Calciopoli: ascoltati Nucini, Zamparini e il figlio di Facchetti

di Redazione 4

Foto Ap/LaPresse

Udienza del processo di Calciopoli all’insegna dell’imbarazzo. I Pubblici Ministeri come molti saprete, hanno avanzato una nuova istanza di ricusazione della presidente del tribunale Teresa Casoria – comunque sembra che anche se il giudice dovesse passare la mano si possa arrivare ad un verdetto.

Ma imbarazzo anche perché dall’ascolto dei testimoni interrogati sono emerse tante parole ma nessun elemento concreto. La deposizione più interessante – dal punto di vista giornalistico – è stata quella del patron del Palermo Zamparini, che ha ricordato un episodio: mentre era a Torino, Moggi avrebbe fatto una telefonata e lui avrebbe ottenuto per il suo Palermo l’arbitro richiesto – Rizzoli.

Peccato per i colpevolisti che Rizzoli non faccia parte dell’associazione che avrebbe influenzato i campionati, e che soprattutto il patron del Palermo non sappia dire

in che giornata era la telefonata né quando si fa il sorteggio dell’anticipo

e quindi non possa escludere che il sorteggio fosse già avvenuto.

Gabriele Nucini, ex arbitro di serie A afferma che in una chiaccherata con De Santis, l’arbitro laziale gli avrebbe detto che

Racalbuto era in mano loro e mi ricordò di quell’episodio a Bologna che gli costò la carriera e che per arbitare in A bisognava essere amici di Fabiani e Moggi.

Ma poi fa quando l’avvocato di Moggi lo mette alle strette su una serie di dichiarazioni rilasciate a proposito delle schede che gli avrebbe dato Fabiani – dirigente del Messina e uomo di Moggi

lo sa bene quante versioni ha dato sul fatto! Ha detto prima che l’aveva usata, poi che non lo aveva fatto, che non ricordava il numero, poi dice che non l’ha buttata… mi dice dopo 7 anni come ha fatto a ricordare il numero nel 2010?

Prima urlacchia un po’ e poi esclama:

Allora, facciamo così: la scheda me l’ha data Marconi e a Torino c’era Garibaldi.

Al che la presidente Casoria non può fare a meno di dire:

Nucini, Lei si sta squalificando come teste, tutto ciò verrà registrato.

Anche gli appunti di Giacinto Facchetti, al di là del valore affettivo perché scritti dal giocatore simbolo dell’Inter, come dice la presidente Casoria

comunque hanno un valore probatorio molto scarso

visto che sono solo le supposizioni di un tifoso.

Alla fine l’unico dato certo sono le relazioni tra un arbitro in attività e il presidente di una società di calcio – ovvero Nucini e Facchetti. Un’attività all’epoca vietata dal codice sportivo. Ma l’Inter per questo non è stata mai punita.

Commenti (4)

  1. hahaha
    sarai mica uno juBentino?

  2. Farsopoli 2006, manco più le chiacchiere da bar giustificano, di chi non è sportivo e non sa perdere, visto come procede il Processo Vero di Napoli rispetto all’aborto giuridico di farsopoli 2006, forse a giugno 2011, materazzi, che si vesti in bianco nel 2006, potrà indossare gli abiti di Pinocchio, questa volta in compagnia di moratti, paolillo e nucini,”piaccia o non piaccia”.

  3. Al gabbio tutti: Moratti, Narducci, Nucini!

  4. Riportato:
    Una que­stione spinosa evocata con for­za durante l’audizione di Nuci­ni, che – una volta verbalizza­ta – potrà integrare l’interroga­torio del 12 ottobre 2006 avve­nuto davanti a Borrelli, è quella del “modello 45” con cui la pm di Milano, Ilda Boccas­sini, mandò in archivio la visi­ta dell’ex arbitro alla Procura di Milano nell’autunno 2003. Cosa si disse in quel colloquio, veramente? La reticenza di Nucini ad entrare nello speci­fico scatena mille curiosità e tutte importantissime per la sfera sportiva dell’indagine sportiva. Per fortuna, dopo un anno e mezzo di silenzio della Procura milanese sulle richie­ste reiterate del difensore di Massimo De Santis, Paolo Gallinelli, ecco che la stessa giudice Casoria a Napoli s’è fatta venire la curiosità: troppo smaccato il modo in cui Nucini ha provato a sviare. «Abbiamo chiacchierato di calcio, parla­vano di calcio, parlavamo di calcio». Fino alla grottesca spiegazione che non si sia en­trati nello specifico delle cose raccolte con Facchetti per pu­dore, rispetto alla malattia e la morte, che avvengono tre anni dopo il passaggio di Nucini in Procura a Milano. Non dice nulla, anzi nega Nucini sulla circostanza – riferita senza querele o smentite da Repub­blica – delle possibili registra­zioni di Facchetti dei colloqui privati col «cavallo di troia» in­terista che parla dell’indagine privata effettuata per almeno un anno e due mesi nella Can da Nucini come «la nostra in­dagine, il nostro lavoro». E allo­ra acquisire quel “modello 45” è davvero importante anche per l’indagine sportiva: si deve chiarire che cosa fece e non fe­ce la società nerazzurra di quello di cui parla con diverse versioni Nucini. Insomma: olelè, olalà, il modello 45 fatece­lo vede’ e fatecelo tocca’

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