Juventus: Agnelli fa partire la rinascita, e se la prende con la politica del calcio

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Il fortissimo passivo di bilancio registrato appena poche settimane fa in casa Juve ha fatto storcere il naso a molti, facendo temere un ridimensionamento del progetto faraonico che era stato lanciato con la presentazione del nuovo stadio. Novantacinque milioni sono tanti, ma ieri è sceso in campo il presidente Andrea Agnelli, che ha promesso un risanamento in tempi brevi per rilanciare la Juve tra i club più importanti del mondo. Dopo il salto la lettera agli azionisti.

Questo bilancio presenta una perdita intollerabile per una società per azioni, ma la Società ha già individuato sia le contromisure sia le risorse necessarie per riportare la Juventus dove la sua storia di 114 anni l’ha posta. Grazie al sostegno manifestato dall’azionista di maggioranza Exor, la società ha già potuto dare avvio al Piano di sviluppo e si accinge oggi a varare un aumento di capitale che garantirà di proseguire sul terreno del risanamento in campo e fuori da campo.

Si apre così la lettera del presidente bianconero che punta sull’apporto non solo di Exor, ma anche dei piccoli azionisti, chiamati a fare “la loro parte”. Ha molta fiducia in Marotta il rampollo di casa Fiat, il quale, secondo lui, potrebbe essere in grado di iniziare un ciclo di rinnovamento in tutti i settori, partendo proprio da “casa Juve”. Infine ne ha per tutti, anche per quei decisori del mondo del calcio che, a suo dire, potrebbero danneggiare non solo la Juventus ma tutte le squadre italiane:

E’ inutile tacere che parte del risultato economico oggi davanti ai nostri occhi sia stato determinato da una regolamentazione pubblica della ripartizione della principale fonte di ricavo, a dispetto della capacità di investimento e quindi di sviluppo posta in essere dai privati. Chi si propone di portare l’Italia ad eccellere in un settore non deve essere favorito, ma neppure penalizzato come è successo negli ultimi anni. Anche questa situazione ha contribuito ad aggravare la situazione dell’esercizio 2010-2011.

Photo Credits | Getty Images

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