A che punto è la vendita della Roma?

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Foto: AP/LaPresse

Ettore Viola – il figlio del compianto presidente giallorosso Dino – ha parlato della cessione della Roma Calcio durante la trasmissione 1927. Secondo questa fonte sul tavolo di Unicredit sarebbe arrivata solo un’offerta concreta, quella della Tosinvest Spa – per chi non la conosce si tratta della finanziaria della famiglia Angelucci – mentre altri imprenditori romani

una volta letti i conti sono scappati. Ci sono troppe cose poco chiare: il contratto di Trigoria, quello di alcuni dirigenti, e la faccenda del marchio.

Visto che una vera asta non c’è mai stata, la proposta di questa famiglia romana, a capo di un gruppo di 500 milioni di euro, sarebbe al ribasso – 110 milioni di euro mentre Unicredit ne vorrebbe come minimo una quarantina in più -, anche perché come dice Ettore Viola

più si risparmia con Unicredit, più si potrà investire sul rafforzamento tecnico della squadra.


Ora la palla passa ad Unicredit. Secondo alcuni, la banca, insieme all’advisor Rothschild, sta pensando di allungare i termini per la presentazione di offerte vincolanti – fino ad oggi era la fine di gennaio -, e ad andare avanti con l’attuale gestione almeno fino alla fine della stagione calcistica.

Secondo altri, come il quotidiano Il Romanista, sarebbero infondate le voci che vorrebbero uno slittamento nelle scadenze per la cessione del club. E i gruppi in lizza sarebbero quattro, con in pole position degli imprenditori a stelle e strisce di cui non si conoscono ancora i nomi. Unicredit ha paura che una fuga di notizie potrebbe farli scappare.

C’è anche un piano B, ovvero la possibilità che venga formata una cordata di imprenditori romani per comprare il club – a cui parteciperebbe pure Unicredit in ruolo minore. Un’eventualità che si dovrebbe verificare se non arrivassero offerte considerate congrue.

L’unico dato certo finora è che anche il prossimo esercizio dovrebbe chiudersi in perdita e che bisognerà aprire il portafoglio per pagare – ad esempio – Marco Borriello.

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