Lavezzi: i tatuaggi, Maradona e il dopo-Napoli

di Redazione 1

Foto: AP/LaPresse

E’ un Lavezzi a 360° quello che si racconta ad un quotidiano argentino, toccando temi che vanno dall’infanzia al rapporto con il padre, dai tatuaggi al futuro. Il racconto parte dai orimi anni di vita, quando il padre del Pocho lasciò la famiglia:

Mia mamma è stata per me sia padre che madre. Abbiamo sempre contato tanto su di lei …. Su mio padre molto poco! I miei genitori si sono separati quando avevo due anni ed io sono cresciuto con i miei fratelli, perché mia madre doveva lavorare sodo per farci sopravvivere.

Un’infanzia difficile che trovava però riscatto nella passione per il pallone e nei primi soldi guadagnati:

I primi soldi che guadagnai li diedi a mia madre per non farla più lavorare e per comperare una casa.

Oltre al calcio, l’altra grande passione del Pocho è quella per i tatuaggi:

Non so che senso abbiano, ma ho cominciato da ragazzo a farmi tatuare. Il primo l’ho fatto quando avevo 12 anni, e in seguito non riuscivo a smettere. Il primo era un indiano. Ma sono di quelli che fa un adolescente senza rendersi conto.

Capitolo Maradona, colui che lo ha escluso dalla lista dei partenti per il mondiale sudafricano. Lavezzi non prova rancore ed anzi coglie l’occasione per ringraziare Diego:

Ho avuto un grosso problema e fu quello il motivo della mia esclusione. Che problema? Non posso dirlo, un
problema personale. Però in quel momento Maradona mi ha aiutato tantissimo con quello che mi ha detto. Non posso avere alcun tipo di rancore nei confronti di Maradona perché per me è stato molto più importante quello che mi ha detto prima dell’esclusione dalla coppa del Mondo.

La conclusione è riservata al futuro. Lavezzi sta bene al Napoli, ma non nasconde il desiderio di giocare con una big:

Dopo Napoli mi piacerebbe giocare in una grande squadra.

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