Svelata la vita da clandestino di Stephen Appiah

di Redazione 4

Vi siete mai chiesti come mai un ragazzo di 28 anni così talentuoso, considerato il centrocampista più forte dell’intera Africa e uno dei più forti a livello mondiale, sia ancora senza squadra? E soprattutto, vi siete chiesti come mai nell’ultimo anno ci sono state molte squadre (Milan, Tottenham, Torino e tante altre) che lo volevano ingaggiare, ma poi misteriosamente è caduto tutto nel vuoto?

Un’inchiesta del quotidiano Repubblica ci svela i retroscena di questo giallo. La motivazione, come spesso accade nel calcio, sono i soldi. Ma non quelli del contratto chiesto dal calciatore, ma quelli che deve lui ai suoi creditori. A tradirlo sono stati i molti “colpi di testa” fatti fuori dal campo di gioco, in cui, tra feste, litigi e tante altre cavolate, lo hanno messo in condizioni di essere ricercato in mezza Europa per centinaia di migliaia di euro di debiti non pagati. Tanto che oggi pare che debba allenarsi sotto falso nome.

Le ultime indiscrezioni parlano di una sua presenza nel ritiro dei neo campioni di Russia del Rubin Kazan in quel di Marbella, ma sotto falso nome per non farsi riconoscere. Il motivo è presto detto. Stando alla ricostruzione fatta da Repubblica, il primo debito Appiah lo ha contratto quando era ancora un ragazzino, appena sbarcato in Italia, quando lasciò il suo procuratore, Domenico Ricci, con 105 mila euro di provvigioni non pagate.

Mentre l’iter processuale andava avanti con la solita lentezza dei processi italiani, Appiah diventava sempre più ricco, e i debiti sempre più grandi. Dopo poco tempo, e dopo essere approdato alla Juventus, mollò di punto in bianco il suo nuovo procuratore, Santiago Morrazzo, che lo ha chiamato in giudizio per commissioni non pagate pari a 580 mila euro. Non solo. La sua casa di Torino non ha il nome sul campanello, la cassetta della posta non c’è, e così gli ufficiali giudiziari non riescono mai a raggiungerlo. Inoltre pare che lui adesso abbia lasciato la sua famiglia nella casa “ufficiale”, e quando torna a Torino abiti in un palazzo di extracomunitari irregolari di Nichelino.

A causa di questi problemi, il suo ex procuratore Morrazzo si è visto recapitare delle spese processuali, che sarebbero dovute essere a carico del calciatore, di 25 mila euro, che ha dovuto pagare lui, e che andranno ad aumentare il debito di Appiah. Ma non è ancora finita. Al momento di lasciare la Juventus, il ghanese dette una festa nel suo vecchio appartamento in cui accadde di tutto. Al mattino il padrone di casa trovò i sanitari divelti, la casa in condizioni pietose e muri ed infissi sfasciati. L’avvocato Grassani riuscì a difenderlo, nonostante tutto, ma al momento di pagare la parcella, Appiah sparì nuovamente, e così adesso è stato chiamato in giudizio per una somma pari ad altri 400 mila euro.

Oltre a tutto questo, il calciatore ha chiesto 21 milioni di euro di risarcimento al suo ex club, il Fenerbache, per non averlo curato a dovere dall’infortunio, ma essendosene andato via prima della scadenza del contratto, il club gli ha chiesto 12 milioni per inadempienza. Per tutte queste ragioni adesso il calciatore tenta di non farsi raggiungere giocando sotto falso nome, e sicuramente non metterà mai la sua firma in qualche club italiano.

Commenti (4)

  1. Giravo su internet ed ho trovato questo articolo diffamante e mezognero…
    Che vergogna!
    Io fossi in colui che lo ha scritto mi nasconderei ( magari prendendo spunto dall’articolo stesso )…
    Mi pare che questo ragazzo abbia rischiato la vita, abbia ancora giocato in Italia ( Bologna, Cesena) e non sia un clandestino o giochi sotto falso nome…
    Ma la domanda è un’altra…Lei percepisce del denaro per scrivere queste cretinate?
    Ma poi come è possibile che su un sito del genere venga consentito tutto questo…
    Ma con quale coraggio e cattiveria si puo’ voler diffamare cosi’ tanto una persona?
    Lo ricordo ad uno spettacolo di beneficienza Amref, tenutosi a Milano, se non erro lui ne è Ambasciatore e ricordo si era rivolto a quei ragazzi con tanto affetto e rispetto, si comporto’ da GRANDE PERSONA, DA PERSONA CON UN CUORE, UN’ ANIMA BUONA, CE NE FOSSERO DI PERSONE COSI’!!!
    CHE VERGOGNA QUESTO ARTICOLO!

    1. se un calciatore fa beneficienza non è detto che sia un santo. Se in passato ha fatto qualche errore è compito dei giornalisti smascherarlo. Poi, come c’è scritto e ribadito nell’articolo, si tratta di un’inchiesta di Repubblica che ci siamo limitati a riportare, dunque nulla di cui vergognarsi.

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