Champions League ottavi andata: Milan – Tottenham 0-1

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Andata degli ottavi di finale di Champions League.
Stadio San Siro di Meazza, Milano:
Milan-Tottenham 0-1
Rete:
35′ st Crouch (T)

Prima sfida in casa, sorte che è toccata a ciascuna delle italiane presenti in Champions League per il fatto che nessuna delle tre portabandiera è riuscita a quelificarsi come prima del girone. L’esordio nel corso degli ottavi è del Milan, la squadra che sta conservando una continuità maggiore nel campionato italiano e che pare indiziata a emulare quanto fatto nella passata stagione dai cugini dell’Inter: vincere tutto. In uno stadio San Siro gremito come nele migliori occasioni, i rossoneri affrotano un Tottenham per nulla timoroso, tutt’altro: primi nel girone di qualificazione (hanno tenuto dietro i campioni d’Europa, i nerazzurri) gli Spurs vengono al Meazza per giocare a viso aperto. Allegri deve rinunciare a priori – perché già schierati in coppa da altri club – a Van Bommel e Cassano.

In mediana ci finisce Thiago Silva, mentre al centro della difesa Yepes fa compagnia a Nesta. Abate più di Oddo, la sorpresa semmai è data dall’assenza di Pato, che il tecnico locale ha tenuto in panchina per scelta tecnica. Robinho accanto a Ibrahimovic, alle loro spalle l’azione di Seedorf. Nel Tottenham è clamorosa e pesante l’assenza del baby fenomeno Bale che si aggiunge a quella dello squalificato Jenas. Redknapp, inoltre, opta per Pienaar preferito a Kranjcar sulla sinistra. Coreografia della curva sud con cartoncini colorati e la scritta a caratteri cubitali “Forza Milan, la Sud è con te”.

Champions League: Cluj – Roma 1-1

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Sesta giornata del girone E di Champions League.
Dr. Constantin Radulescu stadium, Cluj:
Cluj-Roma 1-1
Rete:
21′ pt Borriello (R), 43′ st Traorè (C)

Un punto per passare il turno ma basterebbe anche la sconfitta se il Bayern battesse il Basilea: nonostante la possibilità di mettersi a fare calcoli, tuttavia, Claudio Ranieri ha chiesto alla Roma una prova maiuscola per mettere nel dimenticatoio la pessima ripresa di Verona che è costata due punti persi e due reti subite (a vanificare la doppietta di Simplicio). Il Cluj è fuori dalla competizione e affronta i capitolini con un 4-4-2 che ha quali terminali offensivi De Zerbi e Traorè. Giallorossi in campo con il 4-3-1-2: ci sono Castellini e Cassetti sulle fasce di retroguardia mentre la coppia centrale è formata da Mexes e Burdisso; Simplicio e Brighi con De Rossi in mezzo al campo, Menez fa la spola tra mediana e attacco dove agiscono Totti e Borriello. Novità dell’ultimo minuto: problemi all’inguine per Julio Sergio durante il riscaldamento, in porta gioca Lobont.

Ritmi bassi all’inizio. La prima conclusione in porta è di Totti che, al 9′, prova il destro direttamente da punizione con palla che si impenna di un paio di metri di troppo. Al 14′ netto il calcio di rigore non assegnato alla Roma per fallo in area di Dica su Menez lanciato a rete: gli ospiti cominciano a pressare e sbloccano dopo 6′. E’ il 21′ quando ancora Simplicio (momento d’oro per lui) prende per mano la squadra e imposta un’azione di ripartenza: palla sui piedi di Borriello che, tutto solo davanti a Stancioiu, lo batte con un sinistro rasoterra.

Champions League: Milan – Ajax 0-2

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Sesta giornata del girone G di Champions League.
Stadio Meazza di San Siro, Milano:
Milan-Ajax 0-2
Reti: 13′ st De Zeeuw (A), 21′ st Alderweireld (A)

Anche per i rossoneri, qualificazione già archiviata. La sfida finale del girone G contro l’Ajax diventa momento esclusivo per mettere nelle condizioni Allegri di dare opportunità a coloro i quali non hanno finora messo in statistica eccesssivo minutaggio.

