Il miglior acquisto del Milan? Paloschi

di Redazione 1

Perchè andare a cercare i campioni all’estero quando ce l’hai in casa? Nella stanza dei bottoni del Milan si parlava di Ronaldinho, Amauri, o qualche altro sudamericano che potesse fare la differenza nel calcio italiano. E mentre i dirigenti si scambiavano i pareri, c’era un ragazzino che segnava sotto i loro occhi. Unico difetto: essere italiano.

Non si capisce come mai nel calcio dei miliardi (quelli veri) e della globalizzazione si preferisca puntare su nomi esotici, piuttosto che su quelli nostrani. E’ sicuramente quello che si starà chiedendo Paloschi, unico motivo di sorriso della dirigenza rossonera in un’annata disastrosa. Due gol in campionato (in spezzoni di partita), due in coppa Italia, posto “soffiato” a Gilardino e vero e proprio jolly da giocarsi nei momenti di crisi. Carlo Ancelotti non poteva chiedere più di così. Eppure a guardarlo non si direbbe. 1,75 la sua altezza, quella di un centrocampista, non di una punta. 68 i suoi chili di peso, un pò leggerino per essere un ariete. Eppure quando gli avversari se lo vedono arrivare contro cominciano ad avere paura, perchè sanno che è in grado di recuperare la palla in qualsiasi momento, e soprattutto tirare da qualsiasi posizione. E molto spesso segnare, chiedere a Manninger.


Nell’ultima gara, quella disastrosa contro la Sampdoria, viene impiegato come trequartista al posto di Kakà infortunato. Non sarebbe il suo ruolo naturale, ma lui si adatta, è l’unico a correre e combattere su ogni pallone, e viene premiato con un gran gol. “Una delle mie caratteristiche – spiega – è quella di crederci fino in fondo, crederci su ogni pallone finché la palla non è fuori o finché non la recupera il portiere”. Una qualità che i rossoneri sembrano avere smarrito dopo anni di successi. E’ proprio uno come lui che serve al Milan, dove nessuno più sembra più crederci. Serve prima di tutto per la sua giovane età (18 anni compiuti a gennaio, 4 mesi in meno del fenomeno Pato), poi per la sua duttilità tattica, per il fatto che ormai si sente i colori rossoneri tatuati addosso (è nelle giovanili del Milan da dieci anni), e poi perchè sembra uno dei pochi ad essere interessato a ciò che avviene in campo, e non si demoralizza al primo errore (ogni riferimento è puramente casuale).

Certo che con un Ronaldo ormai a pezzi, con Inzaghi che passa più tempo in infermeria che sul campo, con Kakà con le caviglie gonfie, e soprattutto con un Gilardino che sembra un attaccante di serie B, il Milan ha trovato l’America in casa propria.
La generazione di fenomeni partorisce un nuovo campione, che affiancato ai vari Balotelli, Okaka e Giovinco fanno guardare al futuro della nazionale con occhi di speranza.
Ultima curiosità: il suo costo nel Fantacalcio è già schizzato a 8 Fantamilioni, che per un attaccante che è considerato la quinta punta non è poco.

Commenti (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>