Inter-Juve: match da numeri 12. Castellazzi: “Mi alleno come se fossi sempre titolare”

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Il derby d’Italia sabato sera tra Inter e Juventus, sarà con ogni probabilità anche il derby dei numeri 12. Mancherà infatti con ogni probabilità Buffon, che sta provando a recuperare dall’ infortunio alla spalla, ma dovrebbe lasciar il posto a Storari. E’ certo dell’assenza anche Julio Cesar dopo l‘infortunio  rimediato contro l’Atalanta. Al suo posto giocherà Luca Castellazzi, 36 anni e una carriera passata in squadre minori, prima di approdare alla Sampdoria e poi all’ Inter. Si è fatto subito trovare pronto mercoledì, parando anche un rigore a Denis, e in un intervista ha dichiarato il suo segreto:

Prepararsi in settimana come se fossi il titolare: se ti lasci suggestionare dall’idea che fai una cosa inutile perché tanto resterai in panchina sei finito. A un certo punto, nel modo più imprevisto, sei catapultato nella partita e guai se devi scaldare il cervello oltre ai muscoli

Domani sera Castellazzi affronterà un suo vecchio conoscente, Marco Storari, compagno nella Sampdoria e ha raccontato la loro esperienza insieme:

Con Marco ho diviso mezza stagione alla Sampdoria di Del Neri. Mi infortunai al ginocchio e presero lui per rimpiazzarmi. Mi sorprese la tempistica dell’acquisto: non si sapeva ancora la mia diagnosi e l’avevano già comprato come se aspettassero l’occasione. Lui fu carino: al nostro primo incontro mi disse che gli dispiaceva trovarsi lì per il mio incidente

Nell’ Intervista Castellazzi ha provato ad evidenziare anche le differenze tra i due numeri 12, che sabato sera saranno protagonisti di questa partita tanto attesa:

Marco ha uno stile più esuberante e spettacolare, io sono un po’ più essenziale nell’impostazione. Il modo di parare riflette anche il carattere: lui ama parlare, è simpatico, un po’ romano. Io sono più riservato, da milanese schivo

Il finale è sulla carriera, con una riflessione su di lui e su Storari, forse sfortunati a nascere in un periodo storico dove c’erano grandi portieri:

Forse io e Storari siamo nati un po’ troppo presto. Quando avevamo 20-25 anni in Italia c’era un mare di portieri fenomenali. Era impossibile competere per un posto in un grande club. Oggi che nel mondo i fuoriclasse sono quattro o cinque, se avessimo quella età magari troveremmo più porte aperte. Ma va bene così.

E domani sera ci sarà la grande occasione, per una serata da protagonisti.

 

Photo Credits | Getty Images

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