Champions League Barcellona-Chelsea semifinale andata: Messi e compagni sbattono sul muro issato dai Blues

di Redazione 1

Barcellona-Chelsea 0-0

BARCELLONA: Víctor Valdés, Daniel Alves, Márquez (dal 52′ Puyol), Pique, Abidal, Xavi, Toure, Iniesta, Messi, Eto’o (dall’82’ Krkic), Henry (dall’87’ Hleb). All. Guardiola.

CHELSEA: Cech, Ivanovic, Alex, Terry, Bosingwa, Ballack (dal 95′ Anelka), Mikel, Essien, Lampard (dal 71′ Belletti), Malouda, Drogba. All. Hiddink.

Arbitro: Wolfgang Stark

Note: ammoniti Ballack, Alex, Tourè

Barcellona-Chelsea: Camp Nou
esaurito fino all’ultimo posto per la prima sfida che decreterà, in un andata-ritorno infuocato e dal pronostico incerto, la prima finalista della Champions League 2008/09.

Nei primi minuti sono subito i padroni di casa a rendersi pericolosi e già al 2′ è brivido per i Blues: punizione dalla sinistra, testa ravvicinata di Eto’o sul palo opposto ma Stark interrompe per fuorigioco. Momenti concitati con il pallino che staziona a centrocampo tra le grinfie dell’uno e dell’altro reparto di mediana: le stelle Messi e Drogba non si vedono anche per la fatica di conquistare spazi, il più pericoloso è Dani Alves, in campo a sorpresa al posto di Puyol. Tocca proprio al centrocampista locale provarci al 18′: suo il cross teso che mette in affanno la retroguardia di Hiddink. Il trio delle meraviglie blaugrana cresce alla distanza: Henry il primo ad affacciarsi dalle parti di Cech con uno spunto personale che gli consente di liberarsi della marcatura di Alex, bravo poi a rinvenire e mettere in angolo. Non è la gara del Barca e lo si capisce per il fatto che la fisicità del Chelsea consente a Malouda e compagni di spezzare sul nascere – e con interventi non sempre puliti – le trame impostate dai locali, cui non basta aver chiuso gli avversari nella propria metà campo.

Fraseggi, passaggi, meline e possesso palla per il Barcellona; tanto contenimento per gli ospiti ma anche l’occasione da gol più nitida del primo tempo: è il 39′ quando un errore di Marquez smarca involontariamente Drogba. L’ivoriano ha sul piede la palla per l’importantissimo vantaggio esterno ma ancor più bravo di lui è Valdes, decisivo nel salvare in due occasioni il risultato. Portiere e attaccante erano a tu per tu. Si va negli spogliatoi a reti inviolate, tre gli ammoniti per gioco scorretto: Alex e Ballack per gli ospiti, Tourè per i blaugrana.

Nella ripresa si ricomincia con gli stessi elementi che hanno disputati i primi 45′ di gioco. Come accaduto precedentemente, l’avvio di gara mostra un Barca tonico e pressante e il Chelsea contratto. Nonostante ciò, gli inglesi sanno essere pericolosi in fase di ripartenza e al 2′, sugli sviluppi di una punizione dalla sinistra affidata ai piedi di Drogba, tocca a Ballack provarci con un colpo di testa che finisce fuori di poco. La prima emozione – anche se negativa – della ripresa è un incidente capitato a Marquez, a cui pare essere ceduto il ginocchio. Inevitabile il cambio: in campo Puyol, escluso da Guardiola all’ultimo minuto.

La paura di prendere gol, che sembrava accompagnare solo gli ospiti, a questo punto prende il sopravvento anche sul Barca, non più pungente e offensivo come nel corso del primo tempo. Per dieci minuti null’altro da registrare se non le fitte giocate sviluppate nella zona di mediana, poi occasione per i padroni di casa al 17′: gran diagonale di Dani Alves e impeccabile risposta di Cech in tuffo di pugno. Ancora Barcellona: al 24′ azione personale di Eto’o che guizza in area, si libera per il tiro ma Cech sventa in uscita: angolo.

Ospiti in balia dell’avversario nonostante Alex e compagni non fatichino più di tanto a salvaguardare la propria area di rigore; locali in avanti al 28′: palla da Eto’o a Henry, il francese perde la sfera e va a terra con la complicità di un difensore. L’arbitro non fischia. Finale concitato e confuso senza che nessuna delle due formazioni riesca a costruire un’azione pericolosa. Cinque i minuti di recuper e al 48′ è ghiotta la possibilità per il Barcellona di trovare il vantaggio: il Chelsea sbaglia un fuorigioco, Hleb se ne va e arriva fino in area di rigore e lo chiude il solito Cech.   Nulla di fatto. Si decide nella gara di ritorno.

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