Fino a qualche mese fa il suo nome era spesso accostato 
a grandi club, come se in Europa nessun altro tecnico potesse garantire il successo quanto lui. E lui, 
Roberto Mancini da Jesi, gongolava all’idea di sedere su panchine 
più comode e non meno prestigiose di quella che occupava e si permetteva persino il lusso di puntare i piedi e di 
rassegnare le dimissioni in diretta televisiva.
Era la sera dell’11 marzo e l’Inter usciva ridimensionata dai suoi sogni di gloria, cedendo il passo ad un Liverpool decisamente più forte e meglio messo in campo. Nerazzurri a casa e Reds avanti nella corsa alla Champions League, unico trofeo che il tecnico non è mai riuscito a mettere in bacheca.
Di lì, l’intenzione a saltare dalla barca, poi ritirata nei giorni successivi per intercessione di Moratti. Ma il popolo nerazzurro sapeva che il Mancio aveva i giorni contati e che il divorzio si sarebbe consumato al termine della stagione. E così è stato, ma è lecito chiedersi dove siano finiti tutti quei club che facevano la fila davanti alla sua porta, se è vero che la prima vera offerta è arrivata oggi, 20 luglio, e per di più da una squadra che si chiama CSKA Mosca.