Scontro Aic-Lega sul contratto collettivo. A rischio la partenza del campionato

di Redazione Commenta

Foto: AP/LaPresse

Il più grande timore di questa estate era rappresentato dalle conseguenze del calcio scommesse sulla stesura dei calendari e sul possibile rinvio della partenza del campionato. Ebbene, pare che lo scandalo dell’estate 2011 non influirà più di tanto sullo svolgimento regolare del prossimo campionato, ma potrebbero esserci altre vicende a rinviare il fischio d’inizio, stando almeno alle minacce dell’Associazione Italiana Calciatori.

All’indomani della disputa della Supercoppa Italiana, infatti, il mondo del calcio nostrano ha trovato sul comodino un bel documento firmato dai capitani di tutte le squadre di Serie A, che rivendicano la necessità di arrivare alla definizione del contratto collettivo prima che inizi la stagione 2011-2012. Sul banco degli imputati c’è la Lega, che non ha ancora trovato il modo, il tempo o la voglia di arrivare alla soluzione di un problema che va avanti da troppi mesi e che a questo punto non può più essere ignorato.

Questo il testo del documento firmato tra gli altri da Del Piero, Totti, Zanetti e Gattuso:

In occasione dell’inizio della stagione agonistica con la partita della Supercoppa giocata ieri tra Milan ed Inter, i calciatori di serie A, come anticipato nei giorni scorsi dal presidente Aic Tommasi, vogliono portare a conoscenza dell’opinione pubblica la sconcertante situazione attualmente in atto per il rinnovo del contratto collettivo. Gli accordi conclusi tra la delegazione dell’Assocalciatori e la delegazione della Lega serie A e certificati dalla Figc nel mese di dicembre 2010 sono stati disattesi dall’Assemblea delle società con una scelta sorprendente ed inaccettabile. In conseguenza di ciò, permane oggi un inammissibile periodo di deregolamentazione che lede le nostre tutele non di carattere economico e che potrebbe, ai sensi della legge 91/81, mettere in dubbio la validità dei nostri contratti. Per quanto possa sembrare assurdo, l’Italia è oggi l’unico paese calcisticamente evoluto nel quale non esistono precise norme contrattuali in vigore per tutti i tesserati.

I calciatori minacciano di incrociare le braccia (o le gambe, fate voi), mentre Beretta, presidente della Lega di Serie A, non ne vuol sapere di scendere a patti. Come finirà?

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