Quindi, stavolta Ronaldinho gioca: sembra una prova d’appello, di sicuro conviene al brasiliano non sprecarla. Il numero 80 milanista affianca Robinho mentre Seedorf agisce alle loro spalle, solo panchina per Ibrahimovic. Non giocano neppure Gattuso, Zambrotta, Abbiati e Boateng. Tra i pali Amelia; difesa affidata a Yepes, Bonera, Thiago Silva e Antonini; mediana con Pirlo, Flamini e Ambrosini. In avanti Seedorf alle spalle del duo carioca.

Champions League: Werder Brema – Inter 3-0

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Sesta giornata di Champions League gruppo A.
Stadio Weserstadion, Brema:
Werder Brema-Inter 3-0
Reti:
39′ pt Prodl (W), 4′ st Arnautovic (W), 43′ st Pizarro (W)

Non era in discussione la qualificazione solo perchè l’Inter, grazie al buon rendimento della prima parte di Champions, l’aveva già ipotecata. Semmai, occorreva conquistare il primo posto per riuscire a ottenere un pass migliore ed evitare le avversarie più pericolose. Invece, complice la netta sconfitta dei nerazzurri a Brema e in virtù del pari ricco di gol tra Twente e Tottenham, gli inglesi passano come migliore del gruppo A.

Pare essere costretti a commentare l’ennesima defiance di stagione degli uomini di Benitez, invece ci ostiniamo a pensare che, più di così, l’ex Liverpool non avrebbe potuto fare. Troppi infortuni, nessun rinforzo e giocatori non al meglio: chi altro avrebbe fatto più del tecnico interista?

Champions League: Inter – Twente 1-0

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Quinta giornata di Champions League gruppo A.
Stadio Meazza di San Siro, Milano:
Inter-Twente 1-0
Rete:
10′ st Cambiasso (I)

Aggrappparsi alla Champions League per scacciare i fantasmi di un recente passato (il triplete, immensa gioia e anticamera della sofferenza) e i dolori di un campionato che, di riffa e di raffa, non si aggiusta. L’ultimo ko contro il Chievo, inoltre, ha iniziato a far scricchiolare con maggiore concretezza la panchina di Rafa Benitez, il cui bilancio fino a oggi non è certo positivo. Che colpa avrà mai l’ex Liverpool se sull’Inter si è scagliata la mannaia di un’infermeria sempre stracolma? Nulla, semmai gli si chiede di tornare a schierare una formazione caratterialmente imbattibile come accadeva in passato.

Il Twente è appiglio cui aggrapparsi per riscrivere la storia degli ultimi tempi e diventa salvagente non solo per il tecnico ma anche per Samuel Eto’o. Impeccabile fino a qualche giorno fa, il nuovo camerunense formato “Zidane Mondiali 2006” non è piaciuto. Lui a noi ma neppure lui a se stesso (di oggi le scuse “a quanti amano il gioco del calcio”). Obiettivo internazionale: qualificarsi come primi del girone ma, di fronte ai nerazzurri, ci finisce un club, il Twente, pronto a vendere cara la pelle perchè in caso di vittoria, agli olandesi si spalancherebbero le porte degli ottavi.

I padroni di casa, consueto 4-2-3-1, schierano tutti i pezzi da novanta di cui l’allenatore può disporre: Eto’o unica punta coadiuvata dai tre che agiscono alle sue spalle (Biabiany, Pandev, Sneijder), a centrocampo torna Cambiasso, in difesa Materazzi affianca Lucio al centro della retroguardia. Modulo speculare per gli olandesi di Preud’homme: Janko davanti a tutti con i tre a sostegno (De Jong, Chadli, Ruiz).

Champions League: Auxerre – Milan 0-2

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Quinta giornata di Champions League gruppo G.
Stadio Abbé-Deschamps di Auxerre:
Auxerre-Milan 0-2
Reti: 19′ st Ibrahimovic (M), 46′ st Ronaldinho (M)

Si cominciano a fare calcoli: mancano due giornate (questa compresa) per chiudere la prima fase a gironi della Champions League. Il Milan, che difficilmente riuscirà (a meno di un harakiri madrileno) a soffiare il primato al real Madrid ha necessità di tenersi dietro i francesi. Di contro, le uniche speranze dell’Auxerre di qualificarsi per la fase avanzata sono riposte in altrettante vittorie nelle ultime due partite. Tradotto, la gara dell’Abbé-Deschamps è crocevia per l’una e per l’altra formazione: l’Auxerre non perde in Ligue 1 dallo scorso 16 ottobre, i rossoneri hanno appena messo in fila la quarta vittoria consecutiva in serie A.

