Conte e De Laurentiis deferiti alla Disciplinare

di Redazione Commenta

Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis sono stati deferiti dal Procuratore Federale Stefano Palazzi per ragioni differenti oggi alla Disciplinare. Il presidente del Napoli paga la mancata presentazione dei suoi alla cerimonia di premiazione della Supercoppa Italiana vinta dalla Juve lo scorso agosto tra le proteste dei partenopei per l’arbitraggio e il violento diverbio con un giornalista a Milano prima di un’Assemblea di Lega, che venne minacciato e insultato da De Laurentiis. Per Conte il deferimento arriva dopo le dichiarazioni contro la Giustizia Sportiva.

DE LAURENTIIS – Le motivazioni per il doppio deferimento di De Laurentiis sono le seguenti, come si legge nel comunicato stampa:

Il primo deferimento è arrivato per aver dato disposizione di non far partecipare la propria squadra alla cerimonia di premiazione della Supercoppa di Lega 2012-13, e per aver espresso pubblicamente rilievi atti a ledere il prestigio del Direttore di Gara. Il secondo è arrivato per avere presso la sede della Lega Calcio, in occasione del Consiglio di Lega del 4 luglio 2012, proferito espressioni offensive nei confronti dei giornalisti presenti e minacciose nei confronti del giornalista Andrea Longoni.

CONTE – Diverse le motivazioni che hanno invece portato al deferimento di Antonio Conte. La Disciplinare spiega:

Antonio Conte ha espresso giudizi e rilievi lesivi della reputazione e dell’operato degli Organi di Giustizia Sportiva, adombrando dubbi sulla imparzialità delle decisioni rese e sull’operato dell’Ufficio della Procura Federale

Il tutto si riferisce alla dura conferenza stampa in cui Conte si scagliò letteralmente contro la Giustizia Sportiva dopo la squalifica di dieci mesi comminatagli per omessa denuncia nel caso del calcioscommesse. L’allenatore della Juve parlò di “grave ingiustizia” e di un sistema letteralmente vergognoso e non equo. Due (anzi, tre) deferimenti scontati dunque considerata la gravità delle situazioni, che poi continuano e continueranno ancora a far discutere è un altro discorso.

Photo credits | Getty Images

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