Inter, Juve e Roma in campo: sarà il giorno dello scandalo?

“Sta per arrivare il giorno dello scandalo”: così parlava Josè Mourinho qualche giorno fa, nel bel mezzo della sua invettiva contro tutto e tutti. E chissà se al termine degli anticipi della ventisettesima giornata di campionato ci ritroveremo a dar ragione al portoghese…

Polemiche a parte, quella di oggi promette di essere una grande giornata di calcio, con incontri avvincenti e ricchi di motivazioni per le sei compagini che scenderanno in campo.

L’antipasto delle 16 ci propone uno stuzzicante  Roma-Udinese, con i capitolini che si giocano la possibilità di avvicinare il quarto posto ed i friulani in corsa per raggiungere un piazzamento Uefa. Tutto questo pensando alla settimana che verrà ed ai rispettivi impegni in campo internazionale (la Roma nel ritorno di Champions con l’Arsenal e l’Udinese nell’andata di Coppa Uefa con i campioni in carica dello Zenit St. Pietroburgo).

Mourinho è orgoglioso, Spalletti si offende e Ranieri si autocensura

Il suo lungo sfogo di fronte alle telecamere ha creato un gran polverone nel calcio italiano, come del resto ogni volta che apre bocca e rende pubblico il suo pensiero. Le reazioni, per lo più negative a dire il vero, non sono mancate, ma lui non fa marcia indietro e, anzi, ribadisce il concetto a beneficio di chi non avesse capito fino in fondo. Lui naturalmente è Josè Mourinho, lo Special One, l’uomo che non deve mai chiedere scusa, qualunque sia l’argomento di discussione:

Non è ‘arrabbiato’ l’aggettivo giusto per definirmi in questo momento. E’ orgoglioso la parola giusta. Io sono orgoglioso di me. Quel che ho detto martedì è quello che avrei voluto dire.

Quello che ha detto, però, non è piaciuto alla stragrande maggioranza di coloro che seguono il pianeta calcio e, a parte qualche segno di solidarietà, per il resto il portoghese si è beccato un mare di critiche. Ed oggi, alla vigilia della ventisettesima giornata di campionato, tornano a parlare della questione i due tecnici bersagliati da mister Mou nel celebre monologo.

La Lazio e Mourinho affondano la Juventus

Premessa doverosa e necessaria: la Lazio ammirata ieri in Coppa Italia ha meritato ampiamente di vincere, tanto che nessuno avrebbe gridato allo scandalo se il forcing finale avesse prodotto addirittura il terzo gol. Bella Juve per un tempo, poi quasi solo Lazio, premiata alla fine con la terza vittoria consecutiva. Applausi. Giusto così.

Terminata la premessa, però, cominciano i dubbi: ve la sentireste di scommettere che il signor Tagliavento non abbia ascoltato il lungo sfogo di Mourinho in conferenza stampa? Mister Ranieri ha delle riserve in proposito, sentendosi in qualche modo penalizzato:

Il nostro gol annullato era regolare? Non mi sorprende. In tutta la direzione della partita l’arbitro mi è sembrato severo con noi. Sulle ammonizioni mi è sembrato un po’ cinese, con noi era sempre giallo. Ma va bene così.

Mourinho attacca, Cobolli Gigli non capisce

E’ in Italia da diversi mesi, ma forse solo in questi giorni si è reso conto di cosa significhi essere l’allenatore della squadra prima in classifica, quella che negli ultimi anni, per un motivo o per l’altro, ha finito per prendere il posto della Juventus, diventando la più odiata d’Italia.

Eh già, caro Mourinho, i primati si pagano in termini di visibilità ed è scontato che ogni “piccolo favore” o, se preferisci, errore arbitrale venga ingigantito, lasciando dubbi sull’onestà di chi dovrebbe garantire la massima imparzialità sul campo di gioco. Le vicende delle ultime settimane (falli di mano, squalifiche mancate, fuorigioco vari e rigori generosi) sono sotto gli occhi di tutti e non si può certo dire che l’Inter sia finita gratuitamente nell’occhio del ciclone, ma lo Special One non ci sta e cerca di spostare l’attenzione su altri particolari, pur di riportare tranquillità intorno alla sua squadra:

A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l’onestà intellettuale. Negli ultimi due giorni non si è parlato della Roma che ha grandissimi giocatori, ma che finirà la stagione con zero titoli. Non si è parlato del Milan che ha 11 punti meno di noi e chiuderà la stagione con zero titoli. Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali.

Lazio e Juve, tre punti d’oro

Tre punti in casa del Lecce, altri tre tra le mura amiche: la Lazio torna a sorridere dopo un periodo di appannamento e fa pace con i propri tifosi, che solo qualche settimana fa contestavano squadra e allenatore. Un problema che non ha la Juventus, seconda in classifica e mai toccata dai moti popolari, ma ugualmente obbligata a vincere per non perdere la comoda posizione alle spalle dell’Inter e magari sperare in un regalo della Roma, impegnata stasera proprio contro la capolista.

