La vendita della Roma? Forse tutta una bufala

di Redazione Commenta

Il sasso nello stagno lo ha lanciato due giorni fa il Messaggero, e sembra non avere tutti i torti: c’è il rischio che la vicenda della cessione dell’A.S. Roma al miliardario Soros sia tutta una montatura.

Il dubbio proviene da diversi indizi. Prima di tutto, una società così indebitata ha due modi per salvarsi, o l’ingresso di capitali nuovi (con la vendita) o il tentativo di far salire il prezzo delle proprie azioni. E siccome la cessione non è avvenuta, forse si è montata questa trattativa per far schizzare i titoli della società in borsa. Il secondo indizio è che è vero che l’avvocato Tacopina si era recato a Roma venerdì mattina, ma solo per affari che non c’entravano nulla con l’acquisto della società di calcio.


Di solito due indizi fanno una prova, e su questo ha voluto vederci bene la Consob per quanto riguarda i titoli di borsa, e la Procura di Roma, per il punto di vista penale per alcune attività poco chiare nella gestione della faccenda. Il Messaggero su questo è stato chiaro: “Inutile girarci intorno: sulla pelle della Roma si sta giocando una partita piena di scorrettezze“, ed infatti il comportamento della società non è mai stato molto trasparente, a partire dai protagonisti principali come Rosella Sensi, di solito molto disponibile con i giornalisti, che si è trincerata dietro freddi comunicati stampa che fanno aprire più domande di quante ne riescano a chiudere.

E poi perchè tante informazioni contrastanti? Prima il diniego sulla trattativa, e poi l’incontro a Milano con Soros; prima l’annuncio che Tacopina sarà il prossimo presidente della Roma, e poi si viene a sapere che l’italo-americano non era nemmeno presente all’incontro; e infine prima si nega qualsiasi trattativa, e poi si vede sbarcare lo stesso avvocato Tacopina all’aeroporto di Fiumicino. Insomma una vicenda che manderebbe in confusione anche James Bond, e che merita molta più chiarezza, prima di tutto per il pubblico di Roma e della Roma che non sa più a cosa sperare, e poi per un mercato che sta facendo venire il mal di mare agli investitori di borsa, che vedono in una giornata salire e poi subito dopo scendere in picchiata il valore delle azioni della società.

Ma intanto i magistrati chiedono chiarimenti, forse sarà meglio chiudere la faccenda quanto prima.

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