Calciopoli, Pieri a Pairetto: “se davo un rigore alla Juve, mi fucilavano”

di Redazione 2

Foto: AP/LaPresse

Un’altra udienza del processo di Napoli sulla cosiddetta Calciopoli. L’elemento più rilevante uscito oggi è che le difese hanno concentrato il tiro sul modo in cui sono state condotte le indagini.

Maurilio Prioreschi – l’avvocato di Moggi -, dopo aver annunciato le rinuncia alla convocazione di tutti i testi – compresi quindi Moratti, Tronchetti, e Tavaroli -, e il deposito della sentenza sullo spionaggio Telecom, ha affermato che solo negli ultimi giorni sono state consegnate tutte le telefonate relative alle gare messe sotto inchiesta.

E continua

Una cosa che, voglio essere buono, definisco inspiegabile: non ce n’è nemmeno una trascritta di queste telefonate che riguardano le gare indagate! Prima o poi si dovrà fare luce su questo modo di condurre le indagini. E per questo, rinunciamo ai testi, ma ci dia la possibilità di inserire altre telefonate che stiamo scoprendo giorno per giorno.

Un discorso simile a quello fatto dall’avvocato difensore di Pairetto:

Abbiamo avuto 5 dvd contenenti la fonia e i brogliacci delle telefonate di Pairetto e li abbiamo avuti agli inizi di settembre, ma non abbiamo ancora finito. Se lei ritene di lasciarci ancora del tempo lo sfrutteremmo per questo. Abbiamo 44 telefonate assolutamente rilevanti per spiegare la correttezza dei designatori.

Una delle tante telefonate intercettate che stanno uscendo fuori è del 12 dicembre 2004. Si è giocato da poco Bologna – Juventus, e hanno vinto i bianconeri, con una punizione da trenta metri inesistente. Cinque minuti dopo la fine della partita Pairetto e Bergamo si sentono al telefono.

L’ex-arbitro torinese dice

Avevo detto: speriamo non segnino su questa punizione, te lo giuro.

E Bergamo risponde

Io lo pensavo: sono quel­le fischiate che poi… E’ a trenta metri, che ti metti a fischiare.

Il giorno successivo è il turno di un’altra telefonata tra Mirko Pieri – l’arbitro del match del giorno prima – e Pairetto. L’ex designatore va subito al punto:

Minchia questo episodio.

Pieri

Io ho visto… C’è Ibra… La since­ra verità: per quello che è successo non lo rifischierei.

Ho mimato quello che ho visto. Se non riesce a saltare uno di una stazza così, però tornassi indietro non lo rifischierei. Il discorso che ti ho detto io: non lo ripeterei quel fischio. Quel fischio e quella rete hanno offusca­to una buona gara.

Più in là parlano dell’osservatore dell’associazione arbitri che ha giudicato l’operato di Pieri.
Pairetto

T’ha trattato male, forse era un eccesso.

Pieri

Pareva contento, quanto m’ha dato?

Pairetto

8.20

– è un un voto molto bas­so.
Pieri

Mi dispiace per questo fischio che magari mettono in difficoltà voi.

Pairetto

Io non ho problemi: io non brigo, mai rotture di cazzo, non mi chia­ma Carraro. Me ne batto, non so altri.

Pieri

Figurati se gli davo un rigore al­la Juve… Mi fucilavano.

Il meno che si possa dire è che da questa ed altre telefonate emerge un quadro ben diverso da quello ipotizzato dall’accusa. E’ difficile che due personaggi facenti parte di un’associazione a delinquere si scambino una telefonata come quella tra Bergamo e Pairetto. Così come non si capisce perché un arbitro che favorisce questa associazione a delinquere debba scusarsi con uno dei suoi componenti per averli aiutati.

Commenti (2)

  1. buonasera ha tutti lo ripeto x sempre fate tutti schfo e voglio solo giustizia vera ha chi ha sbagliato parlo della squadra degli che si dichiarava onesta.cordiali saluti

  2. La Verità viene fuori dal Processo Vero di Napoli, rispetto all’aborto giuridico di farsopoli 2006, la misera scusante dei perdenti , sia fatta Vera Giustizia.

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