Missione compiuta per gli uomini di Ranieri di fronte ad un Napoli che cerca ormai da troppi turni di tornare ai livelli di inizio stagione, incassando però una sconfitta dopo l’altra, mentre la classifica comincia a piangere. E dire che ieri i partenopei avrebbero potuto sfruttare la stanchezza della Juventus dopo le fatiche di Coppa. Invece nel primo tempo gli uomini di Reja hanno lasciato troppo spazio alla Vecchia Signora, che dopo diversi tentativi è andata a segno nell’azione forse meno nitida (tiro di Marchisio deviato da Blasi).

Nella ripresa, poi, il Napoli ha cercato di imbastire qualche buona azione tanto che, a sentire Reja, nessuno si sarebbe scandalizzato per un pareggio. Ma la Juve ha saputo capitalizzare al meglio in una gara poco spettacolare, in attesa del trittico dei prossimi giorni (Lazio in Coppa Italia, derby e ritorno con il Chelsea).

Juve, torna l’idea Diego

Diego alla Juve? Fino ad un mese fa la trattativa sembrava ben avviata verso una soluzione rapida. Il talento brasiliano del Werder Brema interessava non poco i dirigenti di Corso Ferraris, tanto che si parlava di un suo passaggio in maglia bianconera già dal prossimo giugno.

Poi un po’ per l’alto costo dell’operazione (20 milioni), un po’ per la titubanza di Ranieri (non proprio convinto di aver bisogno di un calciatore con le sue caratteristiche), un po’ anche per il ritorno di fiamma con Antonio Cassano, il centrocampista è finito nel dimenticatoio. Almeno fino a qualche giorno fa.

Ora però la situazione sembra mutata ed il club bianconero è tornato a bussare alla porta del Werder, convinto dalle ottime prestazioni del ragazzo contro il Milan e dalla necessità di sostituire Nedved sin dalla prossima stagione.

Nedved: “A fine stagione mi ritiro”

Voleva ritirarsi già tre anni fa, poi la retrocessione in B della Juve lo convinse a restare per tornare in A. Il pensiero però di chiudere in serie A una carriera gloriosa lo ha convinto a rimanere ancora per un’altra stagione. Lo scorso anno ci aveva pensato, ma poi ha capito che quest’anno avrebbe avuto l’ultima occasione per vincere la Champions League, e ha prolungato ancora una volta. Ma adesso basta, ha quasi 37 anni, e le forze cominciano a mancare. Pavel Nedved lascerà il calcio a fine stagione.

L’annuncio è arrivato dopo la sconfitta dello Stamford Bridge sul sito dell’Uefa, ma il ceco si affretta a dire che la partita di ieri non ha influenzato la sua scelta. Aveva infatti già deciso di lasciare prima della gara, e poi sull’1-0 tutto può ancora succedere, e la speranza di vincere la Champions ancora non è soffocata.

Champions League: stasera la Juve all’esame Chelsea

Il derby d’Europa non è cominciato nel migliore dei modi per le squadre italiane scese in campo nella serata di ieri. A voler trovare il lato positivo della faccenda, si potrebbe dire che la Roma ha fatto quanto ha potuto contro un Arsenal arrembante, limitando al minimo i danni, in attesa della gara di ritorno, mentre l’Inter può sorridere del fatto di non aver subito gol in casa (meglio uno 0-0 che un 1-1, ad esempio).

Fatto sta che il bilancio al momento è in favore delle compagini inglesi e stasera toccherà alla Juventus l’arduo compito di risollevare le sorti del calcio italiano, cercando di confermare in quel di Londra le ottime prestazioni esibite nella fase a gironi.

Di fronte si ritroverà un Chelsea col dente avvelenato, che ancora non ha digerito la sconfitta nella finale dello scorso anno, quando capitan Terry scivolò al momento del rgore decisivo. Ma anche la Juve ha mille ed un motivo per caricarsi, primo fra tutti un digiuno di successi in campo internazionale che ormai dura da secoli.

Inter, Juve e Roma avvisano le inglesi

Parola d’ordine: vietato distrarsi. Lo aveva detto pubblicamente Mourinho alla vigilia della gara col Bologna, ma immaginiamo che anche Ranieri e Spalletti abbiano fatto discorsi simili nel chiuso dello spogliatoio.

La Champions è uno degli obiettivi delle tre squadre italiane approdate agli ottavi, forse l’obiettivo più ambizioso, ma la finale di Roma è ancora troppo lontana e per ora conviene concentrarsi su un campionato che non ha ancora dato verdetti definitivi.

Lo sa bene Mister Mourinho che aveva chiesto ai suoi di non scherzare di fronte all’impegno di campionato, nonostante il divario quasi abissale dalle inseguitrici. Ed i suoi non hanno scherzato, andando a guadagnare a Bologna tre punti che significano distanze mantenute su Juve e Milan e avvertimento al Manchester, prossimo avversario in Champions. Gli inglesi, dal canto loro, hanno risposto con il medesimo risultato, ottenuto in casa contro il Blackburn, nella gara che poteva regalare l’imbattibilità europea a Van Der Saar.