La furia di Agnelli e la prossima rivoluzione juventina

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Foto AP/LaPresse

Al di là delle parole del presidente, che cerca di rinserrare le fila a dodici partite dalla fine del campionato, per la Juventus la disfatta leccese rischia di pesare grosso. Il quarto posto e la Champions League sono lontani sette punti.

Un divario proibitivo per una squadra che in questo campionato non è riuscita a vincere più di due partite di seguito. Quindi, a meno di un suicidio collettivo della Lazio, lo scenario più probabile per la Juventus del prossimo anno sarà un altro anno di purgatorio in Europa League – a meno di un crollo finale che la farebbe finire al di fuori di tutte le coppe.

Per questo, al di là delle dichiarazioni, la dirigenza si sta muovendo perché non può permettersi un altro anno come quello passato – a meno di voler fare della Juve un nuovo Aston Villa. Il primo passo, come sempre accade in questi casi, sarà il siluramento di mister Delneri.

E’ stato chiamato alla Juventus per motivare la squadra e finora non ha dimostrato di saperlo fare. Tra i nomi che sono stati fatti finora per il suo successore – Antonio Conte, Luciano Spalletti e Fabio Capello -, credo che i tifosi juventini preferiscano gli ultimi due, per un motivo molto semplice. Si muoveranno solo in presenza di precise garanzie tecniche, ovvero solo con una campagna acquisti da Juve.

Non basta però cambiare un allenatore per raddrizzare la barca. Anche la dirigenza – Andrea Agnelli compreso – ha le sue responsabilità. Hanno fatto una serie di scommesse – da buona parte dei nuovi acquisti, a Melo, Iaquinta e Amauri – e le hanno perse quasi tutte. Probabilmente sarebbe bastato non disfarsi di David Trezeguet per trovarsi con – almeno – tre o quattro punti in più e tutta un’altra classifica.

Sarà il caso che l’Agnelli furioso, così come il duo Marotta e Paratici facciano un bel po’ di sana autocritica. Anche se per miracolo arrivassero ad acchiappare l’ultimo vagone per la Champions.

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