Olympiastadion: il teatro della vittoria azzurra

Olympiastadion: quanti ricordi legati a questo nome! Era il 9 luglio del 2006 e l’Italia sollevava al cielo la sua quarta Coppa del Mondo sul prato di questo stadio, il cui nome resterà impresso nella memoria dei tifosi come fu per il Santiago Bernabeu nel 1982.

Uno stadio portafortuna per la nazionale italiana che in questo impianto aveva già vinto l’oro nel ’36 , in quella stessa olimpiade che portò sul tetto del mondo un giovane di colore, Jesse Owens, vincitore di quattro medaglie d’oro, proprio sotto gli occhi di Adolf Hitler, sostenitore della superiorità della razza ariana.

Lo stadio olimpico di Berlino venne completamente ricostruito al posto del vecchio Deutsches Stadion proprio in occasione della kermesse olimpica ed il numero dei posti venne portato da 40.000 a 110.000. Per settanta anni la struttura è rimasta pressoché inalterata, fino all’assegnazione dei Mondiali del 2006, quando si imponeva una ristrutturazione per garantire le norme di sicurezza richieste per l’evento.


242 milioni di euro sborsati in gran parte dal Governo Federale e dall’Olympiastadion Asset Holding Company, che hanno permesso la creazione di un vero e proprio gioiello in termini di comfort e funzionalità. Il numero di posti è stato ridotto a 74.200 tutti al coperto, mentre in precedenza la copertura era assicurata solo per 27.000 spettatori. Il campo di gioco è stato abbassato di 2,65 metri per ridurre la distanza tra gli spalti ed il campo di gioco, migliorando notevolmente la visuale.

Sono state inoltre installate 5000 lampade fluorescenti, che garantiscono un’illuminazione a giorno dell’impianto, due maxischermi ed un sistema modernissimo di altoparlanti, vero fiore all’occhiello della tecnologia tedesca. Come in tutti gli stadi di nuova generazione non mancano i posti vip e Sky, un megastore e i posti Business. Inoltre nella zona sotteranea sono situate, oltre agli spogliatoi, delle aree per il riscaldamento degli atleti, compresa una pista per i 110 metri ed una per il salto in lungo.

Concludiamo con una curiosità legata al terreno di gioco. Subito dopo la finale del 2006, il campo è stato completamente smantellato e le zolle sono state messe in vendita su internet, con tanto di certificato di garanzia. Un pezzo 30×20 costava 75 euro, mentre la zolla del dischetto inutilizzato per i calci di rigore finali è stato pagato 4000 euro. Molti i compratori italiani, ovviamente, che volevano assicurarsi un pezzo di storia, nonché il ricordo di una notte magica.

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