Lo Monaco-Mourinho: polemica chiusa (o quasi)

Tutto era iniziato una settimana fa, quando quella lingua lunga di Mourinho aveva fatto passare un giocatore de Catania per simulatore, assolvendo di fatto il “suo” Muntari (che tanto innocente non deve essere, visto che si è beccato tre giornate di squalifica per la manata rifilata all’avversario che lo contrastava). Apriti cielo! Il polemico e sempre meno simpatico mister portoghese ha trovato pane per i suoi denti anzi, a dirla tutta “bastonate” per i suoi suoi denti, visto che proprio questo trattamento veniva auspicato dall’ad del Catania, Pietro Lo Monaco.

Di qui il fiume di polemiche e di botta e risposta a distanza tra il dirigente catanese e l’allenatore nerazzurro, che trovava anche un difensore “involontario” nel ministro Maroni, sempre più calato nel ruolo di salva-calcio neanche fosse il ministro dello sport.

Risultato? Lo Monaco è stato deferito alla disciplinare per “istigazione alla violenza”, avendo parlato appunto di “bastonate sui denti” e di “cemento a presa rapida”, senza a suo dire voler convincere qualche scagnozzo a passare dalle parole ai fatti. E’ chiaro che noi la stiamo prendendo sullo scherzo e stiamo giocando su affermazioni che dovrebbero restare nell’ambito sportivo e circoscritte ad un dopopartita in cui le parole solitamente lasciano il tempo che trovano. Ma la questione sembra andare per le lunghe, se è vero che il dirigente del Catania continua a tirare fuori storie che hanno ben poco a che fare con la gara in questione. Cosa è andato a pescare?

Liga: risveglio Barça, 6 gol per uscire dalla crisi

Ritorna finalmente a vincere il Barcellona, che non potevamo più continuare a vedere in zona retrocessione, e che sembra riprendersi dal torpore delle prime due giornate, svegliato da una secchiata d’acqua che vale 6 gol. Si rianima così la squadra blaugrana, che nelle prime due gare era andata in rete solo una volta, e a cui la settimana internazionale ha fatto bene come ha fatto con il Milan.

Nel Barça ritornano in campo i campioni a tempo pieno, e si sente. Certo, lo Sporting Gijon non è che fosse la squadra più difficile da battere, ma quando hai in campo Messi (2 gol), Eto’o (un gol), e quando poi gli avversari ti aiutano anche con un autorete, tutto diventa più facile. Finisce 1-6 per la squadra di Guardiola, che così fa un balzo dal terz’ultimo al nono posto.

Le cinque sorelle avanzano

Finché è durato, è stato un bel sogno: una settimana di primato in classifica per due squadre che non possono permettersi il lusso di cullare ambizioni così alte, sebbene siano destinate a ben comportarsi nel corso del campionato. Ma il sogno è svanito all’alba e le due di testa, Atalanta e Lazio, hanno dovuto cedere la poltrona più comoda a Juventus e Inter, decisamente più abituate ad abitare i piani alti e a non farsi sorprendere dalle vertigini.

E dire che la Lazio aveva sperato di continuare la volata a punteggio pieno, approfittando come un avvoltoio sulla preda del momento opaco del Milan, ancora a zero punti, prima del posticipo di ieri sera. Ma le luci di San Siro sono tornate ad illuminare il gioco dei rossoneri, che come abili giocatori al tavolo verde hanno servito un bel poker agli uomini di Rossi.

I cugini nerazzurri ringraziano e si godono il primato, in attesa di conquistare gli altri tre punti chiesti da Mourinho, prima di affrontare il derby. Intanto è arrivata la vittoria rotonda in casa del Torino, nonostante i brividi nell’ultimo quarto di gara, quando Julio Cesar è stato chiamato agli straordinari per arginare la superiorità granata.

Fantacalcio: risorge la difesa

Aspettiamoci punteggi alti da questa giornata di campionato, perchè anche se non ci saranno numeroni visto che le doppiette si sono prese una giornata di pausa, hanno però segnato ben 22 calciatori diversi, e se una Fantasquadra non ne contiene nemmeno uno, allora è proprio il caso di fare una rivoluzione.

Giornata con non tanti gol quindi, ma ben distribuiti, e soprattutto gol d’autore, che contribuiranno ad alzare le votazioni. Alla fine i punteggi potranno risultare tutti più o meno uguali, quindi attenti alle ammonizioni e ai mezzi punti perchè potrebbero fare la differenza.

