Che lavoro di Mancini in soli due anni: vediamo i risultati raggiunti

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L’allenatore di Jesi ha inciso e non poco sulla rivoluzione, o per essere più precisi, rifondazione della Nazionale italiana di calcio dopo l’evento drammatico che aveva visto l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale di Russia 2018. L’Italia che parteciperà al prossimo Europeo 2021 piace a tutti, anche ai bookmaker che la vedono fra le favorite, ma Mancini è riuscito anche a riavvicinare il pubblico italiano ai colori azzurri.

2018-2020: un biennio da incorniciare dopo il punto più basso

Da quando c’è Mancini sulla panchina della Nazionale ci si siede davanti alla TV con la consapevolezza di guardare una squadra che tiene palla, fa gioco, verticalizza e ha una media età di 27,8 anni, dato che si è realmente abbassato rispetto alla tradizione azzurra. Già questi sarebbero risultati da grande allenatore in soli due anni da selezionatore tecnico, ruolo nel quale non si ha ovviamente a disposizione tutto il tempo per la gestione del gruppo che si ha nelle squadre di club. Ma Mancini ha fatto fronte a questo problema grazie a un grande lavoro di comunicazione e trasparenza e i calciatori in campo sono chiaramente uniti e motivati e hanno ben chiare le idee di gioco del CT. Tanto che l’Italia appare, cosa che non accadeva da anni, fra le prime scelte di diversi bookmaker come favorita per la vittoria degli Europei, come confermano le quote sulle scommesse online di Planetwin365. E la motivazione principale di questa fiducia sono i risultati enormi raggiunti nel girone di qualificazione per gli Europei, di cui l’Italia con lo Stadio Olimpico ospiterà tre partite. L’Italia ha concluso il girone di qualificazione con dieci vittorie in dieci partite, frutto di 37 goal messi a segno e solo quattro subiti. I numeri di Mancini aumentano se si considera che con la percentuale del 68% di vittorie è in assoluto il CT dell’Italia più vincente nelle prime venti partite alla guida della Nazionale.

La Nazionale ritornata a un livello competitivo: fa bene a tutto il movimento

Uno dei più grossi errori fatti dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, per stessa ammissione di Tavecchio un anno dopo la “tragedia” di Italia-Svezia, è stato il mancato investimento sui giovani, cosa che invece riconosce al lavoro di Roberto Mancini. Come per ogni ciclo, anche dopo quello “dei” Cannavaro, Zambrotta, Buffon e Gattuso, solo per citarne alcuni, era necessaria una rifondazione e non è stato adeguato il tentativo di rimettere insieme dei pezzi di un puzzle che aveva ormai perso la sua forma originaria. Bisognava avere coraggio in alcune scelte, riuscire a introdurre nuovi talenti poco alla volta, con la supervisione di calciatori più esperti che facevano parte di quella Nazionale. Così non è stato e ne abbiamo pagato le conseguenze anche in termini economici e di share televisivo: il danno economico derivante dai mancati introiti di una manifestazione come il Mondiale che è l’evento cardine di un ciclo quadriennale, può arrivare a valere anche 100 milioni di euro per tutta la nazione. La sola FIGC perse 12 milioni di euro che sarebbero stati garantiti dal premio di partecipazione per la qualificazione in Russia, oltre ai premi per vittorie e pareggio e quelli per la possibile qualificazione alla fase finale. Altre perdite hanno all’epoca impattato la RAI e con essa i tanti bar, ristoranti e attività che avrebbero accolto persone per la visione delle partite: gli azzurri mediamente non scendono mai sotto i nove milioni di share per una gara dei Mondiali, il che fa capire la portata del movimento economico che ne può derivare. 

Il risultato di Mancini è anche quello di aver riavvicinato le persone ai colori azzurri. Lo share delle ultime partite dell’Italia conferma questa tendenza: anche in una partita di qualificazione contro il modesto Liechtenstein nel 2019 lo share per gli azzurri fu del 28%, equivalente a oltre sette milioni di spettatori, mentre per l’uscita vittoriosa in Olanda in Nations League di settembre 2020, lo share ha toccato il 25,98%, pari a sei milioni di spettatori. C’è entusiasmo attorno alla Nazionale e siamo sicuri che i ragazzi di Mancini sapranno ripagarlo appieno nel giugno del prossimo anno.

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