Ammonizione ed espulsione

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Foto: AP/LaPresse

Ammonizione ed espulsione

L’ammonizione ed espulsione sono due provvedimenti disciplinari che l’arbitro può prendere in caso di gravi infrazioni alle regole di gioco. In alcuni casi esse sono affidate alla discrezione dell’arbitro, in altre sono disciplinate in maniera precisa dal regolamento.

Per ammonizione si intende quel provvedimento, esplicitato tramite cartellino giallo mostrato dall’arbitro, il quale serve per avvisare il calciatore che ne è colpito che, alla prossima ammonizione, terminerà la gara.

Per espulsione si intende quel provvedimento, esplicitato tramite cartellino rosso mostrato dall’arbitro, che costringe il calciatore ad abbandonare il campo per tutta la durata della partita e senza possibilità di tornare o essere sostituito.

I casi che vengono lasciati alla discrezionalità dell’arbitro riguardano i falli e i tocchi di mano, che a seconda della gravità possono essere sanzionati con nessun cartellino, cartellino giallo o quello rosso. Le seguenti infrazioni sono previste dal regolamento come sanzionabili con l’ammonizione:

  • Comportamento antisportivo (falli, atti e gesti contrari allo spirito sportivo come trattenere a lungo la maglia di un avversario, appoggiarsi ad un compagno per saltare più in alto, simulazione, fallo tattico, ecc.);
  • Proteste, con parole o gesti;
  • Infrazioni ripetute;
  • Perdita di tempo;
  • Mancato rispetto della distanza su calcio di punizione;
  • Esultanza eccessiva (togliere la maglia, arrampicarsi sulle protezioni degli spalti, ecc.);
  • Entrare o uscire dal campo senza l’autorizzazione da parte dell’arbitro.

I seguenti casi sono disciplinati dal regolamento con l’espulsione diretta:

  • Condotta molto violenta (fallo troppo irruento, colpire o tentare di colpire un avversario, ecc.);
  • Grave mancanza di rispetto nei confronti dell’avversario o dell’arbitro come uno sputo;
  • Linguaggio ingiurioso o minaccioso nei confronti della terna arbitrale;
  • Condotta gravemente sleale (fallo da ultimo uomo, toccare con le mani un pallone destinato in porta, ecc.);
  • Tocco di mani del portiere al di fuori dell’area di rigore;
  • Doppia ammonizione.
Foto: AP/LaPresse

Nel caso di ammonizione o espulsione, l’arbitro deve segnare sul taccuino il numero del calciatore che l’ha subita. Il pallone ritorna in gioco solo dopo l’autorizzazione dell’arbitro tramite un fischio, con una punizione indiretta dal punto in cui l’infrazione è stata commessa.

Sono passibili di espulsione anche i componenti della panchina, anche se essi non sono calciatori. Questi possono venire espulsi se intervengono all’interno del campo senza l’autorizzazione dell’arbitro, se rivolgono frasi ingiuriose o hanno un comportamento anti-sportivo. Ai calciatori dev’essere mostrato il cartellino rosso, ai non calciatori l’arbitro rivolgerà l’invito ad abbandonare la panchina senza però mostrare alcun cartellino. Se qualche comportamento antisportivo avviene durante l’intervallo, l’arbitro considererà espulso il calciatore che si è reso protagonista dell’accaduto, avvisando per tempo il capitano della sua squadra.

La doppia ammonizione comporta una giornata di squalifica. L’espulsione diretta può valere anche più giornate di squalifica, a seconda della gravità dell’infrazione. Ogni torneo disciplina, secondo il suo regolamento, dopo quante ammonizioni, avvenute in partite diverse, scatta automatica la squalifica.

[Fonte: Aia-Figc]

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