può certo dire che i giallorossi non abbiano provato a raddrizzare la gara, ma non si può affermare nemmeno che la vittoria del Basilea sia immeritata o che sia frutto di pura fortuna.
Terza giornata Champions League gruppo E
Stadio Olimpico, Roma Roma-Basilea 1-3 Reti: 12′ Frei (B), 21′ Borriello (R), 43′ Inkoom (B), 47′ st Cabral (B)
Pacco regalo di Claudio Ranieri a Philippe Mexes: in barba alle attese (Juan titolare), il testaccino opta per il francesino affidando, a lui e Burdisso, la zona centrale della retroguardia. Per il resto, confermati i giallorossi schierati dal 1′ contro il Genoa. Nelle file del Basilea nessuna modifica dell’ultima ora: l’esperienza di Frei e Streller (unica punta nel 4-4-1-1 scelto da Fink) innanzitutto, poi la solidità di una squadra compatta in ciascun reparto.
Solidi, per nulla intimoriti: gli elvetici iniziano come studiato a tavolino. Tempestivi nelle chiusure, corti e concentrati, pronti nelle ripartenze: i capitolini si affidano a spunti personali (Borriello al 5′: salta l’uomo ma calcia con esiti da dimenticare) ma faticano a ingranare. Solita titubanza, fatica a impostare: se ne accorgono, eccome, gli ospiti a cui non resta, dopo aver preso coraggio, che rilanciare l’azione. E andare in gol.
E’ il 12′ e la coppia Streller-Frei (l’ordine è temporale) castiga i locali duettando al limite. Sinistro di controbalzo di Frei, Lobont può solo mostrare tutta la perplessità del caso. Contraccolpo giallorosso per i successivi 10′: c’è confusione in mezzo al campo (dove Taddei trotterella a pieni polmoni), Totti è spesso in fuorigioco (due volte in due minuti tra il 16′ e il 18′). Poi, manco fosse la Polly cinematografica, arriva lui. Che, in fondo, te l’aspetti. Marco Borriello.
C’è movimento in uscita in casa della Juventus, che a poche settimane dall’inizio del campionato registra già i primi malcontenti. A soffrire in modo esagerato la panchina pare essere il
Innanzitutto fare punti, il gioco verrà. Era l’input di Ranieri alla sua Roma, in piena crisi di risultati e deludente sotto ogni punto di vista (facciano testo i 12 gol subiti che rendono quella capitolina la squadra più perforata della serie A).
Genoa tonico anche all’Olimpico ma i Grifoni sono sembrati eccessivamente spreconi sotto porta: Toni e Criscito si sono divorati palloni cui serviva solo garantire l’appoggio verso la rete, Palacio sempre un pizzico in ritardo, Rudolf capace di cambiare in meglio il volto degli uomini di Gasperini ma il suo ingresso è parso tardivo. Borriello e Brighi risollevano i destini della Roma che, a otto punti in graduatoria, può quantomeno respirare dopo aver agguantato, tra gli altri, proprio il club di Preziosi.
Anticipo settima giornata di serie A.
Stadio Olimpico, Roma Roma-Genoa 2-1 Rete: 34′ pt Borriello (R), 8′ st Brighi (R), 33′ st Rudolf (G)
Gli ex Luca Toni (dalla Roma al Genoa) e Marco Borriello (percorso inverso con tanto di parentesi al Milan) attesi dalle attuali tifoserie quali salvatori della patria: in casa Roma la necessità di fare bottino pieno è messa in evidenza, senza scavare in profondità, dai numeri di una classifica impietosa (cinque punti in sei gare, penultimo posto in campionato); nelle file del Genoa, invece, l’ariete ex Bayern Monaco viene nuovamente scelto da Gasperini quale terminale offensivo con il supporto di Palacio e di un fitto centrocampo in cui Mesto cerca di garantire filtro tra mediana e attacco.
Mancano De Rossi e Vucinic tra i giallorossi, Ranieri può invece contare sul rientro di Taddei e opta per Brighi a far le veci di Capitan Futuro. Coppia centrale Burdisso-Juan, panchina per Mexes. Inoltre, attesa per il primo gol di Totti che, in ogni caso, comincia sfornando assist. Il primo è per Riise (3′) ma il norvegese conclude male, il secondo per Borriello ma alla punta viene fischiata un giusto fuorigioco. Dopo 15′ il ritmo è sostenuto ma le occasioni da rete scarseggiano, la replica dei Grifoni arriva al 20′ ma Toni manda fuori di un nulla.
Totti-Ranieri, un rapporto non proprio idilliaco in questo inizio stagione, con il capitano che più volte si è ritrovato a mugugnare per alcune scelte dell’allenatore. Ma non c’è medicina migliore
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