Che fine ha fatto Mou? Dopo l’Inter la caduta

di Redazione Commenta

Gli allenatori sono un po’ come i grandi campioni, quando riescono a trovare il feeling giusto con l’allenatore (i giocatori) o con la squadra (l’allenatore) possono fare grandi cose ma se la magia finisce, la stagione può diventare oltremodo difficile. Ne sa qualcosa Mou che dopo il triplete dell’Inter deve fare i conti con una caduta. 

Dopo l’Inter qualcosa è cambiato. L’ultimo vero Mourinho è quello che ha abbracciato Marco Materazzi al Bernabeu. In quell’abbraccio è tutta la sintesi dello Special One che poi ha visto sbriciolarsi in pochissimo tempo tutta la sua verve. Racconta la Gazzetta:

Materazzi non era più titolare da un pezzo, ma salutava il suo condottiero, in lacrime, ringraziandolo per aver portato la squadra sul tetto d’Europa. Il simbolo di uno spogliatoio unito, l’immagine che meglio di ogni altra descriveva la compattezza dei gruppi allenati da Mou e la disponibilità dei giocatori a sacrificarsi per lui. Perché si fidavano ciecamente. E i risultati arrivavano. Da lì, qualcosa è cambiato. Qualcosa si è rotto.

Il feeling con la squadra. Probabilmente è questo e infatti anche il quotidiano sportivo, nel riepilogare le sorti dell’allenatore in questione, mette in evidenza i problemi che ha dovuto affrontare dopo l’Inter:

Mou sembra aver perso il controllo emotivo della situazione. Le sue squadre non sono più solide dal punto di vista psicologico, il giochino “noi contro il mondo intero” non funziona più. Non ottiene l’effetto di caricare a molla i giocatori, quanto piuttosto quello di esasperare l’ambiente. A Madrid la situazione era diventata insostenibile: molti senatori della rosa l’avevano scaricato, il rapporto con la stampa era a dir poco conflittuale, il confronto col super-Barça di Guardiola spesso impietoso, anche se una Liga e una Copa del Rey (oltre a una Supercoppa nazionale) sono state conquistate con merito. A Londra, il fantasma di complotti anti-Chelsea, che coinvolgevano gli arbitri, la Football Association e chissà che altro, veniva agitato dopo ogni mancata vittoria, finendo col perdere di credibilità.

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