Paolo Cannavaro e la sudditanza psicologica

Foto: AP/LaPresse

A due giorni dal fischio finale della sfida scudetto, non si placano le polemiche sul rigore che ha consentito al Milan di portarsi in vantaggio sul Napoli, aprendo così la strada al tris finale firmato Ibrahimovic-Boateng-Pato. Ad alzare la voce è capitan Cannavaro che torna sull’episodio specifico e rivendica la bontà del gioco dei suoi fino al calcio di rigore:

Ci può stare di perdere contro i rossoneri e comunque non dimentichiamo alcune circostanze. Il rigore non c’era, la scena è stata brutta. Nessuno se n’era accorto, pensate che alcuni giocatori del Milan chiedevano il calcio d’angolo. Poi il fallo di Ibra su di me l’avete visto tutti. Non voglio cadere nel vittimismo oppure cercare alibi, ma l’episodio ha cambiato la partita. Stavamo soffrendo, ma è normale quando affronti la prima della classe. Fino al penalty, però, io non ho visto tutte queste parate di De Sanctis.

Milan aiutato, dunque? Torna di moda la storia della sudditanza psicologica della classe arbitrale, che tende a favorire inevitabilmente il pesce più grosso:

Purtroppo la sudditanza psicologica c’è. Se diminuisse, saremmo tutti più contenti, ma adesso la realtà dei fatti è questa.

La realtà dei fatti dice anche che il Napoli è in terza posizione e può ambire ad un posto in Champions League, che comunque sarebbe un ottimo obiettivo per gli uomini di Mazzarri:

Per quanto ci riguarda, non è cambiato nulla, siamo ancora in corsa. Guardiamo sempre avanti. Inter e Milan non sono lontane. Il terzo posto sarebbe un obiettivo straordinario. Roma e Juve sono un po’ lontane, Lazio e Udinese, invece, stanno disputando un grandissimo campionato e dobbiamo guardarci da loro. Il nostro calendario è sicuramente buono, ma affrontiamo diverse formazioni di seconda fascia che in questo momento lottano per la sopravvivenza, quindi non esistono partite semplici.

L’imperativo è non sottovalutare nessuna avversaria, a partire dal Brescia che scenderà al San Paolo nel prossimo turno.

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