Calciopoli e le telefonate dimenticate: parla un investigatore

di Redazione 2

Lo scandalo Calciopoli è una ferita ancora aperta nel volto del calcio italiano. Le sentenze di primo grado emesse dal Tribunale di Napoli e il fallimentare tavolo della pace proclamato da Petrucci non hanno fatto altro che alimentare ancora le polemiche su quanto accadde in quella rovente estate del 2006, gettando altri dubbi sull’operato della parte investigativa, colpevole secondo la difesa di aver omesso volutamente certi elementi.

A cinque anni e mezzo di distanza in tanti chiedono ancora la verità, non solo i tifosi della Juventus , ma anche il patron della Fiorentina Diego della Valle, condannato a un anno e tre mesi dalla giustizia ordinaria, che ha più volte invocato un altro tipo di tavolo in cui Moratti avrebbe dovuto dare delle serie spiegazioni sulla posizione dell’Inter riguardo alcune telefonate con protagonista l’allora presidente Giacinto Facchetti.

Una verità. Una sua verità prova a darla uno degli uomini di Calciopoli, che ha fatto parte della squadra che ha condotto le indagini le quali hanno poi portato allo scandolo che tutti conosciamo. Lo fa in anonimo, intervistato dal Corriere dello Sport, rivelando che le cose non sono andate poi tanto regolarmente.

LE INTERCETTAZIONI SCOMPARSE – Quello che preme sapere certamente è il perché alcune intercettazioni non siano finite poi nell’inchiesta. Non rilevanti ai fini dell’indagine?

Sì, ascoltavo le intercettazioni. Eravamo dodici, ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, in via in Selci. Ognuno seguiva una singola utenza e a fine giornata facevamo una riunione. Non ho mai avuto sinceramente la sensazione di “tagli”, ma il fatto che c’erano Auricchio (il tenente colonnello del Nucleo Investigativo dei Carabinieri, ndr) e Di Laroni (maresciallo capo dei Carabinieri) che decidevano cosa mettere o non mettere nell’informativa è un altro discorso.

LE SIM SVIZZERE – L’investigatore “pentito” parla anche delle ormai famose SIM svizzere che sarebbero state utilizzate da Moggi nella sua presunta associazione.

Quando vai ad intercettare una scheda straniera, in questo caso Svizzera, devi chiedere l’autorizzazione. L’hanno chiesta ma, nello stesso tempo, hanno già attaccato il telefono. Ma a quel telefono non parlavano. In quindici giorni, questa scheda, non ha fatto niente (la scheda era di Luciano Moggi, ndr). Quindi questa cosa delle schede è stata presto accantonata.

ANOMALIE – L’uomo si sofferma anche su presunte anomalie nel corso dell’indagine. Malfunzionamenti ai server che ad esempio facevano perdere in un occasione anche una trentina di telefonate. E poi, elementi spuntati dal nulla, e altri inizialmente presi in considerazione poi spariti.

Nel corso di questa indagine sono nate delle cose che inizialmente non c’erano, mentre cose che inizialmente c’erano, non ci stanno più. Un esempio è Martino Manfredi (ex segretario della Can A-B, ndr): quando l’abbiamo portato in ufficio era morto, era un cadavere, tremava, aveva paura. Dopo un po’ di tempo, sto Martino un giorno è andato a lavorare in Federcalcio… quando lui ha cominciato ad essere interrogato… improvvisamente è uscita la storia delle palline. E poi le telefonate. Quando c’era qualche problema al server delle intercettazione capitava che ti ritrovavi alla telefonata 280 quando avevi appena finito la 250. E le altre 30? Perse

IL PATTO SALVA-FIORENTINA – Dubbi anche su come è stata gestita la vicenda Della Valle. In particolare, in occasione del pranzo che secondo l’accusa genera il patto per salvare la Fiorentina.

Di questo incontro si è saputo nell’arco di 4, 5 giorni, attraverso le intercettazioni. Il servizio era organizzato con telecamera e microfono direzionale. Con il microfono direzionale, a cinquanta, cento metri, senti quello che uno dice. E lo filmi con la telecamera. Però sta voce non s’è mai sentita…. Io so che l’hanno sentita… Questa cosa è importante perché là io so che non hanno parlato di niente. Ci sono le immagini, Diego e Andrea che scendono dal furgoncino, che si sono incontrati con Bergamo. Hanno dato più rilevanza a questo che non facendo sentire l’audio.

Secondo l’investigatore l’audio della conversazione tra le parti c’è ma non è stata stranamente presa in considerazione. L’uomo ipotizza che la Fiorentina qualcosa ha saputo, per questo durante la difesa ha puntato proprio su questo aspetto.

