Cagliari – Roma, partita valida per la quarta giornata del campionato di Serie A 2012-2013, non si gioca. Lo ha deciso nella notte il Prefetto della città sarda, al termine di un sabato convulso in cui Cellino ha incoscientemente lottato contro le istituzioni invitando i tifosi a recarsi presso l’impianto di Is Arenas nonostante fosse ancora ritenuto inagibile (per questo motivo la gara si sarebbe giocata a porte chiuse). Nel frattempo, la FIGC ha subito aperto un’inchiesta e con molte probabilità sarà assegnato il 3-0 a tavolino ai giallorossi.
LA SFIDA DI CELLINO – La situazione è precipitata quando il Cagliari, per voce del presidente Cellino, ha invitato i tifosi a sfidare le istituzioni e recarsi comunque allo stadio a seguire il match:
La Società Cagliari Calcio, rappresentata dal presidente Massimo Cellino, i tesserati e tutti coloro che lavorano per essa, visto il perdurare della situazione che porta a non vedere più un futuro per via delle difficoltà burocratiche e il disinteresse collettivo delle istituzioni, invita e chiede a tutti i suoi tifosi, titolari di biglietto e abbonamento, di recarsi allo stadio per assistere alla partita Cagliari-Roma nel rispetto dell’ordine e della civiltà. La Società Cagliari Calcio e i suoi ingegneri reputano infatti la struttura agibile e sicura. Questo atto, assolutamente pacifico, spinto dal dolore e dalla frustrazione, per difendere il diritto di esistere. Viceversa è giusto prenderne atto.
Una mossa pericolosa, perché sentendo le testimonianze raccolte da CalcioPro di alcuni tifosi del Cagliari la struttura messa così è inaccettabile (mancano parcheggio e piano anti-incendio, la sala stampa è organizzata alla meglio e gli spogliatoi praticamente non esistono. Le recinzioni, citando testualmente, sono da campo di provincia). Totalmente tutto il contrario da quel che ci si aspetterebbe da un impianto destinato a ospitare una partita della massima serie di calcio. Messo con le spalle al muro, il Prefetto ha allora optato per la drastica decisione di rinviare il match, scatenando la furia della Roma, che è nel frattempo rientrata a Fiumicino, annunciando che si muoverà per chiedere giustamente la vittoria a tavolino per 3-0. L’articolo 17 in questo senso parla chiaro.
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