Fernandez opta per il 4-4-1-1 che prevede Birsa quale punta di riferimento sostenuta, appena a ridosso, da Contout. Confermato il 4-3-1-2 con cui Allegri sta sbancando nella massima serie: non c’è, rispetto al pareggio interno contro i Blancos di Mourinho, Filippo Inzaghi (fresco di intervento chirurgico) nè si rivede Ronaldinho, ancora tra le riserve. Ibrahimovic e Robinho inamovibili, Seedorf alle loro spalle e appena davanti al trio tutto muscoli e polmoni costituito da Flamini, Gattuso e Ambrosini.

I rossoneri si assestano in 5′: trovati ritmo e spazi, sono subito gli ospiti a creare pericoli dalle parti di Sorin. Al 7′ Ibra lancia Robinho che calcia dai 20 metri e sorvola la traversa. Replica transalpina al 10′: da Dudka a Contout, Abbiati para in seguito al colpo di testa da distanza ravvicinata. L’intervento dell’estremo milanista non è nulla rispetto a quanto è chiamato a fare 3′ dopo: punizione di Dudka, deviazione beffarda di Gattuso che chiama il portiere a una grande parata con tuffo sulla sinistra. Nemmeno il tempo di rialzarsi che ancora Abbiati, su conclusione di Birsa, deve fare gli straordinari.

Champions League: Roma – Bayern Monaco 3-2

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Quinta giornata di Champions League gruppo E.
Stadio Olimpico, Roma:
Roma-Bayern Monaco 3-2
Reti: 33′ pt e 39′ pt Gomez (B), 4′ st Borriello (R), 36′ st De Rossi (R), 40′ st rig. Totti (R)

Chi non può prendere l’impegno sottogamba è la Roma. La graduatoria del girone E vede i  giallorossi al secondo posto (6 punti) ma con la minaccia neppure troppo velata che giunge dalle retrovie, dove Basilea e Cluj (manco a farlo apposta, scontro diretto stasera) sono appaiate a tre punti. Il Bayern Monaco è già qualificato, un ulteriore punticino garantirebbe il primato matematico.

Spiace sorvolare – giusto un istante – per richiamare gli incidenti del pre-partita che hanno costretto tre tifosi tedeschi a farsi curare presso il pronto soccorso del Gemelli. La soddisfazione di potergli dare degli “imbecilli”, ai quattro teppistelli di turno, non volevamo perderla.

Il campo: Ranieri conferma le indiscrezioni della vigilia e lascia fuori Francesco Totti per lanciare in attacco il duo composto da Vucinic e Borriello. Menez ancora trequartista (“E’ il ruolo che prediligo di più”, le parole del francesino alla vigilia) e Greco favorito a Simplicio. Ancora panchina per David Pizarro, Brighi e De Rossi agiscono davanti alla difesa a quattro in cui il testaccino decide di risparmiare Juan (ovvero, uno che se è disponibile non andrebbe mai risparmiato perchè autentico faro). Van Gaal risponde con Gomez unica punta e  Ribery tra le linee. Diga davanti alla difesa arrangiata con Pranjic costretto a coprire il buco a sinistra. Il dettaglio non da poco è che i bavaresi pagano assenze importanti quali quelle di Badstuber, Robben, Van Bommel, Schweisteiger (squalificato), Olic e Klose.

Champions League: Milan – Real Madrid 2-2

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Quarta giornata Champions League gruppo G
Stadio Meazza di San Siro, Milano:
Milan-Real Madrid 2-2
Reti: 45′ pt Higuain (R), 23′ st e 33′ st Inzaghi (M), 49′ st Leon (R)

Farsi sentire nel pre partita (“Voglio giocare”) è stata la mossa azzeccata: Ronaldinho in campo, Robinho tra le riserve (con Inzaghi, che pareva un papabile titolare). Inamovibili – davanti – Pato e Ibrahimovic, con lo svedese pronto al sacrificio (“Anche se non ci sono abituato”). In porta Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva e Zambrotta in retroguardia e centrocampo a tre con Boateng, Pirlo e Gattuso. Josè Mourinho non si fida (“Il Milan non perde mai due partite di fila”) ma ha la possibilità di schierare una formazione altamente competitiva con la buoa nuova del recupero di Di Maria. Ozil e Ronaldo alle spalle di Higuain, Khedira e Xabi Alonso in mediana, Pepe e Carvalho al centro della difesa.

