Mondiale 2010: conosciamo la Svizzera

La Svizzera non è mai riuscita a fare molta strada nelle precedenti edizioni della Coppa del Mondo, raggiungendo i quarti di finale solo nel ’34, nel ’38 e nel ’54. Durante l’ultima kermesse in terra tedesca, il passaggio del girone come prima classificata (davanti alla Francia) aveva fatto ben sperare per i rossocrociati, che però si erano dovuti arrendere alla lotteria dei rigori contro l’Ucraina negli ottavi di finale.

Non andò meglio due anni dopo durante gli Europei giocati in casa, dove la Svizzera non riuscì neppure a qualificarsi per il turno successivo. E’ per questo che la squadra, ora affidata a Ottmar Hitzfeld, ha una gran voglia di riscatto e punta quantomeno a superare il girone, ripetendo gli exploit (si fa per dire) degli anni ’30 e ’50.

Hakan Yakin: eroe svizzero

Ad essere sinceri, non meriterebbe un posto in questa rubrica, solitamente dedicata ai grandi numeri 10, a quelli cioè capaci di incantare le platee con le loro giocate mirabolanti.

Per quanto dimostrato ieri sera, però, un capitolo su Hakan Yakin ci sta tutto e non tanto perché abbia strabiliato con magie da giocoliere, ma perché è riuscito a regalare alla sua Svizzera la prima vittoria in una gara della fase finale degli Europei.

Certo, mi direte che si giocava in un clima da amichevole estiva e che gli avversari non avevano alcun interesse a guadagnare i tre punti, visto che già qualificati come primi del girone, ma il numero 10 si è comunque guadagnato un posto speciale nei cuori dei tifosi svizzeri.

Bundesliga: Werder subito in Champions, Kahn dice addio al calcio giocato

L’ultimo campionato europeo a concludersi è la Bundesliga che premia il terzo italiano all’estero, Luca Toni, dopo che Cannavaro e Grosso avevano già alzato al cielo il trofeo nazionale. Ma questa è stata la festa di Oliver Kahn, che dopo 557 partite nel campionato tedesco dice addio al calcio giocato. Per lui è già pronto un contratto da commentatore televisivo.

Nella giornata della festa scudetto scoppiano in lacrime anche l’allenatore dei bavaresi, Ottmar Hitzfeld, che lascia la panchina del Bayern dopo 8 stagioni (non consecutive) per andare ad allenare la nazionale svizzera, e addirittura anche uno degli arbitri più famosi del mondo, Markus Merk, che per raggiunti limiti di età da domani dovrà tornare a dedicarsi al suo lavoro di sempre, appendendo il fischietto al chiodo.

Toni Kroos: talento Made in Germany

E’ ancora troppo giovane e noi abbiamo il compito di proteggerlo, non di farlo sentire una sorta di superstar. Ora deve soltanto pensare a giocare a calcio, noi penseremo al resto.

Questa la dichiarazione di Uli Hoeness, ex calciatore ed attualmente dirigente del Bayern Monaco, riguardo all’astro nascente del calcio tedesco, Toni Kroos. Ed in effetti questo ragazzino di 18 anni ha tutte le carte in regola per diventare una superstar, proiettato verso un futuro di sicuro successo sia nella squadra di club che i nazionale.

Enfant prodige del calcio tedesco, sin da piccolo si è messo in evidenza, mostrando doti che i coetanei potevano solo sognare. L’esplosione a 16 anni, con la nazionale Under 17, dove segna 18 gol in 36 partite, attirando l’attenzione dei club di mezza Europa. Lo acquisterà il Bayern, strappandolo alla concorrenza di Chelsea, Shalke 04 e Werder Brema, che avevano insistentemente chiesto il cartellino del ragazzo.