CONDANNE ESAGERATE – L’anonimo sostiene quindi che alla fine le sentenze siano troppo pesanti rispetto quello che era stato ascoltato. Dopotutto, spiega, non c’è mai stata una partita palesemente truccata come da previsioni.

È una cosa fatta, forzata un po’, ci stava la telefonata, però se vai a vedere effettivamente le partite, partite veramente truccate, dove l’arbitro è stato veramente coinvolto. Non ci sono. Non c’è la partita dove si dice: adesso li abbiamo beccati. Secondo me, di veramente importante, che uno deve prendere cinque anni, sei anni, non ci sta niente.

STOP ALL’INDAGINE – Ad un certo punto c’è stato persino il rischio che l’indagine si fermasse definitivamente per l’assenza di elementi di peso.

Arcangioli. Disse: basta. E lì è nato lo scontro con Auricchio, arrivarono ai ferri corti. Erano impegnate quindici, venti persone per questa cosa qua. E l’autista; e quello che deve andare di continuo a Napoli. Non era cosa… In una sezione di sessanta persone, ne levi quindici, le altre fanno tutto il lavoro.

IL PIANTO DI MOGGI – Per chiudere, è vero che dove si sono svolti gli interrogatori, Moggi si è messo a piangere e Paparesta accusò un malore?

No. Non è vero.

Photo credits | Getty Images

Commenti (2)

  1. Finalmente qualcuno che ci riferisce le cose come stanno. E’ dal 2006 che leggo tutte le intercettazioni pubblicate sui vari quotidiani sportivi e non e non ho mai riscontrato nelle telefonate intercettate delle corruzzioni da parte del sig.Moggi, infatti quando capitava di discutere di calciopoli chiedevo sempre di elencarmi le partite pilotate dal sig.Moggi e mai nessuno e’ stato in grado di suggerirmene una.
    Il sig. Moggi e’ stato condannato subito dall’opinione pubblica solo perche’ le sue telefonate sono state, non so se volutamente, fatte passare per corrotte e pubblicate da tutti i quotidiani in prima pagina con i commenti che evidenziavano che erano telefonate scandalose che non si potevano fare, ma una volta riscontrate altre telefonate ( nascoste dal Tenente colonnello Auricchio Provolone che poi ha cambiato anche lavoro) di altri dirigenti di altre societa’ si e’ subito detto che erano telefonate consentite. Quindi si e’ usato anche in questo caso due pesi e due misure. Per finire voglio ricordare che le telefonate che erano state volutamente nascoste dal sig. Provolone Auricchio e che sono saltate fuori dopo qualche anno, ma troppo tardi per accusare anche gli Intoccabili che hanno giustamente sfruttato la prescrizione. Alla fine mi sembra che sia stato tutto un complotto per eliminare il Sig. Moggi e nello stesso tempo danneggiare una societa’ che vincendo spesso ha sempre destato tanta antipatia, ma non per questo condannabile.
    Voglio ricordare invece due episodi che avrebbero dovuto farci riflettere: il primo il sig. Moratti (il capo degli intoccabili) che partecipa alla presentazione del libro del sig. Auricchio ( colui che ha fatto sparire le intercettazioni degli intoccabili) il secondo anch’esso grave e aver da parte dell’ Inter avuto contatti con un arbitro allora in attivita’ il sig. Nucini per diversi anni, che ha anche la colpa di aver rivelato per aggraziarsi le simpatie dei dirigenti dell’ Inter raccontato episodi non veri ad un Moratti gia’ avvelenato perche’ non riusciva a vincere e quindi trovando terreno fertile millantando cose e fatti non veri. Credo che sono stati loro ad aver fatto nascere calciopoli iniziando a far intercettare dalla Telecom per diversi anni societa’ e personaggi che alla fine non sono riusciti a far condannare ( vedi la denuncia fatta in procura al Giudice Boccasini che consiglia con tutte le loro intercettazioni di non andare avanti perche’ sarebbero stati a loro volta accusati di diffamazione) visto che non erano telefonate di corruzzione, e probabilmente non riuscendoci hanno fatto di tutto perche’ qualcun’altro continuasse a indagare pero’ questa volta con un obiettivo da centrare con ogni mezzo legale o illegale l’importante era non dar scampo a Moggi e alla Juventus .
    Termino consigliando agli incompetenti della FIGC nel caso fosse dichiarata colpevole di aver danneggiato la Juventus, di rivalersi sul ex viscido commissario straordinario Guido Rossi addebitandogli gli oltre 400 milioni di danni richiesti ( gli e’ stato ultimamente concesso a Milano anche l’Ambrogino d’oro quindi e’ ricco abbastanza per pagare le sue colpe)

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