Continua a tenere banco il fallaccio di Ibra a pochi istanti dal fischio finale di Valencia – Psg, con lo svedese costretto a raggiungere gli spogliatoi prima dei compagni, in seguito al cartellino rosso mostratogli da Tagliavento. Fallo di gioco? Intervento da ammonizione? Intervento da rosso diretto? La questione resta aperta, ma a difendere l’attaccante arrivano le parole del suo procuratore, Mino Raiola, secondo il quale l’arbitro italiano meriterebbe quattro giornate di squalifica.
Zlatan Ibrahimovic c’è cascato di nuovo. Come un anno fa di questi tempi, quando il campionato entra nel vivo il “Gulliver” della nostra serie A si fa espellere. L’anno scorso tocco a Marco Rossi del Bari, che subì un pugno dal milanista, mentre quest’anno l’espulsione arriva dopo un schiaffo rifilato ad Aronica.
Adesso tutta l’attenzione è puntata sul giudicesportivo Tosel che nella giornata odierna dovrebbe valutare il numero di giornate di squalifica da assegnare a Ibra. In caso fossero tre, il talento svedese perderebbe le sfide di campionato contro l’Udinese, contro il Cesena e poi la super sfida scudetto contro la Juve del 25 febbraio allo stadio di San Siro.
Nel suo piccolo ha stabilito un record. Capita di rado, infatti, che un calciatore torni in campo dopo aver scontato due turni di squalifica e poi di faccia cacciare nuovamente,
La giornata di campionato appena conclusa si può definire abbastanza positiva per i fischietti italiani, ma gli errori non sono mancati. Quello che salta all’occhio oggi è la mancanza di uniformità, richiesta da più parti ma non sempre rispettata, che rimanda ai preparatori degli arbitri un bel po’ di lavoro da fare.
Ma partiamo dall’unico episodio che avrebbe potuto cambiare un risultato, quello contestatissimo in Udinese-Roma. Siamo nei minuti di recupero e Asamoah segna toccando con un braccio. L’arbitro Damato giustamente annulla, ma a quel punto dovrebbe fischiare il rigore per i friulani in quanto il calciatore dell’Udinese non può saltare perché Perrotta gli rifila una gomitata al volto, e così riesce a compiere il movimento solo parzialmente, alzando il braccio incriminato. Considerando che, alla ripresa del gioco, la Roma andrà a segno, non faremmo peccato ad ipotizzare che, nel caso Damato avesse visto giusto, probabilmente la partita non sarebbe finita 1-2 ma 2-1.
Stavolta Ibra l’ha fatta grossa. La sua assenza per squalifica nelle ultime due giornate si è sentita, ma i suoi compagni sono riusciti a fare a meno di lui. E appena rientrato lui che fa? Si fa espellere di nuovo per insulti al guardalinee che gli varranno sicuramente non meno di altre due giornate.
Lo sa bene lo svedese, e per questo il giorno dopo mostra un lato di sé che non conoscevamo, quello di chi riconosce di aver fatto una cavolata e lo ammette, chiedendo scusa. Dopotutto lo aveva già anticipato ieri il suo tecnico che si era accorto subito di cosa stava accadendo.
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