Caos societari: Avellino e Messina rischiano di non iscriversi al campionato

di Redazione Commenta

Nel campionato di serie B non tira una buona aria. Sarà che non viene molto calcolato dai media, o che i diritti televisivi, dopo il picco della retrocessione della Juve, sono completamente scomparsi. Fatto sta che nella serie cadetta e in C l’iscrizione di molte società per il prossimo anno è in pericolo.

Sembra momentaneamente sistemata la situazione dello Spezia, che con la retrocessione venderà i suoi migliori pezzi per salvare la società, oltre che grazie all’aiuto popolare dell’associazione “Lo Spezia siamo noi“. Molto peggio se la passano Messina e Avellino. I siciliani hanno perso il loro presidente, Franza, in maniera definitiva, dopo le dimissioni presentate qualche giorno fa. L’Avellino invece, dopo la retrocessione in C, ha visto i suoi debiti aumentare talmente tanto da mettere in difficoltà il presidente irpino.


Ma andiamo in ordine di tempo. La prima società a presentare guai è, come detto, il Messina. Già dopo la retrocessione dalla serie A alla B Franza cominciò a mostrare segni di insofferenza. Dopo il deludente risultato di questa stagione non ce l’ha fatta più e ha deciso di mollare tutto. Con un comunicato, diramato il 7 giugno scorso, i Franza dichiaravano di non voler iscrivere il prossimo anno la squadra al campionato cadetto. E così l’assemblea dei soci ha adesso solo 20 giorni di tempo per risolvere la questione. Entro il 28 giugno infatti bisognerebbe rimediare almeno i 3 milioni e mezzo che servono per iscrivere la squadra alla B; dopodichè bisognerà trovare acquirenti seri per poter mandare avanti la società.

Calcio e politica si intrecciano, dato che finora gli unici a dimostrare interesse a rilevare la società sono stati i tre candidati sindaco della città, in vista delle elezioni dei prossimi giorni. Francantonio Genovese ha annunciato che cercherà di formare una cordata di imprenditori locali per rilevare il Messina Calcio, oppure a sborsare di tasca propria i 3,5 milioni per iscrivere la società alla B; Giuseppe Buzzanca ha invitato la famiglia Franza a ripensarci; Fabio D’Amore ha invece promesso di puntare su un gruppo imprenditoriale del Nord per l’acquisto della società. Cosa non si fa per qualche voto in più. Ma intanto il mercato non riesce ad andare avanti, e sono state bloccate le presentazioni dei neoacquisti De Lucia e Pradolin, mentre fino al 30 giugno i siciliani non potranno muoversi, date le incertezze sul futuro societario. Ma intanto è la città che cerca di muoversi concretamente, formando il comitato “La mia città“, un’organizzazione che tenterà di raccogliere i milioni necessari all’iscrizione al campionato direttamente dalle tasche dei cittadini, che saranno invitati a versare volontariamente un contributo di 50 euro.

Molto simile la situazione dell’Avellino, che però con la retrocessione in C non ha tanto il problema dell’iscrizione al campionato, quanto quello di rientrare nei debiti. La situazione passiva attuale parla di circa 9 milioni di euro di debito, troppi per l’amministratore unico Massimo Pugliese, che ha dichiarato di voler regalare la società al primo offerente che si accollerà i debiti. Ma intanto la società è stata messa nelle mani del sindaco Guseppe Galasso, e se non si dovessero riuscire a recuperare i soldi per coprire le perdite ed iscriversi al campionato con la cessione dei calciatori migliori, la società irpina rischierà di fallire. Nella peggiore delle ipotesi il Messina ripartirà dalla C2 e l’Avellino addirittura dalla D.

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