Totti, Papertotti e la vera storia del cucchiaio

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Boom di prenotazioni nelle edicole romane (e forse non solo) per assicurarsi una copia di un Topolino che promette già di essere “da collezione”.

Ne avevamo parlato tempo fa, anticipando più o meno la storia scritta dal figlio d’arte Riccardo Secchi (figlio di Luciano, noto creatore di Alan Ford, Kriminal e Satanik) e disegnata da Stefano Turconi.

L’eroe del giorno è Francesco Totti, finito a mo’ di papero nel famoso settimanale Disney insieme all’allegra brigata di Paperino&Co. Una storia simpatica che racconta di Papertotti, il miglior papero-calciatore di Paperopoli, conteso tra Rockerduck e Zio Paperone, che lo vorrebbero acquistare per sfruttarne l’immagine. Ma Papertotti non si lascia comprare e rifiuta le offerte pur di continuare a giocare con la squadra degli amici paperi, che però non hanno abbastanza soldi per iscriversi al torneo di Paperopoli. Come fare?


Se c’è chi viene pagato per lavare macchine, c’è anche chi, come il nostro eroe, riceve soldi per “non raccontare” barzellette. Ma non basta e bisognerà ricorrere all’aiuto di Zio Paperone, come nella migliore tradizione del fumetto, che acquisterà la squadra e le permetterà di giocare nel torneo.

Finalissima: squadra di Paperone contro squadra di Rockerduck (dove giocano i Bassotti ed il portiere Gastone, che non prende mai gol, più per la sua proverbiale fortuna che per abilità). Zero a zero al 90°, quando Papertotti si procura il rigore che significherebbe vittoria del torneo. Il problema e che il papero più forte di Paperopoli ha sbagliato più di 100 rigori consecutivi ed ora è spaventatissimo all’idea di presentarsi sul dischetto.

E qui arriva il prezioso quanto involontario consiglio di Ciccio, che mangiando una coppetta di gelato, disse: “Quando usi il cucchiaio non sai mai dove finiscono le palle di gelato!”. Detto fatto, Papertotti inventò il celeberrimo cucchiaio che permise alla squadra di vincere il torneo. Capito da dove ha origine il suo modo particolare di tirare dagli undici metri?
Grazie a Ciccio per l’idea e a Francesco per essersi messo a disposizione degli sceneggiatori in maniera simpatica, con l’autoironia che lo caratterizza da sempre.

Ovviamente la storia raccontata in prosa non rende l’idea del divertimento e toglie il fascino delle immagini che fanno la fortuna del celebre fumetto. E allora che aspettate? Correte in edicola!

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