La Juve prende Olic

Tra mille indiscrezioni e proclami più o meno realizzabili, c’è una società che lavora nell’ombra e cerca di anticipare il prossimo mercato, assicurandosi uno degli attaccanti più richiesti del panorama europeo.

Stiamo parlando dell’accordo tra la Juventus e Ivica Olic, ventinovenne attaccante croato, ora in forza all’Amburgo. A sentire il bisettimanale tedesco Kicker, il giocatore sarebbe ad un passo dalla Vecchia Signora, che avrebbe già stilato un contratto quadriennale sulla base di tre milioni a stagione.

La trattativa sarebbe stata condotta nella massima segretezza, per evitare che altri grandi club piombassero sul croato, in scadenza di contratto con l’Ambugo e quindi disponibile a parametro zero.

Napoli, a rischio i fuoriclasse. Lavezzi ad un passo dall’addio

Brutti, bruttissimi mesi attendono il Napoli e la sua dirigenza. Passato il momento dei complimenti, degli occhi sgranati e dei sogni di successo, adesso c’è il rischio di vedere il bel giocattolo biancazzurro rompersi da un momento all’altro. Il responsabile, come sempre, è il portafoglio.

Il livello di alcuni dei suoi giocatori è indubbio. Hamsik, Lavezzi, Gargano e Denis sono state tutte scommesse vinte da De Laurentis, scommesse su cui ha puntato poco e ha vinto tanto. Ma proprio quel poco adesso potrebbe non bastare più. Un esempio su tutti: El Pocho guadagna poco più di un milione netto a stagione, molte grandi squadre, tra cui l’Inter, gliene offrirebbero 5-6. Il resto vien da sè.

Certezze Udinese, speranze Samp

Umori diversi per le due italiane impegnate nella penultima giornata della fase a gironi di Coppa Uefa. Con il Milan a riposo (ma sconfitto in Coppa Italia dalla Lazio), Udinese e Sampdoria si apprestavano a conquistare punti preziosi in vista della qualificazione.

Missione compiuta per i friulani, grazie alla vittoria sulla Dinamo Zagabria, mentre i blucerchiati dovranno giocarsi il passaggio al turno successivo nell’ultima gara contro il Siviglia.

La squadra di Marino è riuscita finalmente a vedere un raggio di luce, dopo il periodo di crisi e le quattro sconfitte consecutive, in una gara caratterizzata dalle intemperanze dei tifosi croati, protagonisti di numerosi lanci di petardi sul terreno di gioco.

Coppa Uefa: fuori ufficialmente il Benfica, a rischio eliminazione anche Psg e Schalke 04

4 gironi di coppa Uefa sono scesi in campo ieri, per molti la competizione finisce qui, per altri c’è la qualificazione anticipata, e le italiane non vanno malaccio. Come abbiamo potuto vedere infatti l’Udinese è già alla fase successiva, tre vittorie su tre partite sono una garanzia, e potrebbe anche permettersi di perdere l’ultima, cosa molto probabile visto che il Nec, vincendo sorprendentemente a Mosca contro lo Spartak, ritorna in gioco, regalando anche ai friulani il primo posto nel girone con un bell’anticipo.

Male invece per la Samp. A complicare le cose ci si mette anche il Siviglia, che finora era sembrato una squadra materasso, ma che contro il Partizan fa valere tutta la classe dei suoi giocatori, e di un certo Luis Fabiano che di secondo nome fa gol, come i due che rifila ai serbi.

Basta maglie di Samp e Genoa al cimitero!

Ci sono più magliette della Samp e del Genoa che simboli religiosi.

A parlare è Monsignor Giuseppe Lanfranconi, facendo riferimento al cimitero di Genova, dove pare ormai consolidata l’abitudine di ricordare i defunti con i simboli della propria squadra del cuore. Parla del capoluogo ligure, ma immaginiamo che la stessa “lamentela” possa espandersi alla gran parte dei cimiteri italiani, vista la tendenza degli ultimi anni.

Basti pensare al ragazzo morto nel crollo della scuola di Rivoli, il cui feretro è stato completamente ricoperto da sciarpe della Juventus e dalla maglia di Legrottaglie. Una storia balzata sulle prime pagine dei giornali, come quella che ha visto protagonista suo malgrado il piccolo Nicolò, ucciso dalla caduta di un albero in quel di Roma la sera del trionfo dei giallorossi contro il Chelsea. Ad accompagnarlo nell’ultimo viaggio, la maglia di Totti, il suo idolo.