Champions League: Basilea – Roma 2-3

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Quarta giornata Champions League gruppo E
Stadio St. Jakob-Park, Basilea:
Basilea-Roma 2-3
Reti: 17′ pt Menez (R), 24′ pt rig. Totti (R), 24′ st Frei (B), 31′ st Greco (R), 39′ st Shaqiri (B)

I tre punti in classifica (tanti quanti il Basilea e il Cluj) impongono alla Roma di uscire dal St. Jakob-Park con almeno il pari. Di contro, gli svizzeri (già vittoriosi all’Olimpico) vivono una condizione di forma eccellente e con il successo si candiderebbero quale concreta outsider dei tedeschi del Bayern Monaco (primi del girone, 6 lunghezze avanti al terzetto). Claudio Ranieri, inoltre, ha necessità di capire quale sia l’effettiva forza dei giallorossi: altalenanti in campionato, insufficienti in Europa.

Al testaccino, tuttavia, tocca saggiare la forza dela rosa senza l’apporto di pedine importanti quali Pizarro, Taddei, Mexes, Brighi e – non bastasse – Borriello, acciaccato e in panchina. I capitolini se la giocano con Vucinic al fianco di Totti e l’innesto di Menez in fascia. De Rossi e Simplicio in mediana, Perrotta è l’altro esterno di centrocampo. Fin dalle prime battute, si intuisce la chiave dell’incontro: è il transalpino al rientro, Menez.

Spina nel fianco della retroguardia ospite, motivato come poche altre volte, cinico e concreto come difficilmente lo si ricorda: suo il primo spunto (3′) con una conclusione in diagonale che manda il pallone un metro sopra la traversa. La replica svizzera arriva dopo 4′: Stocker al tiro dalla distanza, la sfera sorvola sulla testa di Julio Sergio. L’estremo ospite è decisivo al 12′, quando gli tocca respingere una conclusione ravvicinata di Huggel sugli sviluppi di una mischia. Dal 15′ al 16′ Juan si immola in un paio di circostanze, poi il tridente giallorosso cambia marcia e va a siglare il vantaggio: è il 17′ quando Totti tocca per Vucinic e il montenegrino appoggia per Menez.

Champions League: Tottenham – Inter 3-1

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Quarta giornata Champions League gruppo A
Stadio White Hart Lane, Londra:
Tottenham-Inter 3-1
Reti: 18′ pt Van der Vaart (T), 16′ st Crouch (T), 35′ st Eto’o (I), 44′ st Pavlyuchenko (T)

Lo spauracchio Bale (che a San Siro, tripletta, ha fatto meglio di Eto’o, doppietta) ma anche il colpo d’occhio di un White Hart Lane colmo da strabordare. Il riscatto di Crouch (che all’andata non l’hanno visto nemmeno le telecamere delle tivvù) ma anche il rientro dal primo minuto di Goran Pandev al fianco di Sneijder e Biabiany.

L’assenza tra gli undici titolari di Julio Cesar (neppure panchina) con conseguente opzione Castellazzi ma anche l’innesto tra gli Spurs di Cudicini a difesa della porta (Gomes, espulso al Meazza, sconta il turno di squalifica). La conferma – guadagnata sul campo, al Marassi – di Muntari nella mediana nerazzurra (verità per verità, non vi sono alternative) ma anche gli insidiosi inserimenti dell’olandese Van der Vaart (schierato a sorpresa).

In attesa di ritrovare Milito in condizioni ottimali (ancora panchina per l’argentino), Benitez concede a Coutinho di rifiatare tra le riserve e, memore dell’epilogo di quindici giorni fa, chiede all’Inter di mettere in bella vista una caratteristica tra tutte. Concentrazione fino al triplice fischio. A tentare di scaldare subito i guantoni di Cudicini ci pensa Eto’o: al 7′ il camerunense si libera di Kaboul e conclude verso la porta avversaria.

