Premier League quasi tutta straniera: che fine hanno fatto i calciatori inglesi?

di Redazione Commenta

E’ vero che l’Inghilterra è la nazione che, a livello di club, è la più forte al mondo. E’ l’unica che può vantare tutte e quattro le teste di serie, e vede da anni ormai almeno un suo club in finale di Champions League. Ma perché allora la sua nazionale si trova solo al settimo posto nel ranking Fifa (e fino all’anno scorso era fuori dalla top 10)?

E’ presto detto: i calciatori inglesi sono una razza in via d’estinzione. Secondo un calcolo effettuato dal quotidiano The Sun, il 59,2% dei calciatori che militano in Premier League non sono inglesi. Una percentuale già alta di per sè, ma che si impenna ancora di più se si analizzano i calciatori delle 5 maggiori squadre: 72,4%. Il record va al Liverpool, che addirittura nella scorsa stagione aveva toccato quota 90%.

Considerando che i calciatori inglesi non escono dalla Gran Bretagna quasi mai, l’allarme è molto preoccupante, visto che, sempre secondo lo stesso quotidiano, i vivai si starebbero impoverendo (non per altro spesso si vengono a cercare campioncini anche in Italia come Macheda). Per avere un’idea della situazione, basti pensare che la Francia ha nel suo campionato una percentuale di stranieri che è la metà rispetto a quella inglese: 30,5%, seguita dalla Spagna (35,5), Italia (39,2) e Germania, dove la si alza parecchio, arrivando alla metà.

In Italia un fenomeno simile riguarda solo l’Inter, che raggiunge ben l’81% di calciatori in rosa che non sono italiani. Per fortuna la percentuale si abbassa con le altre grandi come la Roma (59,2%), Juventus (46,1%), Fiorentina (41,6%) e Milan (33,3%).

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