Nuovo regolamento extracomunitari: l’Italia si fa un autogol

di Redazione 9

Se l’Inter non avesse vinto la Champions League, probabilmente di questo provvedimento non si sarebbe nemmeno parlato, ma sicuramente se queste regole fossero state attuate un anno fa, l’Inter non sarebbe Campione d’Europa.

La nuova norma che prevede un solo extracomunitario per squadra, tra l’altro solo in sostituzione di uno già presente, taglia le gambe alla serie A. Con la scusa di voler rilanciare i giovani italiani, si rischia di affossare i club che non possono più acquistare calciatori non Ue. Anche prima di questa decisione la legislazione italiana era la più rigida d’Europa, ma in questo modo diventa veramente un cappio al collo.

Un esempio? L’Inter la scorsa estate ingaggiò Eto’o (Camerun) e Milito (Argentina), oltre ad altri calciatori. Senza dubbio sono queste due le pedine fondamentali per la stagione trionfante nerazzurra, ma se questa norma fosse stata già in vigore, Moratti avrebbe dovuto sceglierne solo uno dei due. Guardando al presente invece, nell’imbarazzo c’è la Juve, che ha intenzione di acquistare Dzeko (Bosnia) e Krasic (Serbia). Nonostante queste due nazioni siano europee, non fanno parte dell’Ue, e dunque i calciatori sono considerati extracomunitari come un africano o un sudamericano. In pratica ora la Juve deve scegliere quale dei due ingaggiare, ed è così che si spiega lo stop alla trattativa per il serbo: i bianconeri danno la priorità all’attaccante del Wolfsburg.

Ma cosa avviene negli altri Paesi? Secondo un’interessante inchiesta di Tuttomercatoweb.com, la legislazione italiana è la più restrittiva possibile. I campionati che pongono limiti all’ingresso degli extracomunitari sono pochi, ma tutti con maglie molto più larghe delle nostre, come ad esempio la Liga spagnola che consente l’ingaggio di 4 extracomunitari all’anno più 2 in sostituzione di altrettanti già presenti; in Austria si possono ingaggiare 7 extracomunitari, in Svizzera 10, mentre nella fortissima Premier League, in Bundesliga o in campionati minori come quello irlandese, olandese, belga e svedese non c’è alcun limite.

E’ la più grande cavolata che si possa fare. E’ un provvedimento fatto da incapaci. Chi ha preso questa decisione deve andare a casa

è stato il commento di Maurizio Zamparini, presidente del Palermo. E noi non possiamo far altro che sottoscriverlo in pieno.

Commenti (9)

  1. Non l’ho mai capita questa regola…

    Si usa la scusa del voler favorire i giovani nostrani, ma se non ci sono?
    Non credo che Corvino (uno a caso) sia così stupido da preferire un giocatore da 6 sudamericano piuttosto che uno da 8 italiano solo perchè il primo è extracomunitario. Credo che i dirigenti badino al bene della loro squadra (tranne qualche raro pazzo caso) e quindi prendano il giocatore migliore, sia esso italiano, paraguaiano o congolese.

    Inoltre questa regola parla di extracomunitari, quindi in che modo favorisce i giovani italiani? Cosa impedisce di prendere un giocatore francese/tedesco/blabla?

  2. a livello teorico la regola non è completamente sbagliata, in quanto il principio sarebbe: “a parità di bravura, si preferisce prendere un brasiliano perché costa la metà di un italiano”, ma sarebbe positiva se l’applicassero tutti. Se la applichiamo solo in Italia finisce che all’estero vanno i campioni e da noi rimangono gli italiani che, per quanto possano essere forti, difficilmente saranno più bravi di tutto il resto del mondo.

    Il limite nel prendere i calciatori europei è che di solito gli inglesi, gli spagnoli, i tedeschi ecc. finiscono col giocare nei campionati di casa, tanto che in serie A se ne vedono molto pochi.

  3. Al di là della bontà o meno della regola (inutile a mio modo di vedere, se non si metterà un limite al numero di stranieri tesserabili da ogni singola società), ma siamo proprio sicuri che gli extracomunitari tanto ricercati dai club nostrani siano dei veri fenomeni? D’accordo su Milito, magari anche su Eto’o, ma quanti brocchi extracomunitari sono venuti ad arricchirsi in Italia, togliendo il posto a giovani di belle speranze? La nuova regola non risolleverà le sorti del calcio italiano, ma forse andrebbe vista in un’ottica più ampia, nella speranza che in futuro i club siano “costretti” a schierare un tot di calciatori convocabili in nazionale.

  4. vogliamo fare una scommessa? Entro la fine della stagione questa regola verrà cambiata

  5. Non posso far altro che ribadire il concetto espresso nel commento precedente: la regola non va cambiata, semmai se ne dovrebbe aggiungere un’altra che stabilisce un tetto al numero si stranieri da schierare in campo: è inconcepibile che la squadra Campione d’Italia non presenti neanche un italiano nell’11 iniziale. E se – per assurdo – tutte le società seguissero lo stesso esempio? Dove dovrebbe andare a pescare un commissario tecnico?

  6. concordo con l’autore in tutto.

  7. Beh certo, obbligare a mettere X nazionali è un’altra cosa, e potrebbe risultare utile.

    Mentre quella di cui si parla nell’articolo è fondamentalmente inutile.

  8. Limitare il numero di extracomunitari tesserabili non so se può servire, comunque non si deve ritornare a cercare ogni stratagemma possibile per far figurare comunitari giocatori che non lo sono.

  9. Eto’o ha il passaporto spagnolo e Milito ha il passaporto italiano, non sono considerati extracomunitari svegliatevi!!!

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