Siete pronti per un altro oriundo?

di Redazione Commenta

Quando Camoranesi fu naturalizzato italiano, in molti storsero il naso. Quando non cantava l’inno, i malumori continuarono a crescere. Alla vittoria del mondiale, nessuno più pensava a Camoranesi come un argentino.

Dopo di lui fu il periodo di Amauri. I nazionalisti qui non fecero smorfie di nessun genere, pensando al bene della squadra, più che all’amor di patria. Infatti di prime punte di peso ne abbiamo avuta solo una negli ultimi dieci anni, Luca Toni, e visto il brutto europeo disputato, forse è meglio trovare un’alternativa. C’è anche da ricordare che l’attaccante del Bayern ha già 31 anni, e le uniche due alternative in Italia si chiamano Gilardino e Caracciolo, in attesa della crescita di Acquafresca e Balotelli. Quindi uno come Amauri serve come il pane.


Il terzo oriundo dei tempi moderni è già in voga da un pò di tempo, e si tratta del brasiliano con nonni italiani Rodrigo Taddei. Ormai la cittadinanza italiana è stata ottenuta, e siccome a destra, oltre a Camoranesi, non ci sono valide alternative, il centrocampista della Roma comincia a circolare nei pensieri di Lippi. L’ultimo, in ordine di tempo, ha un che di clamoroso. Si tratta del centrocampista della Lazio Cristian Ledesma, uno dei centrali più forti al mondo al momento. L’ex leccese ha tutto: forza, tecnica, fantasia e tiro, può giocare da incontrista e da regista, batte rigori, punizioni e calcia con entrambi i piedi. E soprattutto tra meno di un mese avrà il passaporto italiano.

La nazionale argentina l’ha sempre snobbato, preferendogli Mascherano, ma non lo ha mai preso in considerazione nemmeno come riserva. Siccome Basile, nonostante non stia brillando nelle qualificazioni ai mondiali 2010, non sembra essere intenzionato a convocarlo per i prossimi impegni, Ledesma sta prendendo in seria considerazione di diventare un calciatore italiano. A maggior ragione, come caratteristiche, potrebbe essere il sostituto naturale di Pirlo, che dopo una grande carriera sembra vicino ad una fase calante. E poi anche in quel ruolo, Under 21 esclusi, non è che si vedano tante alternative. Insomma, l’Italia del futuro potrebbe sembrare una multinazionale del calcio, formata più da extracomunitari che da italiani (anche perchè c’è da aggiungere lo stesso Balotelli, che al momento ha ancora la nazionalità ghanese, e Acquafresca che è per metà polacco). E qui il dubbio amletico, meglio 11 italiani o una nazionale più forte, ma snaturata? A voi l’ardua sentenza.

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