Ronie e Dinho: in Brasile la festa porta guai

Brasile, terra di samba, di carnevale, di calciatori dai piedi buoni e… di feste fino all’alba. Sarà anche per questo che la maggior parte dei giocatori che approda da quest’altra parte del mondo soffre di saudade e chiede di tornare in patria appena possibile. E sarà per questo che ultimamente si sente parlare spesso di grandi campioni impegnati più a dimenarsi su una pista da ballo che a dimostrare il proprio valore su un campo di calcio.

E’ questa la storia di due fenomeni del calcio giocato, uno nel pieno della propria attività agonistica, seppur in cerca di un riscatto dopo una stagione deludente, ed uno fermo da mesi ai box per l’ennesimo infortunio subito: Ronaldinho e Ronaldo. Cominciamo dal Fenomeno (con la F maiuscola), che domani soffierà sulla sua trentaduesima candelina, ma che ha vouto anticipare la festa e godersi la compagnia di parenti ed amici in una nota discoteca di Rio de Janeiro. E fin qui nulla di male.

Peccato però che ad un certo punto della serata (in realtà era l’alba) un ammiratore abbia insistito un po’ troppo per avere un autografo del brasiliano, che sentendosi strattonato, ha reagito in malo modo, provocando quasi una rissa. La serata si è conclusa con Ronaldo (decisamente alticcio) che ha preferito dileguarsi dall’ingresso posteriore per evitare i flash dei paparazzi.

Scolari vuole Cristiano Ronaldo

Chelsea-Manchester United era già di per sè una sfida tra le più accese degli ultimi 20 anni. Non bastava la volata scudetto che le due squadre si contendono ormai da diverse stagioni, lo scorso anno si è aggiunta anche la finale di Champions League, strappata ai rigori dai Red Devils contro il Chelsea dei miliardi.

Già tutto questo sarebbe stato sufficiente a rendere la gara di oggi pomeriggio molto arroventata. Ma forse per Scolari non è sufficiente, dato che mettendo da parte il suo aplomb ha detto senza mezzi termini che lui vuole Cristiano Ronaldo nel suo Chelsea, e che se lui lo vuole, lo avrà.

La Roma risorge, il Catania si gode il primato

La Roma c’è! Certo è presto per parlare di resurrezione definitiva, ma già il fatto di aver portato a casa il risultato lascia intendere che il cuore batte ancora. C’era grande attesa per l’anticipo di ieri sera, dopo una settimana di mugugni da parte dei tifosi e di indiscrezioni sul futuro di Spalletti, messo troppo frettolosamente alla gogna, in un calcio dove conta solo vincere.

Il tecnico giallorosso ha dovuto lavorare duro per convincere i ragazzi che la Roma, seppur orfana del talento di Totti a tempo pieno e “indebolita” (a detta di molti) dalle partenze di Mancini e July, può ancora dire la sua e dimostrare di meritare un posto tra le cinque sorelle del calcio italiano.

Ma la gara di ieri sera sapeva già di ultima spiaggia. Perdere ancora terreno dalle dirette concorrenti, significava dover abbandonare da subito i sogni di gloria ed entrare in un tunnel senza uscita. L’importante era dare segni di risveglio, al di là del gioco e degli schemi, sui quali il tecnico toscano sarà chiamato a lavorare a lungo, se vorrà che si torni a parlare di “sistema Spalletti”.

Serie B: crisi delle emiliane, il Parma non sa più vincere, il Modena sa solo perdere

Sembra strano ma il problema dell’abbondanza in Serie B è più che un male che un bene. Le squadre abituate alla massima serie sono solite avere più calciatori per ruolo, ma nella serie cadetta questo non va bene, la riprova ne è il Parma, attrezzato per vincere tutte le gare di campionato, ma che al momento ne ha perse due su quattro.

Il delitto di quest’oggi è stato lasciare Lucarelli in panchina, forse perchè l’allenatore dei gialloblù considerava il Grosseto una squadra materasso, molto più difficile del Frosinone da incontrare tra 3 giorni. E invece i toscani sono molto ben organizzati, stanno chiusi in difesa e ripartono ottimamente in contropiede. Risultato: il Grosseto segna, e quando Lucarelli entra è già troppo tardi. Il Parma rimane più vicina alla retrocessione che alla Serie A, mentre i toscani sono addirittura terzi ad un punto dalla vetta.