Galliani: “il fair play finanziario farà male al calcio italiano”

di Redazione 1

Foto AP/LaPresse

All’indomani dell’eliminazione dell’Inter dalla Champions League, l’Ad del Milan, Adriano Galliani spiega a suo modo le ragioni della crisi del calcio italiano:

Non ci potranno più essere i mecenati che intervengono con i loro capitali. Le squadre italiane, che non hanno stadi di proprietà e non hanno agevolazioni fiscali, fatturano molto meno rispetto alle altre big europee.

Il paragone tra l’Italia e il resto dell’Europa in alcuni casi è imbarazzante:

Il Real fattura 450 milioni, il Barcellona 430, il Manchester United 360, noi circa 200-220. Fino ad ora ci sono stati i Berlusconi e i Moratti che supplivano, in futuro non sarà più possibile. Così diventa una competizione difficile, questo è il problema vero.


Le ragioni della differenza di fatturato sono evidenti:

In Spagna Real e Barca trattengono per intero i diritti tv e hanno una fiscalità migliore. Poi hanno gli stadi come in Inghilterra mentre in Italia non si riesce ad approvare la legge.

Insomma più che a Cristiano Ronaldo bisognerebbe pensare allo scudetto.

Comunque l’arrivo nel pallone italiano di investitori stranieri è un fatto positivo, comeil probabile sbarco nella capitale di Thomas DiBenedetto e soci:

Il mercato è aperto, in Inghilterra più di dieci club sono di proprietà straniera, tutte le ‘big five’, Manchester United, Chelsea, Liverpool, Arsenal, Manchester City, sono di proprietà straniere, ben vengano anche in Italia. La competizione è continentale, è giusto, ma desidererei che le regole siano uguali per tutti, se c’è disparità la competizione diventa difficile. Il Milan 20 anni fa fatturava più del Real, oggi fattura la metà. La classifica della stagione corrisponde sempre più a quella del fatturato. In Usa è già successo e sta succedendo anche in Europa

L’Ad milanista elogia anche Cassano, fresco padre:

L’allenatore gli ha detto che se avesse voluto poteva andare a dormire vista la nottata, invece lui ha voluto fare l’allenamento.

Il numero due del Milan ha anche qualche idea su dove finirà Carlo Ancelotti:

Carlo è un mio grande amico, lo sento spessissimo. Ama molto Roma, città e squadra, ce l’ha nel cuore, ma non voglio infilarmi nei fatti degli altri.

Meno probabile un suo ritorno a Milano, almeno a breve:

Abbiamo un allenatore di cui siamo soddisfattissimi, certo la vita è lunga, ma al momento siamo contenti così.

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