Milan: pronti due colpi a gennaio, Agger e Arshavin

“Non arriverà nessuno a gennaio”. Questo è il ritornello che Ancelotti ripete da settimane, e che ha ribadito anche ieri, parlando del mercato del suo Milan. Nega che ci sia un problema in difesa (ma nega l’evidenza), e che la sua società stia inseguendo qualche possibile rinforzo. Ma oramai non gli crede più nemmeno il tifoso più accanito.

E’ proprio la difesa a tenere banco, e oltre ai nomi vecchi (uno su tutti, Gallas), adesso sale alla ribalta un altro possibile acquisto, anche se un pò più difficile. Si tratta di Daniel Agger, difensore e bandiera del Liverpool il quale, dopo aver passato una vita nei Reds, ha chiesto un aumento di stipendio che le casse vuote della società non può soddisfare. Ed ecco spuntare i rossoneri. Ma il nome interessante è un altro, e viene da ancora più lontano: Arshavin.

La difesa di Moggi

Nel processo alla Gea è arrivato il momento delle tesi difensive: reggetevi forte, perché qualcuna delle vostre certezze potrebbe traballare pericolosamente. Finora avevamo avuto l’immagine di un Moggi protagonista e padrone assoluto del calcio italiano, capace con la sua influenza di mettere le mani su tutto, al punto da condizionare risultati di partite e campionati.

Per le sue malefatte molti hanno pagato, in particolare la Juventus, il club che si serviva delle sue “prestazioni”, giudicate troppo spesso discutibili.

Ed ora è il momento dei suoi avvocati difensori, che si prendono la scena per quattro ore filate e ci descrivono un Moggi completamente diverso da come lo immaginavamo, non un santo, ma nemmeno un “Belzebù”. Leggete alcuni passi della difesa e fatevi la vostra idea, sebbene sia difficile a questo punto della vicenda cambiare opinione su un personaggio che è stato fatto a pezzi (giustamente?) sulle pagine dei giornali e nelle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

Ligue 1: esordio per il cuginetto di Thuram

Sarà anche una corazzata imbattibile, ma anche il Lione ha il suo tallone d’achille, anzi due. Si chiamano Juninho e Benzema, e se togli loro, anche uno squadrone come quello dei pluricampioni di Francia si sgonfia come un pallone. Succede in questa giornata, e precisamente in uno degli anticipi di sabato. Al Gerland si presenta il Valenciennes, fanalino di coda. Una gara sin troppo facile, che i Leoni di Francia affrontano senza i due calciatori più rappresentativi.

Risultato finale: 0-0. Sarà che hanno sottovalutato l’impegno, ma questa figuraccia fa emergere forti dubbi nella dirigenza sulla reale consistenza di una squadra costruita per vincere tutto. Per sua fortuna l’Olympique Marsiglia non approfitta di questo stop, ma si fa fermare sullo stesso risultato a Tolosa, mentre l’altra ex seconda, il Nizza, vede rinviata la sua gara contro il Grenoble per impraticabilità del campo al maggio prossimo.

Pallone d’Oro a Ronaldo. E gli italiani?

E’ finita come doveva finire: il premio più ambito per un calciatore a livello individuale è andato ad arricchire la bacheca di Cristano Ronaldo, come ampiamente pronosticato a tutte le latitudini. Nessuno come lui in Europa, nessuno capace di trascinare il proprio club alla vittoria della Premier e della Champions e, sebbene gli venga rimproverato di non aver saputo fare altrettanto con la maglia del Portogallo, restano comunque le cifre a dargli ragione: 42 gol segnati in una sola stagione e due trofei conquistati!

446 i voti assegnati dalla giuria di France Football, un record difficilmente superabile negli anni a venire, che fa impallidire il secondo e terzo classificato (Messi e Torres, fermatisi rispettivamente a 281 e 179 preferenze). Viene da chiedersi che fine abbiano fatto gli unici due italiani presenti nella lista, Buffon e Toni, che pure non sono gli ultimi arrivati a livello internazionale.

Ebbene, il portierone azzurro ha conquistato cinque voti, grazie alla generosità di San Marino (per la prima volta chiamata a votare per il miglior giocatore europeo), mentre l’attaccante non ha ricevuto nemmeno un obolo, penalizzato dalla prestazione agli ultimi europei, dove è rimasto a secco di reti.