L’estremo di casa osserva il pallone uscire di tanto così. Due minuti dopo la replica dei locali: Huddlestone serve Modric che sbeffeggia Lucio ma non Castellazzi (parata a terra). Ritmi alti, i due centrocampi intercettano e impostano ma di occasioni da gol, fino al 18′, se ne vedono poche. 18′, si diceva. E al 18′ si addormenta prima Muntari (saltato da Modric) e poi la retroguardia ospite. Allora, Van der Vaart evita il fuorigioco e va. Dai 12 metri lascia partire un diagonale che finisce in rete alla destra di Castellazzi.

Champions League: Inter – Tottenham 4-3

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Terza giornata Champions League gruppo A
Stadio Meazza di San Siro, Milano
Inter-Tottenham 4-3
Reti: 2′ Zanetti (I), 11′ rig. e 35′ Eto’o (I), 14′ Stankovic (I), 8′ st, 45′ st e 46′ st Bale (T)

Solo conferme per Rafa Benitez: la vittoria di Cagliari e le necessità suggeriscono al tecnico nerazzurro di proseguire in maniera convinta con la formazione che ha sbancato il Sant’Elia. Unica novità, il ritorno di Cambiasso che, intanto, si accomoda in panchina. Il 4-4-1-1 del Tottenham si chiude con quella pertica di Crouch quale vertice alto del modulo mentre, in realtà, la formazione di Redknapp avrebbe fatto meglio ad affidarsi a santi in paradiso. If I knew, si sarà ripetuto oltre Manica dopo nemmeno un quarto di gara.

Perchè tanto è bastato ai padroni di casa per chiudere una partita in cui il divertimento è stato (quasi) tutto a senso unico. Presi a pallonate, gli inglesi non sono sembrati (il risultato non inganni) neppure in grado di limitare i danni. Che, dopo 2′ di gioco, si sono iniziati a vedere: da Zanetti a Coutinho, dal brasiliano a Sneijder. Con pallone restituito al capitano che alza la testa, vede Gomes e lo infila con un piatto piazzato. If I knew, deve aver cominciato a ripetere mentalmente Harry Redknapp conservando in ogni caso la fiducia che – quando mancavano 88′ da disputare – si era affievolita senza per questo sparire.

Tuttavia, se capita di incrociare chi è capace di giocarsi il destino in 5′ senza che lo faccia per incoscienza – semmai per evidente convinzione dei mezzi – diventa dura anche con la tutela dei santi in paradiso. Infatti, al cospetto di un’Inter stratosferica, gli Spurs crollano. Al 7′ Sneijder imposta l’azione e pennella per Biabiany. L’estremo avversario stende l’attaccante in maniera evidente: rigore per i nerazzurri, Gomes finisce anzitempo negli spogliatoi e Samuel Eto’o rimpolpa il bottino di reti stagionali (13, saranno poi 14)  battendo il neoentrato Cudicini (11′).

A perdersi dietro ai festeggiamenti altrui sono solo gli ospiti, visto che Coutinho, Maicon e Stankovic tornano in partita in un battito di ciglia. Ed è uno spettacolo, il reciproco duettare, che si tramuta in ennesima rete: al 14′ è il serbo a calciare a tal punto angolato che anche Cudicini, tra sè e sè, l’avrà pensato. If I knew. “Me l’avessero detto”…

Champions League: Real Madrid – Milan 2-0

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Terza giornata Champions League gruppo G
Stadio Bernabeu, Madrid
Real Madrid-Milan 2-0
Reti: 13′ Ronaldo (R), 14′ Ozil (R)

Tramortiti così. Con un uno-due capace di spezzare la partita in men che non si dica. Il Milan della prima parte di gara non esiste. O non resiste. Perchè di fronte le undici Merengues aggrediscono dall’istante immediatamente successivo al fischio del direttore di gara.

Tanto Real Madrid a scapito di una squadra – non ci fosse il blasone della bacheca verrebbe da dirlo – intimorita: pieni di paura, i rossoneri, il cui centrocampo fa il paio con la difesa e va in bambola davanti a un Cristiano Ronaldo tornato quello che vorrebbero sempre vedere gli sponsor. CR7, semplicemente un fenomeno a cui basta dar palla per lasciare che inventi.

