Inter, è il giorno di Leonardo

di Redazione Commenta

Foto: AP/LaPresse

Fa quasi impressione vederlo sedere alla destra di Moratti, ancor più vederlo stringere tra le mani la casacca nerazzurra, lui che per anni ed anni è stato una bandiera del Milan, prima da calciatore e poi allenatore. E invece ‘incubo dei tifosi del Diavolo si improvvisamente materializzato, diventando realtà questo pomeriggio, quando Leonardo è stato ufficialmente presentato come tecnico dell’Inter.

I pensieri dei supporters rossoneri al momento sono protesi verso altre situazioni, con il Milan primo in classifica e pronto a rituffarsi sul campionato con un Cassano in più. Ma siamo certi che oggi più di un tifoso è stato colto da un coccolone improvviso allorché Leonardo si presentava al suo nuovo tifo.

Nelle sue prime frasi da nerazzurro, il brasiliano non ha potuto evitare di dedicare un pensiero a quella che fino a qualche mese fa era la sua realtà:

Ho sempre cercato di essere libero, ho sempre detto quello che pensavo, cerco sempre la mia identità. Ho tante cose in comune al Milan e non dimenticherò mai quella società. Ringrazierò sempre il Milan per tutta la vita perché ho fatto il dirigente, il giocatore e l’allenatore. Non ho rimpianti, non mi sento colpevole: sono sempre stato libero, ho sempre detto in che modo volevo vivere all’interno di una realtà.

Riguardo alla nuova avventura:

E’ una situazione molto affascinante quella che sto vivendo. Da 13 anni sono a Milano e sono molto emozionato. Io sono romantico e quando parlavo di sogno non cercavo un lavoro, cercavo il grande stimolo, una grande sfida e più grande di questa credo che non ci sia.

Paura del fantasma di Mourinho?

L’ho chiamato perché arrivare all’Inter senza passare da Josè non si può. Lui è stato straordinario con me, ci siamo confrontati su tante cose e mi sono basato sul suo parere. Conosce molto questo ambiente e spiritualmente è presente. Sono felice di quello che lui mi ha dato. Considero Mourinho un fuoriclasse. Dietro alle brillanti conferenze stampa c’è un lavoro infinito. Io non sono Mourinho, ho fatto un anno da allenatore con mille errori, ma forse anche con tante cose positive. Oggi comincio questa seconda esperienza dopo sei mesi di studio.

E allora speriamo che abbia studiato bene. In bocca al lupo.

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