Ultrà contro lo Stato in attesa del Cagliari al San Paolo

Le Polemiche e i discorsi sulla finale di Coppa Italia non sono ancora finiti, anzi, le implicazioni politiche legate alla maglia indossata dal capo ultrà napoletano che sta vivendo il suo momento di gloria, sono oggetto di una sfida.

Gerry ‘a carogna, questo il soprannome del capo ultrà del Napoli più famoso di tutti i tempi, inneggiava sabato sera alla liberazione di Antonino Speziale, in attesa di un nuovo processo in merito all’uccisione dell’ispettore capo Filippo Raciti nel 2007.

Adesso i tifosi, gli ultrà napoletani, si stanno organizzando per sostenere il modo più deciso il loro capo. Il Napoli, stasera ospita il Cagliari al San Paolo e sembra che siano state già preparate le magliette “Speziale libero” per tutta la curva. I capi ultrà, secondo alcune fonti, avrebbero ordinato in una tipografia napoletana circa 30 mila magliette.

Questa volta non si tratta della rivendicazione di Gerry ‘a carogna davanti alle telecamere di mezzo mondo, ma è un vero affronto allo Stato, molto irrispettoso nei confronti della famiglia dell’ispettore Raciti.

Il Napoli, tra l’altro, stasera avrà la possibilità di mostrare ai suoi tifosi il bottino romano. La festa per la Coppa Italia sarà ridotta e la curva promette che dopo gli applausi al trofeo, osserverà la partita in silenzio, senza striscioni e senza bandiere.

La partita con il Cagliari, in sé non ha niente di speciale, non è una lotta per lo scudetto o la salvezza, è una classica partita di campionato. Il Napoli, dalla sua, giocherà con l’entusiasmo che arriva anche dalla Coppa Italia.

La vedova Raciti, intanto, non allenta le polemiche su quello che è successo sabato e sulle scene che si potrebbero vedere stasera a Napoli, dichiarando:

“E’ una vergogna, sentire anche questo. A questa notizia dovrebbe una risposta il presidente del Consiglio. Deve dare una risposta. Chiudete, non fate giocare, basta. Uno Stato forte prende delle misure forti, non è essenziale una partita di calcio, se ne può fare anche a meno. Ognuno sta a casa sua e si evitano problemi. C’è una perdita economica? Non è colpa mia. Un lavoro non può creare così tanti problemi, il lavoro deve rendere a una persona dignità perché porta onestamente a casa i soldi, ma alcuni lavori tolgono serenità a chi dovrebbe svolgere un servizio che dovrebbe garantire sicurezza ai cittadini. Questa delle magliette invece è la risposta che incassa lo Stato. Questo Genny ‘a Carogna non ha nessun diritto di parola sulla vicenda di mio marito, può parlare solo dei suoi fatti personali. Io ho chiesto giustizia in un’aula di tribunale presenziando ogni giorno per 6 anni. E ho saputo la verità, non c’è nessun dubbio sulla vicenda giudiziaria. Due persone sono state condannate per omicidio fino alla Cassazione. In più, mentre era in attesa di giudizio, Speziale aveva la piena libertà di poter parlare e lo hanno arrestato i colleghi di marito per spaccio di droga. Non parliamo di sante persone ma di persone mai pentite”.

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