Oppure, come accade al 13′ in occasione della punizione concessa ai locali, basta semplicemente consegnargliela che poi, a sistemarla a terra ci pensa da sè. Calcia con potenza e precisione mentre la barriera ospite si apre che ancora ti chiedi perchè: Amelia può solo osservare la sfera passargli di fianco, sulla sinistra, e finire in rete.

Il 4-3-1-2 di Allegri (Pato, Ibra, Ronaldinho ci sono) non fa in tempo ad assestarsi che, tanto, lui è già sfilato un’altra volta. CR7. Lo lasci al limite dell’area, conti fino a due, ha già eluso l’intervento dei marcatori e fatto in tempo a mettere in mezzo. Tra Ozil e il raddoppio ci sono 14 metri e la schiena di Bonera.

Tra Amelia e il miracolo, gli stessi metri, la stessa schiena. La sorte dice Real, seconda rete in due minuti. Mourinho gongola mentre Gattuso e compagni abbozzano una reazione: la si nota sotto il profilo agonistico, assai meno se provi a fare la conta delle conclusioni.

Champions League: Roma – Basilea 1-3

Foto: AP/LaPresse

Terza giornata Champions League gruppo E
Stadio Olimpico, Roma
Roma-Basilea 1-3
Reti: 12′ Frei (B), 21′ Borriello (R), 43′ Inkoom (B), 47′ st Cabral (B)

Pacco regalo di Claudio Ranieri a Philippe Mexes: in barba alle attese (Juan titolare), il testaccino opta per il francesino affidando, a lui e Burdisso, la zona centrale della retroguardia. Per il resto, confermati i giallorossi schierati dal 1′ contro il Genoa. Nelle file del Basilea nessuna modifica dell’ultima ora: l’esperienza di Frei e Streller (unica punta nel 4-4-1-1 scelto da Fink) innanzitutto, poi la solidità di una squadra compatta in ciascun reparto.

Solidi, per nulla intimoriti: gli elvetici iniziano come studiato a tavolino. Tempestivi nelle chiusure, corti e concentrati, pronti nelle ripartenze: i capitolini si affidano a spunti personali (Borriello al 5′: salta l’uomo ma calcia con esiti da dimenticare) ma faticano a ingranare. Solita titubanza, fatica a impostare: se ne accorgono, eccome, gli ospiti a cui non resta, dopo aver preso coraggio, che rilanciare l’azione. E andare in gol.

E’ il 12′ e la coppia Streller-Frei (l’ordine è temporale) castiga i locali duettando al limite. Sinistro di controbalzo di Frei, Lobont può solo mostrare tutta la perplessità del caso. Contraccolpo giallorosso per i successivi 10′: c’è confusione in mezzo al campo (dove Taddei trotterella a pieni polmoni), Totti è spesso in fuorigioco (due volte in due minuti tra il 16′ e il 18′). Poi, manco fosse la Polly cinematografica, arriva lui. Che, in fondo, te l’aspetti. Marco Borriello.

Champions League: Inter – Werder Brema 4-0

Seconda giornata Champions League gruppo A
Stadio Giuseppe Meazza, San Siro
Inter-Werder Brema 4-0
Reti: 21′ pt, 27′ pt e 35′ st Eto’o; 34′ Sneijder

Rivoluzione Benitez: dettata da necessità (Milito out), certo. Ma pure dallo spirito propositivo, mostrato fin qui dall’ex Liverpool, nei confronti dei talenti in erba che militano in nerazzurro. Dal 1′ sia Biabiany che Coutinho, Eto’o e Sneijder ci sono, in retroguardia Cordoba per Samuel.

Tra i tedeschi si vede l’ex Arnautovic ma a far vedere i sorci verdi al tifo presente al Meazza è Hugo Almeyda il quale, dopo 2′ di gioco, supera Julio Cesar con un pallonetto ma trova l’intervento provvidenziale di Lucio. Ancora il 23 del Werder a mettere i brividi: al 4′, grande conclusione su punizione ma l’intervento dell’estremo locale è altrettanto impeccabile.