Platini sui fischi all’inno: fuori la politica dal calcio

di Redazione 2

Francia-Tunisia, incontro internazionale valido per le qualificazioni ai Mondiali del 2010: i transalpini vincono (e bene) contro la ex colonia, Domenech ha in tasca la conferma a ct della nazionale fino alla manifestazione sudafricana, nonostante la gran parte dei connazionali lo veda bene con una zappa in mano a dissotterrare patate in un campo… Ce ne sarebbero di argomenti da portare in prima pagina e invece si parla solo di quei due-tre minuti che hanno preceduto la gara, allorché sono partite le prime note della Marsigliese.

Una bordata di fischi è partita dalle tribune dello Stade de France, coprendo l’inno francese dall’introduzione all’ultima nota. Uno spettacolo non nuovo sui campi di calcio, ma che stavolta ha fatto più clamore del solito, un po’ perché sembrava che la Francia giocasse fuori casa, un po’ perché nella questione hanno voluto metter bocca eminenti personaggi politici, Monsiuer le President, Nicolas Sarkozy, compreso:

In certi casi bisognerebbe sospendere la partita. E’ un insulto per una nazione, per i giocatori. Chi fischia l’inno deve essere interdetto dallo stadio.

Non la pensa così Michel Platini, Presidente della Uefa, che dalle pagine di Le Monde ha espresso la sua opinione anche nelle vesti di ex giocatore:

Trent’anni fa quando giocavo con la nazionale, la Marsigliese era fischiata ovunque. All’epoca non interessava ai politici e non scioccava nessuno. Oggi è quasi un obbligo per un politico prendere posizione. Il calcio è ostaggio della politica che non ha nulla a che vedere con lo sport.

E come dargli torto? Fischi contro gli inni si sentono da sempre sui campi di calcio, basti ricordare l’Argentina di Maradona nella finale di Italia ’90 o la stessa Francia a San Siro lo scorso anno, o ancora il Montenegro a Lecce l’altra sera… Se si sospendesse una gara al primo fischio che parte dalla tribuna, si rischierebbe di non assistere più a gare internazionali.

Resta l’inciviltà del gesto, ci mancherebbe, ma la soluzione al problema non può essere quella di ritirare una squadra dal campo. Qualche anno fa Blatter dichiarò che per evitare situazioni simili sarebbe un bene per tutti eliminare gli inni nazionali dalle competizioni internazionali. E’ chiaro che nemmeno questa via è percorribile. E allora? A sentire Platini l’unica cosa che si può fare è educare il tifoso. Fosse facile!

Commenti (2)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>