Serie A: i voti dell’8^ giornata

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Se prima di questa giornata il campionato non aveva ancora una forma precisa, dopo questa siamo ancora più confusi. E’ difficile dire qual è la squadra più forte del torneo, ed anche affermare se ciò è per colpa delle cosiddette grandi che ancora non decollano o se grazie alle cosiddette provinciali che giocano da big. Ad ogni modo cerchiamo di dare i voti all’ottava giornata che vede un’incredibile classifica con Udinese in testa e Lazio e (teoricamente) Atalanta seconde.

Voto 10 a Kevin Prince Boateng. Non è facile entrare a partita in corso ed incidere. Non lo è soprattutto quando sei sotto di tre gol. Ma entrare e segnare una tripletta, peraltro con gol molto belli, non c’è da aspettarselo da nessuno. Ed invece eccolo qui il salvatore del Milan, un giocatore che si può definire una scommessa vinta lo scorso anno e che ormai si può annoverare tra i migliori calciatori di quest’inizio di stagione.

Voto 9 a Guidolin che riesce a mantenere la barra dritta anche quando avrebbe tutto il diritto di farla andare storta. Il 3-0 contro il Novara forse è un risultato bugiardo, i friulani hanno segnato i primi due gol con una certa fortuna e la neopromossa non ha giocato male, ma stare in vetta alla classifica dopo 8 giornate se non ti chiami Inter, Milan o Juventus è davvero un’impresa.

Voto 8 alla Lazio che è in grado di giocare delle partite straordinarie come quella contro il Bologna, o avere dei cali di tensione paurosi. La gara di ieri, che è da 10, fa media con altre prestazioni altalenanti di quest’anno, ma le potenzialità ci sono tutte per far risalire il voto ulteriormente.

Voto 7 al Genoa. Non è facile strappare un punto allo Juventus Stadium, ma soprattutto farlo in scioltezza come la squadra di Malesani. Il tecnico ha il merito di non far scoraggiare la squadra dopo il 2-1 e farla restare lucida, rischiando con un altro attaccante. Il rischio stavolta ha pagato, e tornare da Torino con un punto promette bene per il proseguio del campionato.

Voto 6 ad Allegri, in seguito ad una votazione che rasentava lo zero nel primo tempo contro il Lecce, merita un 10 per come ha trasformato la squadra nella ripresa. Non sappiamo cosa abbia detto nello spogliatoio, ma ha certamente dato una sferzata ai suoi ragazzi che sono scesi in campo nella ripresa con tutta un’altra mentalità.

Voto 5 a questa Juventus che non sa più vincere. Era partita a spron battuto, ma poi si è persa strada facendo, ritrovando la via di Delneri, di Ferrara e di tutti gli altri allenatori che hanno preceduto Conte che hanno fatto bene nelle primissime giornate e poi si sono persi dietro una lunga serie di pareggi che a fine anno si scontano. Speriamo non capiti così anche a questa Juve, ma il rischio c’è.

Voto 4 ad Antonio Conte. Anche se la sua Juve è da 5, ultimamente lui sembra arrancare con scelte discutibili. Molto bene dal punto di vista della grinta, ma alle volte all’impegno dei calciatori in campo devono corrispondere delle scelte tecniche mirate. La scelta di far giocare a Del Piero solo il recupero è umiliante, non solo perché si tratta di Del Piero, ma anche perché un calciatore come lui andava inserito molto prima visto che Vucinic e Matri non correvano più ormai da 20 minuti, e fra 3 giorni si gioca di nuovo.

Voto 3 al Cesena che con Mutu in campo gioca bene e perde, senza Mutu gioca male e perde lo stesso. Così non ci si salva sicuramente.

Voto 2 al Bologna, altra squadra in bilico che finora ha portato a casa 4 punti più per disattenzioni degli avversari che per meriti propri. A parte Ramirez, il resto della squadra è da Serie B, e se non intervengono il carattere e soprattutto la buona stella di Marco Di Vaio, la permanenza nella massima serie sembra sempre più un miraggio.

Voto 1 a Di Francesco, allenatore del Lecce che, è vero che stai affrontando il Milan, ma non puoi perdere 3-4 dopo essere passato in vantaggio per 3-0. Nello spogliatoio avrebbe dovuto spronare i suoi a rimanere concentrati e a non chiudersi perché se ti chiudi a riccio il gol lo prendi, ed infatti è bastato prendere il primo per vedere un crollo psicologico dei calciatori leccesi. Ha ancora molto da impararare Di Francesco, e questa partita servirà anche a crescere.

Photo Credits | Getty Images

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