Totti – Ranieri, tregua armata

di Redazione Commenta

Foto: AP/LaPresse

Ultima giornata del girone di andata. La Roma perde per 2-1 sul campo della Samp quando mancano pochi minuti al fischio finale. Francesco Totti viene gettato nella mischia, nella speranza che possa trovare un colpo dei suoi, uno di quei colpi che risolvono la gara e valgono punti pesanti. Il colpo magico non arriva, la Roma esce beffata da Marassi e la Roma perde la possibilità di agganciare il secondo posto in classifica, mentre il capitano mostra tutte le proprie perplessità riguardo al cambio tardivo.

La società vuole un chiarimento, l’allenatore vuole un chiarimento ed il numero 10 si presenta a Trigoria per mettere le carte in tavola e liberarsi di qualche sassolino. Alla fine la situazione sembra risolta, ma Francesco Totti ha ancora qualcosa da aggiungere a margine dell’incontro e lo fa a mezzo tv, davanti ai microfoni di Sky:

Un po’ mi è dispiaciuto entrare a quattro minuti dalla fine, come se perdessimo tempo… Io accetto tutto comunque, sono totalmente a disposizione della società e del mister. Oggi ho parlato prima con Conti, Montali e Pradè, poi con Ranieri. Abbiamo discusso di quello che è successo e quello che succederà.

Che succederà? Immancabile la domanda sul suo futuro, visto che con un nuovo proprietario la figura di Totti potrebbe non essere presa in considerazione, non tanto come lo era con la famiglia Sensi. Il capitano giallorosso – forse per la prima volta nella sua lunga carriera – non giura amore eterno alla causa, ma lascia intendere che potrebbe anche accasarsi altrove:

Pensiamo al presente poi si vedrà. Io ho detto solo che sono triste quando entro dentro Trigoria, fuori sto benissimo. E lo ribadisco.

Totti è triste a Trigoria, ma poi torna a casa e si sente in dovere di chiarire la propria posizione, usando toni un po’ più distesi:

La mia tristezza è dovuta al non riuscire a dare il massimo contributo per raggiungere i risultati che tutti noi desideriamo. La mia tristezza di questi giorni non è certo rivolta all’allenatore, alle cui decisioni tecniche mi sono sempre rimesso con massima disponibilità, o ai dirigenti, con cui mi confronto quotidianamente. E nemmeno ai miei compagni che hanno tutta la mia stima. Semplicemente sono triste perché questa rosa deve ambire assolutamente ai massimi risultati. Questo è il nostro comune obiettivo. Il capitano non ammaina mai la bandiera.

Parole di un capitano triste, che sente di non essere più fondamentale come un tempo.

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