Roma: le promesse di Adriano

E venne il giorno di Adriano, presentato oggi ai suoi nuovi tifosi allo stadio Flaminio di Roma. Ad attenderlo circa 5.000 ultras pronti ad applaudire l’ingresso dell’Imperatore nella Città Eterna, l’unico luogo ove il titolo del brasiliano assume un significato “storico” (l’Imperatore a Milano faceva un po’ sorridere, diciamoci la verità).

I suoi compagni di nazionale sono in Sudafrica per tentare di conquistare il loro sesto titolo mondiale, mentre lui riparte proprio da Roma per cercare di riprendersi quello che gli apparteneva fino a qualche anno fa e che Dunga gli ha giustamente (?) negato.

Lui si dice pronto per la nuova sfida e giura di essere cambiato rispetto all’esperienza milanese, quando si faceva riconoscere più per i colpi di testa al di fuori del rettangolo di gioco che per i colpi di genio in mezzo al campo:

Sono più maturo. Ranieri mi ha detto che mi vuole vedere sempre sorridente, io lo sono sempre. E se mi vedrete triste vorrà dire che c’é qualcosa che non va.

E ancora:

Sono molto felice di essere tornato in Italia, ringrazio Rosella Sensi e sono contento di vestire la maglia della Roma perché so che mi darà molte responsabilità. Rispetto a prima sono cambiate tante cose: sono andato in Brasile dove ho riconquistato la felicità che avevo perso, ora sono più maturo e voglio dimostrarlo qua alla Roma.

Intanto però dovrà dimostrare di essere in condizioni fisiche accettabili, considerando che l’aria del Brasile gli ha fatto metter su qualche chilo di troppo:

Tutti sanno che sono un po’ sovrappeso, chi sta fermo da tempo prende diversi chili in più, però davanti a me ho il progetto che è stato proposto, riprenderò ad allenarmi prima rispetto alla squadra e ho tempo per perdere questi chili.

E su Roma città:

Mi hanno cercato altre squadre, ma a Roma mi identifico di più, è più simile a Rio, la gente è calda e questo aiuta moltissimo, specialmente quando arrivi in una città che non conosci bene.

Ce lo auguriamo, nella speranza che il clima caldo della Capitale non gli dia alla testa.

[Foto: Ansa]

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