Gli sceicchi ci riprovano, tutti i giovani promettenti nel loro mirino

di Redazione Commenta

Il petrolio sta finendo, ma i petrol-dollari sembra proprio di no. Gli sceicchi arabi, la categoria più ricca al mondo, ha deciso di entrare nel calcio, e da quando ha preso questa decisione, sta creando numerose polemiche. Prima era soltanto il Manchester City la squadra “rompiscatole”, cioè quel club che, a suon di milioni, voleva acquistare i migliori calciatori del mondo. Adesso però anche i club asiatici si fanno vivi per far diventare i propri campionati allo stesso livello di quelli europei.

Nonostante i fallimenti passati dei campionati del Qatar, Uzbekistan e chi più ne ha più ne metta, adesso sono gli Emirati Arabi a tentare le nostre stelle. O per meglio dire, le nostre stelline. Secondo quanto riportato su Tuttomercatoweb questa mattina, sarebbero nel mirino degli sceicchi il milanista Alexandre Pato, lo juventino Sebastian Giovinco, il viola Stevan Jovetic ed il laziale Mauro Zarate. Età: dai 19 ai 22 anni.

L’intento è chiaro: far crescere dei giovani virgulti nel proprio campionato in maniera tale da porre le basi per la crescita delle scuole calcio, dei club nazionali, e per attirare i vari campioni già affermati del calcio mondiale. Finora gli è andata bene con i calciatori che stavano terminando la loro carriera (Batistuta, Romario, ecc.) che per guadagnare quanto più possibile quando nessuno più li voleva hanno deciso di andare a giocare in Asia. Ma pensiamo sarà difficile che qualche calciatore, all’inizio della carriera, decida di bruciarsela per un pugno di petrol-dollari. Ma non finisce qui.

Un altro gruppo di arabi, quelli del Manchester City, ha deciso di aprirsi una filiale della Fiorentina in terra inglese. Pare infatti che ad assistere a Fiorentina-Ajax di ieri sera ci fossero degli emissari del City per osservare Gamberini, Felipe Melo e Kuzmanovic. Che l’obiettivo sia di fare una megaofferta per tutti e tre che il presidente Della Valle non potrà rifiutare? Gli arabi non mollano, vediamo cosa decideranno gli italiani.

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