Real Madrid: Mourinho svela i suoi segreti in un’intervista

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Foto: AP/LaPresse

José Mourinho sembra aver già vinto la sua sfida: trasformare il Real Madrid in una macchina da vittorie. Ancora imbattuto nella sua prima stagione alle Merengues, ha rilasciato un lunga intervista alla radio spagnola Cadena Ser.

Il primo tema che abborda sono le sue scelte tattiche e la sua gestione:

I giocatori che giocano meno lavorano tanto, se non più degli altri.

E ancora

Sono un allenatore fortunato, ho un gruppo fantastico.


Per ora non pensa di cambiare qualcuno tra i titolari:

Non capisco perché dovrei fare dei cambiamenti visto che i miei giocatori sono in una forma fantastica. Lavoro con la squadra per creare una certa continuità in tutta la stagione e le mie esperienze sono sempre state positive.

Più tardi si vedrà:

Farò dei cambiamenti quando li giudicherò necessari. Introdurrò dei piccoli ritocchi. È normale. Se, in un momento della stagione, Sergio Ramos, per esempio, è stanco, Arbeloa giocherà. E se Higuain non è al meglio e Benzema si, sarà lui a giocare.

Il secondo tema trattato nell’intervista sono le sue relazioni con i giocatori:

Più che affettuoso, io sono giusto. Cerco sempre di esserlo. Se meriti dell’affetto, perché no? Se non ti senti bene, dobbiamo guardarci negli occhi. I giocatori mi apprezzano per la mio onestà e perché sono diretto.

Rifiuta l’immagine di provocatore:

Non è vero. Non è una provocazione dire quello che pensi. Non sono un provocatore. Ma non sono nemmeno stupido. Faccio solo fatica a tacere in determinate situazioni.

Un Mourinho tutto casa e lavoro:

Non esco. Passo le mie giornate a Valdebebas. E poi vado alla scuola dei miei figli con mia moglie e me ne vado a casa.

Valdebebas per chi non lo sa è il centro d’allenamento delle Merengues.

Chiude parlando del suo futuro sulla panchina del Real:

Io mi vedo qui finché tutti sono contenti: io, il club, il presidente, i giocatori e i tifosi. Ho un contratto di quattro anni. Se arriviamo alla fine, perché non lavorare nella continuità? Ma è necessario che tutti siano soddisfatti. Se il club, i giocatori e i tifosi non lo sono, sarà venuto il momento di chiudere l’esperienza.

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