Cina: per giocare in nazionale i calciatori pagavano il “pizzo”

di Redazione 2

Il calcio cinese va sempre più giù. Scommesse clandestine, partite truccate, ed ora anche la “mafia” della nazionale. Al centro dello scandalo dei campionati comprati, il numero uno della Federcalcio cinese, Nan Yong, è stato arrestato pochi giorni fa. Messo sotto torchio dagli investigatori, non solo ha rivelato molti retroscena che riguardavano il calcio-scommesse cinese, facendo nomi di dirigenti e arbitri compiacenti, ma ha svelato anche qualcosa di veramente eccezionale, mai visto in nessuna parte del mondo: per andare in nazionale i calciatori versavano a lui una tangente.

Così si spiega come mai un Paese così grande come la Cina, dove il calcio è uno degli sport più seguiti, possa avere una nazionale tra le più scarse al mondo. Spiega Yong che per partecipare ad una gara di qualificazione al Mondiale o alla coppa asiatica, i calciatori pagavano 200 mila yuan, il corrispondente di quasi 20 mila euro; la metà veniva pagata soltanto per partecipare alle selezioni, e altre mazzette venivano date per farsi assegnare uno sponsor, o addirittura per convincere il presidente del proprio club a farsi aumentare lo stipendio.

Ma non finisce qui. Yong ha rivelato un vero e proprio prezzario. Ha spiegato infatti di aver ricevuto 50 mila euro per far ottenere la promozione di un club nella massima serie, e che per truccare una partita bastava versare 7 mila euro all’arbitro. Questo poteva fare in modo che la squadra favorita vincesse, o addirittura che uscisse un risultato preciso, oggetto delle scommesse clandestine. 9 arbitri su 10 erano corrotti. Da questo scandalo probabilmente la Cina non ne uscirà più.

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