
Prima Divisione girone B: il Foggia di Zeman emoziona e diverte (tra caterve di gol fatti e subiti), l’Atletico Roma di Giuseppe Incocciati non perde un colpo.
Zdenek Zeman è sempre lui. Sigaretta alla bocca, sguardo imperturbabile, neanche un pelo sulla lingua, due – tre parole per dire tutto. Se lo osservi, tra la compostezza e la postura impeccabile, capisci in un secondo che è lo stesso di sempre. Squadra corta, pressing e fuorigioco, movimento costante.
Con e senza palla. Allora – giocatori, tifosi, avversari – o ne provi stima incondizionata oppure disprezzo. Per ciò che è e quello che ha rappresentato dal punto di vista sportivo.
Il 4-3-3? Evidente, a fare da collante tra il passato e il futuro calcistico.
“Il modulo non è cambiato, credo che il mio calcio sia ancora attuale. Si diceva che ero avanti agli altri di vent’anni, me ne rimangono ancora quattro”.
Foggia torna il terreno fertile sul quale il boemo ha modo di seminare e raccogliere: autentiche pennellate di calcio spettacolo a cui – per emozioni, capovolgimenti di fronte, mole di palle gol create e subite – viene spontaneo attribuire l’appellativo che rimanda al giro in giostra. Zemanlandia.
Casillo, Pavone e – appunto – l’ex giallorosso: il trio che fece miracoli nei primi anni ’90 si è ricompattato e i rossoneri di Puglia sono diventati l’attrazione della Lega Pro. Le prime cinque giornate dicono: sette punti all’attivo (due vittorie, altrettante sconfitte e un pari), quattordici reti segnate (Marco Sau capocannoniere di girone con cinque reti in cinque gare), tredici incassate, marcia assolutamente positiva in trasferta (su tre incontri, due vittorie e una sconfitta), meno bene nelle partite casalinghe – un pari e una sconfitta – che sono state finora giocate sul neutro di Vasto (per le due giornate di squalifica inflitte al Pino Zaccheria alla fine della passata stagione).